XIX

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Ero sdraiata su un fianco da ore, non riuscivo a smettere di guardare il suo viso inquieto e le sue labbra gonfie dormire. Svegliarsi ogni giorno con un uomo del genere al proprio fianco era un magnifico e inebriante sogno. Ma quando la sveglia suona ogni sogno, anche il più paradisiaco, ti scoppia in faccia proprio come una bolla di sapone e quell'acqua saponata aveva appena infettato i miei occhi. Due lacrime solcarono il mio viso. Ero sempre stata conscia che questa relazione era sbagliata e di sicuro non avrebbe funzionato. Accarezzai un'ultima volta i suoi capelli setosi post coito e poggiai le labbra sulle sue, dovevo dirgli addio. Senza far rumore mi alzai dal letto e camminando in punta di piedi, nuda come un verme, corsi via come un ladro. L'intera suite era sotto sopra. Avevamo fatto sesso su ogni centimetro possibile della camera e senza volerlo scattai un'istantanea ad ogni angolo di quel casino immenso che era stata la mia vita fino a quel momento. La notte di sesso sfrenato più perfetta della mia vita. Entrai in bagno con lo stesso passo celere di un condannato a morte presso la gogna e senza volerlo mi guardai allo specchio. Cercavo di scrutare delle risposte in fondo a quell'immagine scarna e sporca. Ero pronta a lasciare tutto questo? A tornare alla realtà?
"Fallo!"
Di nuovo quella dannata voce. Dio! Sophie compariva e spariva nella mia testa oramai da ore, continuavo a respirare per mantenere il controllo del mio corpo e sembrava funzionare. Aprii il borsone di Marcus e tirai fuori una vecchia tuta, sembrerò un barbone ma riuscirò ad uscire senza problemi. Indossai un cappellino da baseball e un paio di rayban scuri lasciando indietro quel morsit sexy da solo nella stanza.
-"Addio Marcus" sussurai raggiungendo la hall dell'hotel. Tenni la testa bassa cercando di non dare nell'occhio e poi sentii la sua voce squillante chiamarmi.
-"Selene dove vai conciata così?"
-"Savannah!" risposi sorpresa a quella modella affascinante dalla pelle scura strizzata in un vestito aderente e striminzito verde smeraldo che metteva in risalto ogni piccola forma. Dio possibile che essere un morsit rendeva tutti cosi ammalianti e seducenti?
-"Raggiungo il supermarket qui all'angolo. Torno subito" balbettai arrancando la prima scusa che mi balenò in mente. Facendo la finta tonta cercai di superarla come se niente fosse ma come previsto si materializzó di fronte ai miei occhi.
-"Dove scappi alle prime luci del'alba?"
-"Savannah, io..."
-"Lo so non vuoi far soffrire mio fratello, è per il suo bene e non per  il tuo. Ho già sentito questa cazzata molto tempo fa" disse sbuffando.
-"Ascolta ..."
-"No ascolta tu. Sophie ha distrutto mio fratello più di una volta. Ma l'ultima ha quasi spazzato via la mia unica famiglia e dopo l'evento di ieri sera non le concederò un'altra opportunità. Queste sono le chiavi dell'auto" disse tirandomi un mazzo colorato e continuando il suo sproloquio eccessivo "È parcheggiata qua fuori. Spero tu sappia sparire in meno di 10 minuti, perché Marcus ti troverà in pochissimi secondi quando si accorgerà della tua assenza".
-"Parli della stessa Sophie che mi ha fatto impazzire? La stessa Sophie che è imparentata con Ermes? Nello specifico sua sorella?"
-"Parlo della sua bisbisbisnipote. Il sangue di Sophie e così parte della sua anima, passa da un erede all'altra e come da tradizione porta il suo nome in onore di quella magnifica salvatrice del mondo che non è. Sono degli involucri umani in cui è incatenato lo spirito della sorella di Ermes. Insomma una sorta di horcrux. Il tuo caro amichetto di famiglia, Zaccaria, non ti ha parlato di come ha soffiato decennio dopo decennio l'erede di Sophie da sotto il naso di mio fratello?"
"Non capisco"
"Cosa non comprendi? É un evento ciclico mia cara e tu fai parte di tutta questa grande messa in scena e finisce sempre allo stesso modo. Mio fratello rimane fottuto, torna a casa con la coda fra le gambe e devo raccogliere i pezzi. Credevo che questa storia fosse finita con lo sterminio della tua razza e di quella di Sophie. Erano oramai decenni se non millenni che un'eletta non nasceva e poi ti sei presentata tu ma nel tuo sangue non c'è alcuna traccia del dna di Sophie"
-"Hai fatto analizzare il mio sangue?"
-"Tesoro esiste un intero fascicolo sulla tua persona" disse porgendomi una serie di piccoli quadernetti di cuoio nero con il mio nome inciso sopra.
-"Perchè Marcus non mi ha raccontato nulla di tutta questa storia?"
-"Aveva bisogno del tuo aiuto per tirarmi fuori e tu del suo per salvare tuo fratello. Sono sicura che non ha programmato il suo innamoramento per te.  Marcus è l'ultimo dei romantici ma vive di speranza e credeva, in verità anch'io lo speravo prima di ieri sera, che tu fossi diversa. Ma ti sei rivelata per quello che sei davvero e te ne liberi come se fosse spazzatura"
-"Savannah mi dipingi come se avessi calcolato tutto questo" la incalzai indicando me stessa e il mio infinito casino mentale e fisico. Continuando a parlare iniziai senza volere ad alzare i toni: "Fino a due settimane fa la mia vita era talmente noiosa che il pigiama party annuale a tema peppa pig della vicina era l'unico brio della mia vita. Mi sono ritrovata dall'oggi al domani catapultata in una realtà surreale fatta di succhialinfa e morte. Scusa se non sono come ti aspettavi, scusa se sono solo un'altra delusione per te e tuo fratello ma sai una cosa neanche tu sei esattamente la simpaticona di turno. Forse dovevo lasciarti marciare in quella dannata cella a bruciare come meriti, lurida succhialinfa" urlai enfatizzando l'ultimo poco lunghiero complimento che le avevo riservato. Cosa cavolo stavo dicendo.
-"Non ti azzardare" disse Savannah afferrandomi bruscamente il polso. Quello scatto fulminio mi mandò in bestia e senza volerlo la fiamma dello spirito tornò ad ardere e la morsit si bruciò il palmo della mano mollando la presa.
-"Non osare toccarmi. La tua libertà la devi a me, solamente a me. E sopratutto non ti azzardare a infangare il mio amore per tuo fratello, non sarò alla sua altezza e probabilmente è vero, potrei distruggere la sua vita. Ma non ti azzardare in nessun modo a dire che non mi importa nulla di lui perchè tu non hai la minima idea di cosa io stia passando in questo dannato momento"
-"Se l'amassi veramente non andresti via"
-"Se l'amassi veramente non metterei fine alla sua vita, perchè è questo che stava per accadere ieri o l'hai dimenticato? Stavo per friggere anche te Savannah e fidati ho già abbastanza sangue sulle mie mani non ne desidero altro" dissi infuriata come una bestia. 
-"Io ti conosco meglio di quanto credi, sei come tutte le altre" avvampó la morsit.
-"Credi pure quello che vuoi. Ti auguro il meglio Savannah e spero ti prenderai cura di tuo fratello meglio del polverone che hai sollevato. Stammi bene succhialinfa" risposi alterata chiudendo quella polemica assurda e surreale. Dio! Cosa mi stava succedendo?
Stringendomi nella mega felpa grigio topo di Marcus respirai il suo odore cercando di calmarmi e percorsi i cinquanta metri che mancavano verso la mia lussuosa via di uscita metallica che era la porche giallo canarino parcheggiata davanti l'hotel.
-"Guarda dove vai" affermò un uomo urtandomi malamente.
-"Dio ma in questa città siete stati tutti morsi da una vipera velenosa? Sei stato tu a venirmi contro, stupido cazzone" mugugnai le ultime parole sentendo le gambe paralizzarsi e la lingua gonfiarsi.
-"Ma cosa?" ebbi il tempo di sussurrare.
-"Sta tranquilla mia cara eletta ti riporto a casa" disse la stessa voce maschile che mi aveva colpita e notai la siringa che aveva in mano. Prima di  collassare tra le sue braccia notai la sua spirale tatuata ruotare sul suo braccio.

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