Golden Days

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Luke si passò per l'ennesima volta una mano sul suo volto, sì quello che gli usciva dal naso era sangue. Robert aveva omesso un piccolo particolare della sua vita, Gerard Way e Frank Iero. Quella mattina il biondo stava tranquillamente camminando per i corridoi della sua scuola, pensando ai suoi progetti con i Marianas Trench, aveva trovato un modo in cui occupare i suoi pensieri, ma poi un ragazzo con i capelli rossi lo aveva assalito e non sapeva assolutamente perché lo aveva iniziato a picchiare. Adesso era accasciato a terra, a pentirsi di aver indossato un maglietta bianca e di aver scambiato vita con un ragazzo che veniva picchiato giornalmente da due emo di merda. Che poi perché? Perché Robert gli permetteva di farlo? Perché loro lo facevano? Ovviamente nessuno stava anche solo provando ad avvicinarsi al ragazzo accasciato a terra e ovviamente Luke non aveva voglia di alzarsi e anche volendo non aveva nemmeno la forza. Sentì altra pressione nel basso addome, un altro calcio di Gerard, aveva tenuto gli occhi chiusi tutto il tempo per questo pensava se ne fossero andati. Rimase in quella posizione per attimi che sembrarono eternità, un ragazzo di vent'anni che si faceva picchiare da un ragazzino di diciotto anni. La parte più disgustosa era che probabilmente Luke non avrebbe reagito nemmeno se non fosse stato nei panni di Robert, perché Gerard era troppo forte. Sentì un taccheggiare avvicinarsi, continuò comunque a rimanere in quella posizione fetale, le nocche delle mani strette attorno alle gambe erano diventate bianco latte ed il sapore metallico del sangue continuava a stuzzicargli la lingua. Sentì una mano poggiarsi sulla sua spalla –Tutto okay?- riconobbe la voce di Ashton, non si sarebbe mai avvicinato a lui se ci fossero stati Frank e Gerard , per questo si sentì libero di aprire gli occhi –Insomma Ash-

-Andiamo in infermeria- lo prese per un braccio aiutandolo ad alzarsi –Grazie- il riccio gli sorrise –Di che? Siamo amici no?- Luke sentì scaldarsi il cuore, perché Ashton aveva un sorriso bellissimo e nessuno voleva mai vederlo, era buono, gentile ed intelligente e nessuno lo aveva mai apprezzato, non riusciva a capire il perché.

-Ovvio- rispose convinto il biondo prima di sputare un po' di sangue sull'erba del cortile anteriore, l'infermeria era dalla parte completamente opposta all'istituto –Ci tornerò tante volte, vero?- Ashton annuì –Però da adesso ti accompagnerò io, non sei felice di questo?- probabilmente stava scherzando, ma lui era davvero felice di avere quel ragazzo e Jack accanto in quel suo percorso e sperava che Robert se li sarebbe tenuti stretti –Io sono davvero felice, Ash.-

-Davvero?- Luke annuì. –Anche io sono felice di averti accanto Robert, mi stai aiutando un sacco, sai?-
-Ne sono felice- un sorriso si impadronì del suo volto, tutto il panico di pochi minuti prima si era appena perso in quel sorriso, in quella conversazione con il riccio.

–Tu meriti più amici- disse convinto Luke –Non credo, li avrei se no? Giusto?-

-Sbagliato-
-Perché?- Ashton aiutò il più grande a sedersi sul lettino dell'infermeria per poi aggiustarsi la montatura rotonda sul naso –Perché sei tu che ti nascondi nel tuo mondo, vedi che quando ti sei aperto un po' hai trovato me? Hai trovato i Marianas Trench!-

-Si a proposito di questo- lasciò che le parole si perdessero nell'aria appena l'infermiera, una signora con le guanciotte piene e l'aria fiabesca, entrò. –Okay Luke ci vediamo oggi con l'incontro, va bene?- il biondo annuì per poi concentrarsi sul quello che gli stava chiedendo l'infermiera –Gerard vero?- non fece altro che annuire.

Prima che finissero le lezioni Luke incontrò Gerard e Frank per altre due volte, ovviamente come di rito subì pugni e schiaffi, ma nulla di grave da finire in infermeria. Sperava di trovare pace e tranquillità tornato a casa, ma tutto quello che trovò furono urla insopportabili e pugni al muro da far quasi tremare le finestre. Erano Karen e Michael che litigavano –Sei inutile!- urlava la madre mentre il ragazzo continuava a ripetere che non era vero – A cosa mi servi? Tu non sei come tuo fratello!- Luke sentì un fitta al cuore, come poteva dire quelle cose a suo figlio, nessuno nasce per servire a qualcosa. Nemmeno Robert serviva a niente, serviva solo per farle spendere soldi in libri e farla preoccupare per la sua sanità mentale da scienziato pazzo. –Che cazzo dici mamma? Che cazzo di- si interruppe per lasciare uscire un singhiozzo, stava piangendo. Non aveva vissuto per diciotto anni con Michael, ma era sicuro che nemmeno Robert lo avesse mai visto piangere. –Trovati un lavoro che ne so io. Non ti voglio più in questa casa-

Il posto dei santi; MukeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora