-"Sammuele ho già preso tutto, andiamo. Datti una mossa, non abbiamo tutto il tempo del mondo"
- "Si arrivo.Ma dove andiamo?"
- "Qualsiasi posto è sicuramente meglio di questo. Casa nostra è stata attaccata troppe volte per rimanere qui. Dobbiamo cercare un rifugio più sicuro".
Con lo zaino in spalla e la tristezza nel cuore per l'abbandono di ciò che da sempre rappresentava la culla dei nostri ricordi più felici oramai caduta in rovina, attraversai la strada riflettendo sul da farsi quando un auto sportiva color argento schizzò a tutta velocità tagliandoci la strada. Ma quasi rinsavito, sgommando, tornò indietro parcheggiando di fronte ai nostri occhi.
Subito un campanello d'allarme mi risuonò in testa.
- "Sammuele qualunque cosa succeda, se urlassi «scappa», corri via all'istante. Non guardarti indietro, trova un posto sicuro e nasconditi" aspettavo una risposta ma neanche un piccolo suono scaturí dalle sue labbra. "Hai capito?" dissi aspramente.
- "Si, ho sentito ma non obbediró. Non lascerò mia sorella da sola a sporcarsi nuovamente le mani per affrontare l'ennesimo Morsit".
Mi voltai di scatto con lo sguardo truce pronta a fulminarlo all'istante ma i suoi occhi color zaffiro dileguarono il mio rimprovero che morì in gola. Sammy era così sicuro di sé come non mai. Non era più un bambino ma un uomo. Odiavo infinitamente mio padre e quella razza di obbrobri per quello che eravamo diventati.
E poi lo vidi.
In quel esatto momento un affascinante uomo dai capelli brizzolati scese dall'auto. Era alto con un fisico scolpito che si intravedeva dalla camicia color ghiaccio indossata sotto l'abito scuro che sottolineava ogni guizzo dei muscoli marmorei. Possedeva dei lineamenti duri che raccontavano la storia di un uomo che aveva sofferto molto nella sua vita. Mostrava delle piccole rughe, stranamente molto attraenti, soprattutto quando sorrise e una piccola rughetta comparve sulla fronte rendendolo ancora più perfetto di quanto era già.
- "Immagino tu sia Selene" disse allontanandosi dall'auto e facendosi più vicino.
- "Chi sei? Sta lontano! Non osare avvicinarti!" e con un filo di voce proseguii.
-"Sammy preparati a correre verso la vecchia chiesa"
Continuavo a non perdere di vista l'uomo ma per una frazione di secondi riuscii a smarrirmi tra i suoi occhi color ghiaccio ma grazie alla sua voce profonda tornai vigile e quando affermò con sicurezza e finta cordialità:"Sono un amico", urlai: "Sammy corri".
Afferrai la mano di Sammuele e correndo a più non posso cercai una via di fuga. Continuavamo a muoverci con passo ferreo, senza sosta, ma qualcosa non andava. Non si udiva alcun rumore di passi inseguirci,così voltandomi di scatto cercai il nostro aguzzino notando che nessuno era alle nostre calcagna. Il Morsit era sparito nel nulla.
-"Dove diavolo è finito quel succhialinfa!?" dissi basita.
-"È sparito"affermò Sammy sbalordito.
-"Ragazzina, credevo fossi più sveglia. Come hai fatto ad uccidere un Morsit è un mistero, mi sorprende che tu sia riuscita a tenere testa e ferire quindici demoni l'uno dopo l'altro" disse lo sconosciuto materializzandosi proprio davanti ai nostri occhi.
Senza esitare mi trasformai in uno scudo vivente per proteggere mio fratello e con eccessiva convinzione spalancai le labbra e dissi:
-"Non ho paura di te demone schifoso. Cosa volete da noi?Lasciateci in pace una buona volta, non vi è bastato distruggere la nostra famiglia? Cerchi di portar via anche mio fratello? Non sarà così facile sbarazzarsi di me. Ho eliminato mio padre senza grande cerimonie cosa mi impedisce di uccidere uno sconosciuto. Non avvicinarti!"
Ad ogni parola che proferivo corrispondeva un suo passo nella mia direzione. Lui avanzava e io indietreggiavo.
-"Non voglio assolutamente farvi del male. Sono qui per riportarvi dal resto della vostra famiglia" disse con quel suo modo elegante e a tratti convincente.
-"Noi non abbiamo una famiglia" gridò Sammy innervosito da dietro le mie spalle. Continuavo a indietreggiare con le sue mani legate intorno alle mie gambe e il succhialinfa che si faceva terribilmente vicino.
-"I Morsit sono la vostra famiglia. Siete Morsit Selene, in te e Sammuele scorre lo stesso sangue di vostro padre, siete .. "
Stava per ripetere nuovamente quella dannata parola con quella voce calda e profonda con cui sicuramente riusciva a dominare ogni tipo di essere vivente e con cui creava le sue marionette personali. Cercando di allontanare ogni sorta di attrazione nei confronti di quel demone urlai:-"Sta zitto! Non siamo come nostro padre. Condividiamo lo stesso sangue ma non uccidiamo gente innocente".
-"Selene ascoltami" disse con voce bassa e cupa continuando a fissarmi negli occhi. Il suo sguardo era così intenso e profondo, poi a tratti riflessivo e pauroso. La sua espressione cambiò ancora, dalla preoccupazione passò all'eccitazione quando disse di nuovo il mio nome quasi si stesse sgretolando tra le sue labbra:
-"Selene" sibilò e si avvicinò fino ad accarezzarmi il viso.
La mia reazione fu istintiva.
-"Non toccarmi schifoso!"
Poi fu tutto così veloce e inaspettato che non mi resi conto di nulla.
Non appena lo sconosciuto entrò in contatto con il mio viso si bruciò.
La sua espressione di stupore lasciò il posto al dolore per quella scottatura improvvisa.
-"Come diamine hai fatto?" disse scioccato.
-"Sta attento. Se ti avvicini di nuovo qualcosa di più grave potrà accaderti"affermai sicura.
Il demone continuava ad osservare incredulo la bruciatura sulla mano e Sammy ed io, come due fulmini, corremmo via da quel luogo infame.
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L'eletta
ParanormalQuando una strana razza di demoni prende il sopravvento su ogni essere umano puoi ritrovarti nei guai. Soprattutto se scopri che tuo padre è uno di loro e sei l'ultima sopravvissuta di un élite che può distruggerli. Questa è la storia di Selene, una...