Runaway

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Se due mesi prima aveva pensato di odiare Brendon senza pensarlo davvero, adesso non poteva dire lo stesso. Perché il suddetto ragazzo aveva deciso di organizzare un appuntamento a quattro con Thomas, senza però avvertire Robert. Quando Brendon lo aveva invitato a cenare fuori, aveva pensato di poter riuscire ad affrontare una stupidissima cena, ma adesso che era appena entrato in pizzeria ed aveva visto seduto insieme a lui e Dallon anche Thomas, aveva capito che in realtà quella cena lui non la voleva affrontare. Barcollò verso il tavolo fino a raggiungerlo e sorridere timidamente al ragazzo con i capelli neri, per poi girarsi furioso verso Brendon che sembrava piuttosto soddisfatto del suo piano. Robert Clifford non aveva mai picchiato nessuno, ma quella gli sembrava la serata perfetta per iniziare a farlo. –Puoi venire un attimo con me?- disse cercando di sembrare il più tranquillo possibile, Brendon annuì prima di seguirlo sul balconcino antistante all'entrata. –Come ti è venuto in mente?-

-Cosa?- disse il moro alzando le spalle, davvero non capiva. Non poteva dargli tutti i torti, Luke era gay e Thomas invece bellissimo, come poteva pensare che lo stesse rifiutando anche solo per una notte? –Dovevi dirmelo!- come se il problema fosse solo quello, lui Thomas proprio non lo voleva ed era difficile ammettere di avere una cotta imbarazzante per Gwen. Lei era così imperfetta da sembrare perfetta, ed era difficile spiegare cosa intendesse Robert, solo che lei aveva i capelli colorati e un piercing e la trovava così diversa e bellissima. –Io non ti capisco Luke, davvero!- Brendon lo ridestò dai suoi pensieri –In che senso?- chiese, sapeva la risposta. Si sentiva in colpa perché era costretto a mentirgli, ma anche se non voleva , non poteva fare altrimenti. Era per il bene suo e di Luke stesso, poteva rischiare di perdere un'amicizia di anni per la cazzata di una sera e sarebbe solo stata colpa della cattiva recitazione di uno squallido diciottenne. Seguì Brendon prendere una sigaretta dal pacchetto mezzo vuoto e portarsela alle labbra, per poi accenderla ed aspirare. Quando sputò fuori il fumo continuò –Non mi dici più niente. Una volta io ero la tua famiglia, ora ti porti dietro quel diario rosso! Non ti confidi con me, scrivi dentro quel- aspirò di nuovo, in cerca della parola adatta, per poi uscirsene con –coso- disse stancamente.-Sembri un cazzo di quindicenne, Luke! Una volta ti bastavo io.-

-Sei geloso di un diario?- ridacchiò Robert, mentre gli sfilava dalle mani la sigaretta. –Forse. Voglio solo che tu mi veda come ero una volta, come un fratello, capisci?- disse alzando le spalle. Il biondino tossicò sentendo il sapore agro del tabacco sulla lingua, come facevano a fumare quella cosa? –Tu sei mio fratello, Bri.- Un sorriso timido si impadronì del volto di Robert, mentre prendeva di peso Brendon per poi abbracciarlo –Thomas è troppo per me.- mentì e si maledisse in almeno cinque lingue diverse, perché ancora una volta non era riuscito a starsi zitto. –E' questo il problema?- Robert annuì, mentre lasciava che Brendon si posizionasse meglio nell'incavo del suo collo. –Provaci- borbottò a labbra chiuse. Il biondo annuì soltanto, immaginando che quella risposta si riferisse anche ad altro. –Ora entriamo che il tuo Romeo ti aspetta-.
Quando entrarono Dallon e Thomas stavano parlando tranquillamente, pensò che sarebbe stato perfetto se avesse apprezzato davvero il ragazzo scuro. Perché quello era un quadretto perfetto, i suoi due migliori amici che chiacchieravano allegramente con il suo ragazzo. Ma purtroppo la dura verità lo investì in pieno petto, letteralmente, quando una ragazza adesso con i capelli verdi gli fece finire una pietanza addosso. –Oddio mi scusi!- disse mentre raccoglieva da terra quello che rimaneva del piatto, ormai distrutto, come le speranze di Robert di potersi far piacere Thomas. –Gwen?- disse Brendon come a dare un senso ai pensieri del biondo –Brendon, Luke! Che ci fate qui?-

-Siamo venuti a cenare con Tom e Dallon- rispose il biondino nervosamente –Oh i ragazzi, sì. In che tavolo siete?-. Fortunatamente addosso a Robert era finita solo qualche foglia d'insalata, mentre la bistecca al sangue aveva lasciato la sua impronta sulla camicia bianca del moro, che stava indicando alla ragazza il tavolo in cui erano seduti. –Sistemo qui e vi raggiungo subito!- .

Il posto dei santi; MukeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora