Cap. 8

284 14 5
                                    

-"Credevo di averti dimenticata, anzi, lo avevo fatto, ma il destino ha voluto che ci incontrassimo e che tornassimo insieme, è un segno!"

-"Youssef... ho bisogno di parlarti..."

-"Quando vuoi! Sono disposto a mollare tutto per te, pur di vederti anche per qualche secondo"

-"Oggi pomeriggio? Oppure adesso?"

-"Non posso aspettare il pomeriggio per vederti, adesso va benissimo".

Avevamo deciso di incontrarci nella caffetteria dove avevamo visto Yassine la scorsa volta. Dovevo parlargli, il prima possibile. Quella giornata ero libera e non avevo nessun impegno, era perfetto. Uscì di casa dicendo a mamma che ero da Olfa. Appena chiusi la porta e mi voltai incrociai gli occhi di Yassine, era lì appoggiato sullo stesso muretto di fronte casa mia. Stavolta ero io ad andargli incontro, sorprendendolo.

-"Perchè l'hai fatto?" gli chiesi con rabbia 

-"Cosa? Fidanzarmi?" io sospirai confermando la sua domanda

-"Ma sei sicura di volerne parlare qui di fronte casa tua?" disse ridendo

-"Effettivamente non ho tanta voglia di perdere il mio tempo con te da qualche altra parte..."

-"Preferisci perderlo col pasticciere invece..."

-"Come fai a sapere che è un pasticciere?"

-"So quello che basta su di lui..."

-"I miei complimenti, non ti sfugge nulla"

-"Mi stai sfuggendo tu..." mi guardò intensamente, in quel momento sentì mancarmi il respiro.

-"Yassine devo andare..." dissi voltandomi e lasciandolo alle mie spalle, quella volta Yassine mi aveva lasciata andare senza dir nulla.

Dopo qualche minuto mi arrivò un messaggio:

"Voglio vederti oggi pomeriggio, alle 16 ai giardinetti di fronte la fabbrica dove lavori. Ti aspetto. Se non verrai uscirò per sempre dalla tua vita. Yassine."

Lui, il suo sguardo, le sue parole, questo messaggio, sembrava come se Yassine fosse così certo dei suoi sentimenti per me che non voleva perdere altro tempo. Dovevo incontrarlo, sennò lo avrei perso per sempre, e non volevo. Andai alla caffetteria e come mi aspettavo, Youssef era già lì ad aspettarmi. Appena mi vide si alzò sorridendo e venendomi in contro. Mi prese la mano dolcemente e mi fece accomodare. Youssef era un ragazzo di una tenerezza indescrivibile ma non era il mio lui, mi sentivo in colpa abbastanza per aver passato del tempo con lui pensando ad un altro.

-"Ho già ordinato il tuo frappè preferito! Fragola e vaniglia!"

-"Grazie..." arrossì, lui continuò a guardarmi sorridendo

-"Rendi tutto così difficile... quello sguardo, il tuo modo di fare..." cercai di dir qualcosa

-"Perchè difficile? Cosa c'è che non va?" si intrisistì. Sospirai "possiamo parlare fuori?" dissi indicando la terrazza. Youssef annuì, il tono della sua voce iniziò ad alzarsi e lì c'erano un pò di persone, preferivo parlargli a parte per evitare scenate. Lui si appoggiò sulla ringhiera con le braccia incrociate in attesa di quello che dovevo digli.

-"Tu non capisci o fai finta di non capire? Te l'ho detto tante volte ma tu continui a starmi dietro, a cercarmi, a chiamarmi... Youssef devi cercare di capire che non c'è speranza con me, io non posso vivere con una persona che non amo e che non amerò mai... non fermare la tua vita per me..." dissi tutto d'un fiato. Lui continuò a guardarmi tenendo la bocca serrata, poi vidi scendere una lacrima. Annuì col capo , si asciugo la lacrima e se ne andò. So che gli avevo fatto male, mi odio per questo, a volte michiedo se avevo davvero un cuore, poi penso a Yassine e sento che qualcosa batte nel petto. Ah già Yassine! Guardai l'orologio del locale, erano le 15.30 dovevo sbrigarmi. Uscendo dalla caffetteria vidi una folla enorme, incuriosita andai a vedere cosa stava succedendo sconstando le persone.

-"Oddio Youssef!" gridai. Era disteso a terra, era stato investito uscendo dal locale, notai. Corsi da lui, mi inginocchiai e cercai di svegliarlo.

-"Youssef ti prego apri gli occhi!" dissi piangendo. Era come se stesse dormendo, aveva battuto la testa e perdeva molto sangue, non si muoveva, non parlava, sentivo solo il suo respiro rallentare sempre di più.

-"Scusi signorina, dobbiamo portarlo d'urgenza in ospedale!" mi disse l'infermiera staccandomi da lui. Lo misero sulla barella e lo fecero entrare in ambulanza.

-"Posso andare con lui, lo conosco!" chiesi all'infermiera

-"E' una sua parente?" 

-"No... ce... sono la sua ragazza!"

-"Va ben4e salga". Appena arrivai in ospedale, Youssef fu portato d'urgenza in sala operatoria, aveva un emorragia cranica. Non feci altro che piangere, scommetto che era uscito dalla caffetteria senza pensare e sopratutto senza guardare la strada. Speravo solo che si salvi e che guarisca presto. Mi ricordai di Yassine e dell'appuntamento guardai l'orologio, erano le 17.40, lo chiamai una decina di volte ma rispondeva la segreteria, aveva spento il telefono, non ci sono dubbi. Avevo perso Yassine, credo, e rischiavo di perdere anche Youssef. Dopo un pò chiamò mia madre, voleva sapere che fine avevo fatto, m'inventai che avrei perso ancora del tempo con Olfa. Ero disperata e l'attesa mi stava uccidendo. Decisi di chiamare Olfa.

-"Olfa ho bisogno di te... devi venire adesso"

-"Calma Sonia... dove sei? Perchè piangi?" si agitò Olfa

-"Youssef è stato investito... è in sala operatoria da due ore, ancora non è uscito nessuno... vieni ti prego sto impazzenso non so che fare" dissi in lacrime

-"Certo... arrivo subito ma tu cerca di star calma!". Mentre ero immersa nelle lacrime, qualcuno mi chiamò

-"Sonia!" mi voltai, era Nour.

-"Ma che succede? Perchè piangi?" si preoccupò

-"Ciao... un mio amico... che era il mio ragazzo è stato investito e adesso lo stanno operando..."

-"Oh mi dispiace... andrà bene vedrai" disse abbracciandomi. Improvvisamente uscì l'infermiera.

-"Tu accompagni il paziente?" mi chiese l'infermiera

-"Sì sono io, come sta?"

-"La situazione è critica, sta perdendo molto sangue e abbiamo bisogno di un donatore immediatamente"

-"Io... posso donarlo!"

-"Ci serve un AB positivo"

-"Io sono AB positivo" disse Nour "donerò io il sangue"

-"Davvero lo faresti?" la abbracciai "Grazie Nour, grazie infinite!"

-"A me fa piacere aiutare chi ne ha bisogno"disse sorridendo

-"Vieni presto" disse l'infermiera portando via Nour

-"Sonia!! Tutto ok?" arrivò Olfa "che ci fa Nour qui?"

-"Un gran casino ed è tutta colpa mia" dissi continuando a piangere.

Non sempre l'amore rende feliciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora