Una ragazza in due

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-Ho capito benissimo, ma non voglio eseguire, non sono un tuo schiavo, vivi la tua vita e lasciami in pace- concluse Andrea, socchiusi la porta, per vedere la scena, Ferri appoggiato al muro, le braccia incrociate al petto, una gamba piegata, dall'altra parte Andrea, la gambe leggermente divaricate, i pugni stretti.
-Io la amo- disse tra i denti Marco, il mio cuore manco un battito, era sul serio o no? Era per quello che nessuno poteva più parlarmi?
-E io non posso volerle bene come amico?- domandò Andrea
-E se la tua amicizia non fosse così vera?- lo incalzò Marco, dai Andrea, reggimi il gioco, pensai appoggiata allo stipite della porta
-La mia amicizia è vera, siamo diventati molto amici, è vietato?- chiese Andrea retorico
-Puoi essere amico di chi vuoi, ma stai lontano da lei- ribadì duro Marco
-Basta Marco, Emma non è proprietà tua, l'hai persa, te la sei fatta scappare, lasciala in pace e lascia stare pure me- gli intimò Andrea avvicinandosi al viso di Ferri, che lo spinse indietro e facendo un gesto di stizza tornò in auditorium, Andrea si appoggiò al muro e alzò gli occhi al cielo, tirò un calcio al muro e si prese la testa tra le mani
-Dannato cuore, dannati sentimenti del cazzo!- disse piano arrabbiato, ma abbastanza alto da sentirlo anche io, cosa voleva dire? Stava parlando di Marco? Aprii la porta del bagno e uscii, lui alzò la testa di scatto e appena mi vide si ricompose subito, lo guardai sorridendogli, aveva due occhi azzurri bellissimi, i capelli scuri ricci gli contornavano il volto, era davvero carino, come mai non me ne sono accorta? O meglio, me ne sono accorta in prima, poi l'ho lasciato perdere, ma adesso è ancora più bello di tre anni fa. Lui mi fissò come se lo avessi scoperto
-Hai sentito tutto?- mi chiese, io annuii
-Cazzo- disse subito abbassando la testa
-Mi dispiace, non volevo farti litigare con Marco e nemmeno metterti nei casini- mi scusai –La finiamo subito qua, abbiamo capito il perché del divieto di parlarmi- continuai
-Ma stai tranquilla, e comunque a me piaceva essere tuo amico- constatò lui sorridendomi
-Si, anche a me piaceva, ma se ti fa litigare con Marco forse è meglio che ritorniamo come prima- ribadii io, lui mi prese una mano
-Però se facciamo così gliela diamo vinta, non dobbiamo arrenderci, cazzo, vince sempre lui- disse, aggrottai le sopracciglia, come vinceva sempre lui?
-Vince sempre lui?- chiesi, lui si sedette per terra e mi indicò il pavimento vicino a se, io mi sedetti accanto a lui
-Lui è sempre il più simpatico, il più bello, quello più spigliato, tutte impazziscono per lui e lo so che ci sei cascata anche tu- mi disse girandosi, io sgranai gli occhi
-No- negai scuotendo la testa per avvalorare la mia risposta
-E invece si- mi contraddì lui
-Ok, hai ragione- gli diedi ragione sconfitta
-Ecco vedi, fa perdere a tutte la testa perché è capace di parlare, di ballare, di cantare, il classico bello e impossibile, quando andiamo in discoteca, ora che il Pippo sta con la Totta, tutte guardano lui e me e Luca, neanche ci cagano. Io sono stanco di vivere all'ombra di Marco Ferri, il classico fighetto, puttaniere, "Ci provo con tutte ma non sto con nessuna". Io gli voglio bene, ma lo odio allo stesso tempo, se mi piace qualcuna, stai sicura che a lei piace Marco, tutte si innamorano di Marco e nessuna si innamora di me, nessuna lascia da parte lui e dice "Cazzo, però anche Andrea è carino", vorrei solo che qualcuno si accorgesse di me- mi raccontò, lo guardai con tenerezza, in quel momento mi sembrava piccolo e indifeso, lo abbracciai e non c'era un motivo, volevo solo abbracciarlo, fargli sentire che lo capivo e che io c'ero
-Beh, sai è sempre successo anche a me, Carlotta è sempre stata la più bella, la più brava, fin dalle elementari, Carlotta portata in palmo di mano, Carlotta era brava a scuola, a casa aiutava, ha imparato a leggere e scrivere prima di me, ad allacciarsi le scarpe prima di me, prima veniva lei, poi c'ero io. Ci ho sempre sofferto, oltre a Carlotta io dovevo fare i conti con Giulia, mia sorella gemella, anche lei sempre meglio di me, sono cresciuta nella speranza che qualcuno si accorgesse di me, di quanto valevo anche io, di non essere sempre la seconda. Tutti guardavano gli occhi di Carlotta o di Giulia e dicevano "Guarda che begli occhi azzurri che hai" e io tra me e me ho sempre pensato "Ma i miei, che sono azzurri uguali fanno schifo? Cos'ho che non va?". Poi ho finalmente capito che non serviva a un cazzo piangersi addosso perché i capelli di Giulia erano più ondulati e morbidi dei miei o perché lei aveva preso 9 e io solo 7, mi sono rimboccata le maniche e ho fatto vedere a tutti che le stesse cose che facevano loro due riuscivo benissimo a farle anche io- spiegai –Stai tranquillo che qualcuno si accorgerà di te, ne sono più che sicura, sei bello, simpatico, sensibile, sei il classico bravo ragazzo, quello che tutte vogliono- lo rincuorai
-Non è vero, vogliono tutte Marco Ferri- continuò lui imperterrito
-Vedrai che prima o poi qualcuno vorrà te- conclusi, lui si girò verso di me rimanemmo a fissarci per qualche secondo, poi ci avvicinammo e le nostre labbra si toccarono, mi baciò e io lo baciai, un bacio dolce, romantico, leggero
-Bastardo!- urlò una voce conosciuta che ci interruppe, velocemente ci staccammo e ci girammo verso Marco Ferri, alla fine del corridoio che avanzava a passo spedito verso di noi, Andrea si alzò e io feci lo stesso
-Chiama aiuto- mi sussurrò Andrea, Marco lo prese per la maglia e gli sferrò un pugno in piena faccia, Andrea lo spinse lontano da se e io mi buttai addosso a loro e cercai di dividerli
-Emma spostati!- mi urlò Andrea tenendosi una mano sul naso sanguinante
-No, che cazzo fate! Smettetela! Aiuto!!- urlai, la professoressa uscì dall'aula magna e chiese aiuto al bidello e ad alcuni nostri compagni di classe che li divisero, andai da Andrea che era tenuto fermo da Luca, Matteo e Pietro, il naso che sanguinava e un occhio che stava già diventando nero
-Stronzo!- urlò Marco ad Andrea
-Marco, modera le parole!- lo richiamò la professoressa –Ora tutti e tre dal preside!- ci ordinò, alzai gli occhi al cielo.
-Marco Ferri, Emma Corvaglia e Andrea Bravi, cosa ci facevate in corridoio durante l'orario di lezione?- ci domandò il preside con le braccia conserte sul petto, tutti e tre rimanemmo zitti, lanciai un occhiata a Marco che guardava fuori dalla finestra e una ad Andrea che si teneva il ghiaccio sull'occhio –Finchè qualcuno non parla non vi muovete da qui- c'informò il preside, abbassai gli occhi
-Abbiamo discusso per cose private- rispose Marco –Ora possiamo andarcene?- domandò alzandosi dalla sedia
-Dove crede di andare?- domandò il preside a Marco, lui si girò e si sedette subito
-Centra anche lei, signorina Corvaglia?- mi sentii gli occhi dei tre uomini presenti nella stanza addosso, deglutii
-Io sono la causa della loro lite a quanto pare, però ho solo cercato di dividerli- raccontai
-Beh, lei può andare, mentre voi due rimanete qui con me- disse a Marco e Andrea, io mi alzai e dopo aver salutato uscii dalla porta e tornai in classe, Andrea mi aveva baciato, avevo baciato Andrea, Marco si era scaraventato contro di lui, Marco e Andrea si erano picchiati per me, piacevo ad entrambi, mille pensieri mi ronzavano nella testa e dovevo sapere la verità.

Facciamo un gioco? Chi s'innamora prima, perdeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora