Quindici avvoltoi erano appollaiati su un grosso tronco di quercia bianca. Uomini uccello che indossavano copricapi piumati neri come la pece. Grandi occhi posti su visi scarni e attenti che osservavano fermi e senza alcun battito di ciglia la mia figura che con fare deciso e una camminata all'apparenza fiera trottava verso di loro come una carcassa pronta ad essere afferrata sotto quei lunghi artigli.
-"Signorina Selene Maria Patricia McQueen, è giunta voce all'intero Consiglio di quanto spesso lei usi fregiarsi dell'antico titolo di Eletta. Sono curioso di sapere secondo quale autorità ha deciso di sciupare e infangare il titolo di una così lunga stirpe di nobili eroi che ha sacrificato la propria vita per la nostra comunità" affermò conciso e paonazzo il più giovane degli uomini piumati sbattendo prepotentemente il palmo della mano sul tavolo di quercia.
-"Signore sono sicura di non essermi mai fregiata o autoproclamata con nessun titolo. Il vostro discepolo Zaccaria ha ampliamente rivelato questa oscura e scomoda verità a tutta la mia famiglia. Ne avrei fatto a meno per quanto mi riguarda" risposi in tono acido ma pacato.
-"Con tali parole conferma di essere un impostore e di aver usato tale titolo impropriamente" proclamò una stramba donna con un argigno ghigno sul viso, un occhio di vetro e una grossa cicatrice.
Qui siamo al limite della follia. Ditemi che è solo un brutto sogno.
-"Chi dice che non sia l'Eletta" urlò un'altro.
-"Morgan ha ragione, sapete tutti cosa è accaduto nella sala principale del maestro" sussurrò una voce stridula dal fondo della sala.
-"Non può essere l'Eletta, è solo una bambina" biascicò qualcun'altro.
-"Per di più una non-pura" blaterò un uomo.
Cercavo di parlare senza riuscire a proferir parola. Nessuno ascoltava lo scomodo ospite posto al centro di quel dibattito, mi sentivo alla gogna, kili e kili di frutta marcia colpivano la mia faccia parola dopo parola, offesa dopo offesa e io li, ferma, senza diritto di replica.
-"é solo una pedina dei Morsit come la madre"
-"Tale madre tale figlia" fece eco l'ennesimo viscido uomo uccello.
-"Dovremmo accertarci della sua vera natura"
-"La profezia è chiara"
-"Quella profezia è vecchia millenni e non ha mai portato nulla di buono come questa ragazza" urlarono ancora una volta.
Quel parlottare sempre più intenso e fitto cominciò a darmi sui nervi. Ero invisibile. Ero li davanti ai loro occhi, offendevano me, la mia famiglia e il mio essere. Quegli occhi scuri continuavano a fissarmi, a giudicarmi e odiarmi. Subivo senza essere mai interpellata, senza poter intervenire e far sentire la mia voce. Zaccaria osservava la scena senza aprir bocca, senza spendere una frase o un sussurro in mia difesa. Il vociare era sempre più intenso e la discussione era sempre più infuocata e gli insulti cominciavano ad aumentare. Il mio sangue era sporco. La mia famiglia era indegna. Mia madre era una reietta. Mio fratello un morsit disgustoso diventato un banalissimo e schifoso umano. Per non parlare di mio padre ... Alcuni provavano compassione per la povera ragazzetta metà morsit e metà cosa? Eletta? Discepola? Sangue sporco, non-pura, quasi demone, maledetta...gli appellativi continuavano a ricadere a fiumi in quella stanza sempre più silenziosa e angusta. Non sentivo più nulla e quando un lieve pizzicore caldo riempì ogni centimetro delle mie dita, la voce uscì senza avvertire.
-"Basta!" urlai con foga "Sono qui di fronte a voi per via del patto che mi lega al vostro discepolo Zaccaria. Non mi importa che voi crediate o meno al mio dono. Dubito di quello che sono dall'inizio di questa avventura, che voi ci crediate o meno. Non mi interessa fregiarmi di alcun titolo antico di chissà quale stirpe, ciò che è sicuramente indiscutibile è il mio talento..." dissi scaldandomi e colpendo in poco più di un secondo il tavolo di quercia con la luce blu "o come diavolo volete chiamarlo". Ero di nuovo ricoperta di quella calda energia bluastra, l'acconciatura ormai sfatta ondeggiava senza gravità ai lati del volto e sollevata di qualche centimetro da terra sentivo lo sguardo di tutti su di me, ancora una volta.
-"Credo che questo sia indiscutibile" affermò Zaccaria "Gran Consiglio, ciò che vi chiedo è di mettere da parte le tradizioni e aprirvi alla verità. So che mettere in discussione secoli di storia fa paura ma le circostanze ci portano a trasgredire le nostre regole e ad accettare una non-pura tra di noi. Avete visto cosa sa fare!"
-"Zaccaria questa non è la prima volta che chiedi di trasgredire le leggi secolari su cui tutta la nostra comunità crede per una momentanea visione futuristica" disse una donna dal volto angelico che entrò di soppiatto nella stanza. Era diversa dagli avvoltoi, sorrideva affabile camminando in direzione del grande Consiglio. Era fiera e feroce come una leonessa. Vestita di tutto punto e fasciata tra seta nera e stoffa damascata, tutti si inchinarono a lei.
-"Somma Sacerdotessa so di aver rischiato molte volte" sussurrò Zac inginocchiandosi. Quindi di qualcuno aveva pur paura il grande discepolo dei miei stivali.
-"Troppe oserei dire" continuò con quella voce melodiosa.
-"Selene è quella giusta" disse fermo.
-"Eri sicuro anche dell'ultima"
-"Ero offuscato"
-"Da cosa? Dalla banale emozione umana che chiamano Amore? O dal selvaggio amore carnale?" e rise di gusto. Una risata lunga e malefica da gelare il sangue. Ed eccola li quella stessa sensazione che avevo provato anche con Ermes. Due volti angelici, all'apparenza due persone eteree, gentili e buone che nascondevano il male più oscuro sotto una maschera innocua.
-"Garantisco io per lei" sentenziò quella stessa voce che molte volte mi aveva svegliata dal terpore. Alex.
-"Cadetto!" disse suo padre cercando di portarlo all'ordine ma fermo continuò una battaglia insensata in mia difesa. Per quale ragione lo stava facendo?
-"Alex ti conosco fin da bambino e hai sempre detestato i morsit cosa è cambiato?" disse la Sacerdotessa spogliando con gli occhi il mio paladino.
-"Selene non è una Morsit"
-"Non mentire a te stesso, sai bene che per metà il suo dna è morsit. Eppure questo non deturpa l'opinione che tu hai di lei. Strano" continuò andandogli incontro e osservandolo fisso negli occhi. Il volto di Alex era sempre più scuro e delle goccioline di sudore colavano lungo il suo viso. Cosa diavolo stava accadendo. Poi cadde in ginocchio e sussurrò:
-"Vi prego basta!" e sentii un singhiozzo morirgli in gola.
-"Vuoi difendere una Morsit? È questa la punizione a tale orrore" e toccando la sua spalla sentii la scapola spezzarsi. Alex non reagiva. "Posso capire, preferisci il dolore fisico a quello mentale. Sei un ragazzo astuto" e di nuovo quel rumore di ossa rotte.
-"La smetta!" urlai.
-"Selene" squiettí ancora in ginocchio Zaccaria cercando di strattonarmi giù.
-"Lasciami" dissi strappando la mia veste dalla sua morsa e dirigendomi versa quella grande sacerdotessa dei miei stivali. Tutti in ginocchio e nessuno reagiva a quella lezione di vita violenta e assurda. Neanche il padre di Alex muoveva un dito.
Senza un minimo di esitazione mi avvicinai a quella damerina e afferrandole il polso la allontanai dal mio rapitore. Tutti furono sull'attenti. I guerrieri centurioni si distribuirono nella sala pronti ad aprirmi come un cavolo verza senza troppe domande. Guardai Alex che senza parlare cercava di dirmi che quella non era una mossa saggia. 'Non possiedo nulla di saggio' volevo rispondergli ma trattenni per me quel pensiero.
-"Come osi ragazzina" disse su tutte le furie quella sorta di demoniaca donna.
-"Oso e come. Potrò non conoscere le vostre usanze e le vostre leggi, e potrò avere il sangue più schifoso del mondo ma nessuno per quanto sia ritenuto puro può permettersi di causare dolore a un altro essere umano solo per il gusto di farlo"
-"Alex sa che è per il suo bene" si affrettò a dire con fare materno.
-"Sarà pure per il suo bene ma non accetto tali violenze davanti ai miei occhi"
-"Tu non sei nessuno. Io sono la Grande Sacerdotessa" disse sfidandomi e allo stesso tempo minacciandomi. Con lo sguardo fisso sui miei occhi aspettava una qualche reazione che tardava ad arrivare. Era come se dovessi piegarmi in due al solo sguardo della maghetta da quattro soldi. Ma nulla, non accadeva niente. Scioccata sentii i suoi artigli afferrarmi il braccio in malo modo, ma di nuovo nessuna reazione.
-"Non è possibile" rispose incredula più a se stessa che ad altri "non può essere!"
-"Niente e nessuno riuscirà a far inginocchiare l'Eletta. Riuscirà a compiere il suo destino oltrepassando il velo divino con la sua potente aurea blu, distruggerà i nemici della pace..." enunciò come un mantra Alex ancora sul pavimento.
-"Questa è la prova che volevate. Neanche la Somma Sacerdotessa è riuscita a piegare la mente e il corpo di Selene. Nessuno mai è riuscito a sconfiggere Musette da quando ha messo piede sulla terra. Signori di che altra prova avete bisogno" quasi urlò alle ultime battute. Erano tutti senza parole e Zaccaria risultava nuovamente il vincitore di questa partita.
-"Non è possibile. Non esiste!"disse l'impavida sacerdotessa Musette continuando a tenere stretto il mio braccio nella sua morsa. E poi fu tutto molto veloce. La donna in preda a una crisi isterica afferrò il mio peplo sollevandomi da terra con l'utilizzo di una sola mano. "Lurida ragazzina" urlò senza ritegno.
-"Lasciatela immediatamente" irruppè Alex riprendendosi dal letargo.
-"Credi ciecamente in quella stupida profezia Al?"sussurrò quasi in lacrime ferita nell'orgoglio e nell'anima.
Al? Che rapporto aveva quella megera con il cadetto. Poi sempre più inccazzata strinse la sua presa intorno al mio collo. Dopo pochi secondi iniziai a sentire i sintomi della presa sulla trachea. 'Devi possedere una trachea invidiabile per ritrovarti sempre in questa situazione' mi comunicò la mia dea interiore. Effettivamente non faceva una piega. Fin quando pensare divenne faticoso e iniziare a respirare ancora di più. La sua morsa era sempre più stretta, cercavo di difendermi inutilmente. La Fiamma dello Spirito non rispondeva alla mia chiamata, era come se qualcuno trattenesse il calore.
'Lei è al capo del Consiglio non puoi deteriorare ulteriormente la sua posizione' si impose Sophie nella mia mente e sentii la sua mano stringere il mio pugno per evitare che una palla di luce potesse materializzarsi. Toccai d'impulso il pentagono tatuato sulla mia pelle e poi accadde di nuovo e quel tuffo nel passato offuscò tutto.
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L'eletta
ParanormalQuando una strana razza di demoni prende il sopravvento su ogni essere umano puoi ritrovarti nei guai. Soprattutto se scopri che tuo padre è uno di loro e sei l'ultima sopravvissuta di un élite che può distruggerli. Questa è la storia di Selene, una...