Capitolo 45

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Megan's POV

La prima cosa che ho fatto, o meglio, che abbiamo fatto io e Cam, è stata quella di andare immediatamente a casa e prendere i nostri documenti e tutto ciò che ci serviva per partire. Mentre chiudo le valige sento Cam parlare al cellulare.
"Si...tra due ore?... Non ci sono altri voli prima...okey saremo li tra un ora" dice al telefono riagganciando.

"Ho chiamato quelli dell'aeroporto, non ci sono voli per Milano al momento, ma tra due ore " dice entrando in camera

"è meglio partire subito, per essere sicuri di arrivare in tempo" dico.

"Già, hai ragione" dice.

Carichiamo le valigie in auto e ci dirigiamo verso l'aeroporto.

2 ore dopo.

Sono ormai due ore che voliamo per raggiungere Milano, e non posso fare a meno di paragonare questo volo con quello dell'altra volta.
Adesso c'è silenzio.
L'altra volta ridevamo.
Adesso siamo tristi.
L'altra volta eravamo felici.
Adesso sembriamo due persone tranquille, ma dentro sentiamo una tempesta perché un pezzo fondamentale della nostra vita ci è stato tolto.
L'altra volta invece non sembravamo tranquilli, lo eravamo davvero.
Volto lo sguardo verso Cam, è incredibile quanto io ami questo ragazzo. Il padre di mio figlio, lo stesso figlio che cerchiamo disperatamente.

Ha appoggiato la testa al finestrino con gli occhi chiusi.
Ha due occhiaie molto evidenti, anche perché non ha proprio dormito.
Non riesco davvero a non incolpare me stessa.

Mi sono messa a pensare alla mia vita, che in quel momento sembrava davvero perfetta, e in men che non si dica rapiscono mio figlio.
Stanno soffrendo tutti. Emily è triste non sorride più, cerca di tirarmi su il morale ma poi è la prima ad averne bisogno. Nash ricaccia dentro le lacrime un sacco di volte quando ne parliamo. Ma sopratutto Cameron.

Gli ho portato via suo figlio.

Di nuovo.

E mi odio per questo.

Perchè è tutta colpa mia.

Io non merito nessuno dei due.

Non ho meritato la possibilità di trasferirmi a New York, non merito di avere a fianco una persona come Cameron, non merito un'amica eccezionale come Emily, non merito un figlio splendido come Logan.
Io merito solo sofferenza.
Il mio destino era quello di rimanere a casa con quei miei "genitori" e di continuare a soffrire.

"Megan... Non piangere" la sua voce.
Non mi sono nemmeno accorta di aver iniziato a piangere.
Lascio ormai libero sfogo ai miei singhiozzi.
Le braccia di Cameron si posizionano dietro la mia schiena, e mi ritrovo la faccia schiacciata contro il suo petto.
"Shh... Vedrai Megan andrà tutto bene, te lo prometto"

"è t-tutta colpa m-mia" dico versando tutte le lacrime disponibili nel mio corpo.

"Non dirlo nemmeno per scherzo Megan." dice guardandomi serio.
"Sono solo uno sbaglio C-Cameron, io non ti merito non merito nessuno di voi io mi merito solo di tornare a casa con i miei genitori e continuare a soffrire come ho fatto fino ai 18 anni, non mi merito un fidanzato stupendo come te, ne un figlio splendido come Logan, perché non sono in grado di rendervi felici" queste cose le ho appena pensate, eppure dette a bassa voce fanno cosi male.
"Ma che diavolo stai dicendo Megan? Tu sei la cosa più bella che mi sia capitata. Tu non ti meriti quello che hai perché ti meriti ancora di più, devi credermi Megan non puoi incolparti per qualcosa del genere, io ti amo Megan e questo non cambierà mai. Ti amo più di me stesso, e amo Logan più di me stesso. Siete tutta la mia vita, una parte di essa al momento non è presente, ma stiamo andando a prenderla e appena la troveremo, ci dedicheremo a qualcosa di molto molto bello che avevo in mente già da un po'..." dice, ma quanto mai posso amare questo ragazzo?
"Grazie Cam, davvero " dico ma le sue labbra mi impediscono di terminare la frase. Quanto mi mancava assaporare le sue labbra. Chiede l'accesso che gli consento immediatamente, rendendo il bacio ancora più travolgente. Ci stacchiamo solo per riprendere fiato, facendo in modo che le nostre fronti si tocchino.
"Ti amo" sussurro a pochi centimetri dal suo viso.
"Anche io Meggy, e ricorda..."
"Cosa?"

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