Gelosia canaglia

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Tornata a casa, mi rifugiai in camera con la scusa di non sentirmi bene e mi buttai sul letto e rimasi a guardare il soffitto bianco della mia camera, non avevo nemmeno più la forza di piangere, rimasi li a fissare il nulla finchè il mio cellulare suonò
-Ehi Mimì!- mi salutò contenta Carlotta
-Ciao Totta- le dissi con un filo di voce
-Che è successo?- mi chiese
-Non mi ama- le dissi con le lacrime agli occhi
-Ma come?- mi domandò stupita –Cioè te l'ha detto in faccia...- ipotizzò
-No no- non la lasciai finire –L'ho visto- le spiegai
-In che senso Emma? Cosa vuol dire che l'hai visto?- mi domandò
-L'ho visto... mentre baciava quella Miriam- continuai a spiegarle trattenendo le lacrime
-Cazzo, ma di nuovo- fu l'unica cosa che disse
-Si- mugolai
-Lascialo perdere Emma, questa storia va avanti da mesi, ti stai solo facendo male- mi pregò lei
-Io ci sto provando Totta...- risposi, in quel momento Giulia entrò in camera –Senti, ci vediamo domani a scuola?- le disse
-Se vuoi vengo li da te e ne parliamo- mi propose la mia migliore amica
-No grazie, c'è Giulia e c'è Ema, ci vediamo a scuola domani- risposi
-Ok, stai su- mi disse –Ti voglio bene, ciao- mi disse prima di attaccare, sorrisi, era tipico di Carlotta, a cui veniva difficile esternare i propri sentimenti, metteva un "ti voglio bene" in mezzo ad altre parole, lo diceva veloce per farlo passare inosservato, ma io lo sentivo sempre
-Ti voglio bene anche io, Charlie- le dissi prima di mettere giù, Giulia si era seduta sul mio letto e aspettava finissi la chiamata con Carlotta, appoggiai il telefono al copriletto e mi misi seduta
-Ema mi ha detto- iniziò mia sorella, io abbassai la testa e inizia a piangere di nuovo, lei si avvicinò a me e mi abbracciò –Oh Mimì- mi disse accarezzandomi la schiena –Dai, ancora una settimana e poi non lo vedi per tre mesi, sono sicura che te lo dimentichi- mi rassicurò, io non risposi –Però davvero, smettila di farti del male da sola, lo dico per te- continuò
-Grazie Giuls- le dissi ancora abbracciata a lei
-Ma guarda te se questo deficiente deve far piangere così tanto la mia sorellina- disse cercando di farmi ridere, io mi staccai e mi asciugai le lacrime
-Ti devo forse ricordare che pure tu ti sei presa una cotta per Marco Ferri?- le ricordai sorridendo
-Certo, devi sempre copiarmi, pure con i ragazzi- mi fece notare, io scoppiai a ridere –Beh ti giuro che se ti prendi una sbandata per Andrea, non so cosa ti faccio- continuò fintamente arrabbiata
-In quel caso devi dirlo a lui, io la mia possibilità l'ho avuta- le dissi
-Ora tocca a me- rispose lei ridendo
-Giulia- la chiamai, lei mi guardò –Grazie- le dissi
-Di cosa?- rispose lei retorica mentre mi sorrideva
-Di esserci sempre, di farmi ridere quando vorrei solo piangere- le spiegai, lei rimase interdetta
-Beh, sono tua sorella, ti devo pure aiutare- mi rispose mandandomi un bacio prima di uscire dalla stanza.
Il giorno successivo, sperai di incontrare Marco il più tardi possibile, salii le scale guardandomi intorno, per fortuna di lui non c'era traccia, entrai in classe e puntai i nostri banchi vuoti, non era ancora arrivato, ap-poggiai la cartella e andai a salutare Carlotta, che appena mi vide mi abbracciò
-Emma- mi chiamò Andrea che era appena entrato, io mi girai e andai verso di lui –La Charlie mi ha detto- mi confessò lui, io rimasi in silenzio –Che poi me l'aveva già detto tua sorella- aggiunse, io alzai la testa e risi
-Certo che le notizie volano- commentai, lui sorrise
-Sai che per qualsiasi cosa io ci sono- mi disse, io annuii
-Lo so, grazie Andrea- risposi prima di abbracciarlo, in quel momento entrò Ferri che ci vide abbracciati, ci squadrò da capo a piedi e poi andò verso i nostri banchi
-Buongiorno ragazzi!- ci salutò la professoressa di musica, io e Andrea ci dovemmo staccare per andare ai nostri posti, mi sedetti e non degnai Marco di uno sguardo, sentivo che mi guardava, ma nonostante questo io facevo finta di niente
-Allora ragazzi, oggi cominciamo a fare le prove generali dello spettacolo- annunciò la prof, io mi girai verso Andrea e gli sorrisi –Proveremo per questi tre giorni che mancano allo spettacolo e poi andremo in scena!- continuò la prof agitata, noi rimanemmo in silenzio –Bene, andiamo giù in aula magna dove inizieremo a provare- disse prima di alzarsi e aspettare che lo facessimo pure noi.
I tre giorni di prove erano passati, finalmente era arrivato il giorno dello spettacolo, io ero assieme alle mie compagne di classe in un aula adibita a camerino, Gloria mi stava truccando mentre Jessica si occupava dei miei capelli che stava arricciando con molta cura, Carlotta era in preda ad un attacco isterico, andava su e giù per la stanza stringendo convulsivamente il testo della canzone che avrebbe cantato ripetendo frasi tipo "Non mi ricordo niente, sbaglierò tutto!" alternandole a risatine isteriche e vocalizzi, altre compagne erano nel panico più totale, chi si sistemava nervosamente il vestito, chi fissava il vuoto davanti a se, chi ripeteva pezzi di frasi cantando, io come le altre ero parecchio agitata
-Vuoi stare ferma?- mi chiese esasperata Gloria, io annuii aprendo gli occhi
-Tra quant'è che hai finito?- domandai –Vorrei andare a vedere Andrea...- continuai mentre Gloria mi metteva il mascara e Jessica spruzzava di lacca una mia ciocca
-Ma tu e Andrea state assieme?- mi domandò Alessia
-No, noi siamo solo amici- spiegai io
-Io avevo capito di sì...- commentò Alessia quasi scontenta, Carlotta si fermò in mezzo alla stanza e in quel momento calò il silenzio
-Chi te l'ha detto Ale?- chiese Carlotta
-Marco, ha detto che vi ha visto ieri in centro assieme e pure domenica scorsa, ha detto che vi facevate- spiegò Alessia, Carlotta si girò verso di me chiedendomi con gli occhi se quello che stava dicendo Alessia era vero, io scossi la testa
-Ma io ieri pomeriggio ero con te, Totta- dissi facendo mente locale, lei annuì
-Adesso ho capito!- dissi mentre tutte le mie compagne si erano girate verso di me –Andrea è uscito con mia sorella... gemella, ecco perché Marco dice che sto con Andrea- dopo aver spiegato tutto, Carlotta mi prese per un braccio e mi portò fuori dalla stanza
-Stai pensando quello che penso io?- mi chiese nel corridoio pieno di persone che andavano avanti e in-dietro in preda all'ansia, io scossi la testa –Marco crede che stai con Andrea ecco perché domenica ha baciato quella Miriam- mi spiegò –Ha visto Andrea e Giulia domenica, poi ti ha visto lunedì mentre lo abbracciavi e poi in questi giorni mentre provavate assieme, in più ieri ha di nuovo visto tua sorella e Andrea, quindi ha fatto due più due- continuò, io la guardai senza dire una parola, non credevo molto alla sua versione
-Senti Totta, queste sono cose da film, la realtà è ben diversa e cioè, lui crede che io stia con Andrea ma in realtà non gliene frega niente di me- dissi alla mia migliore amica –E ora scusami ma vado da Andrea, vado a vedere come sta- conclusi avviandomi verso l'aula dei ragazzi, lasciando Carlotta li da sola in mezzo al corridoio, quando fui davanti all'aula aspettai che uscisse qualcuno così da farmi chiamare Andrea
-Emma!- mi chiamò una voce, senza farci caso mi girai, Marco mi stava guardando, li in piedi sui tacchi, nel mio vestito nero monospalla che scendeva stile impero fino a sopra le ginocchia, i capelli riccioli, non riuscii a dire una parola, era bellissimo, pantaloni e camicia neri, cravatta blu, i capelli perfettamente dritti –Sei...sei... bellissima- mi disse quasi imbarazzato, io avvampai, sentii le mie guance scottare, istintivamente abbassai la testa e sorrisi guardandomi le scarpe
-Grazie- sussurrai imbarazzata
-Che ci fai qui?- mi chiese, io alzai la testa
-Cercavo Andrea- risposi, lui si morse il labbro
-Guarda che se sei venuta per dargli un bacio, poi ti si rovina il rossetto- mi disse lui fissandomi con disprezzo, io lo guardai
-Non sono venuta a dargli un bacio- risposi piccata -Comunque se ti interessa, non sto insieme a lui- con-tinuai
-E come mai te lo fai ogni tanto? Cos'è siete scopamici?- mi domandò mettendosi le mani sui fianchi, io sbuffai infuriata
-È mia sorella, quella di cui stai parlando è mia sorella, lei si fa Andrea, io non me lo faccio Andrea- ribadii
-Anche qui a scuola è tua sorella?- mi domandò lui imperterrito
-No, li ero io, poi si è messo con mia sorella, quindi non me lo sono più fatto- spiegai arrabbiata, lui rimase in silenzio –E comunque cosa cazzo te ne frega di quello che faccio io con Andrea?- gli domandai, lui mi guardò negli occhi
-E perché tu ti facevi Andrea?- mi chiese lui di rimando
-La domanda l'ho fatta prima io- dissi io, lui sbuffò
-Sei impossibile, Corvaglia- disse allargando le braccia, io alzai un sopracciglio
-Anche tu, Ferri- risposi –Avanti rispondi- ribadii, lui fece un respiro profondo
-Perché sono geloso....- aspettai che finisse la frase -...di te- concluse, un colpo al cuore, rimasi in silenzio e abbassai lo sguardo –Ora tocca a te rispondere- disse lui
-Lo baciavo per farti ingelosire- raccontai –E a quanto pare ci sono riuscita- continuai
-Emma!- mi chiamò la voce di Andrea, lanciai un ultima occhiata a Marco, poi mi voltai per vedere Andrea, era molto carino, camicia bianca e pantaloni neri, cravatta nera, andai verso di lui e lo abbracciai
-Come stai?- mi chiese –Agitata?- mi domandò ancora
-Un po', tu?- gli domandai, lui annuì
-Corvaglia, cosa fai qua?- mi domandò la professoressa di musica
-Mi scusi prof, volevo vedere come stava Andrea- mi scusai
-Va bene, vai a chiamare le tue compagne, tra poco cominciamo- mi disse, io annuii e salutai Andrea, poi mi allontanai e lanciai uno sguardo a Marco, era davvero geloso di me? Ero riuscita nel mio intento?

Facciamo un gioco? Chi s'innamora prima, perdeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora