VII

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-"Zaccaria prenditi cura di mio fratello. È l'unica famiglia che mi rimane, fai in modo che nessuno vi trovi."
-"Non puoi lasciarmi! Non vado da nessuna parte senza di te" disse Sammy afferrandomi il polso.
-"Zaccaria è l'unico che può proteggerti. Cercano me non te. Vuoi diventare un Morsit? Non credo. Per curarti da questo gene devo assolutamente recuperare la polvere."
-"Verrò con te, ti servirà una mano per rubarla."
-"No. Non posso pensare di rubare qualcosa contenuta in un palazzo di undici piani stracolmo di Morsit e pensare di proteggere anche te. Non riuscirei a fare entrambe le cose."
-"Sono capace di badare a me stesso. Abbiamo tenuto testa a più Morsit di quanti ne abbiamo uccisi".
-"Sammy ti prego, non potrei mai perdonarmi di aver perso anche te."
-"E io non potrei mai perdonarmi di perdere mia sorella, l'unica famiglia che mi sia rimasta."
-"Tornerò, lo prometto. Voglio saperti al sicuro mentre svolgo l'incarico, se vuoi veramente ricordati di avere ancora una sorella e una famiglia devi lasciarmi andare."
Gli occhi di Sammuele comprendevano finalmente l'importanza di quelle parole e con un grosso sorriso sulle labbra disse:
-"Sarà meglio per te che torni a riprendermi, non penso di poter sopportare questo tipo troppo a lungo."
-"E io non sopporterò di avere un moccioso fra i piedi troppo a lungo quindi torna presto e per di più con la polvere, non penso di poter vedere questo esserino trasformato in un succhialinfa. Sarebbe ancora più seccante."
Sammuele diede una gomitata al discepolo che rispose con una piccola spinta. Erano complici, non potevo lasciarlo in mani migliori, Zaccaria si sarebbe preso cura di Sammy senza problemi, in fondo quei due erano molto simili. Potevo fidarmi di lui.
-"Piantatela voi due" affermai ridendo e osservando le smorfie che si facevano l'un l'altro.
-"Avete tutto quello che vi serve per il viaggio?"
-"Si signora" disse Zaccaria portando gli occhi al cielo.
-"Bene. Come faccio a trovarvi dopo aver recuperato la polvere magica anti-morsit?"
-"Prendi questo" affermò mettendomi al collo un gioiello vittoriano di bronzo con un pendente di cristallo rosso rubino. "Quando sarà ora di tornare, riscalda il ciondolo con la fiamma dello spirito e ti indicherà la strada".
-"È bellissima! Queste incisioni?  Believe.Love.S."
-"Apparteneva a una vecchia amica" disse sorridendo perso nei ricordi. "Selene me la ricordi, le assomigli molto, spero solo che avrai più fortuna"
-"Che fine ha fatto?"
-"Se ne è andata molto tempo fa" disse accarezzando il ciondolo "Meglio andare prima che qualche altro succhialinfa ci faccia le feste".
Sammy mi abbracciò forte e con voce commossa disse:
-"Ti voglio bene sorellona"
-"Ti voglio bene anch'io".
-"Forza voi due. Vi rivedrete fra meno di due settimane".
-"Sei sempre così sentimentale o oggi sei piu morbido del solito?" disse Sammy a Zaccaria tirandogli un finto pugno sul braccio.
-"Io sentimentale? Solo al sentire la parola vomito" e portandosi due dita alla gola imitó un conato. Dopo quel piccolo spettacolino si fece vicino, mi strinse l'avambraccio con una mano e con un filo di voce disse:
-"Torna tutta intera ti prego. Non potrei sopportarlo di nuovo" afferró Sammy, mi guardò un ultima volta e schioccando le dita si smaterializzarono.
Sapevo che Zaccaria nascondeva qualche trucchetto magico tra le sue mille stranezze e quel ciuffone laccato. Che avrà voluto dire con NON POTREI SOPPORTARLO DI NUOVO, forse era riferito alla mamma. Accarezzai il ciondolo senza pensare e poi lo osservai, forse si riferiva a questa famosa S. Una vecchia fiamma? Un forte schianto interruppe i miei pensieri, la porta attraversó la stanza e centinaia di schegge caddero al suolo .
-"Finalmente ci rivediamo" disse il Morsit affascinante incontrato qualche ora prima. Le sue parole mi fecero trasalire per la sorpresa.
-"Cosa ci fai qui?" dissi tra lo stupore e cos'era gioia? Perchè mai ero felice di rivedere quell'essere, dannazione Selene che diavolo ti prende. Si certo è molto affascinante ma è un tuo nemico e ha provato ad uccidere te e Sammy, dovrebbe bastare a renderlo poco appetibile al tuo sguardo. Dannazione quella camicia bianca mette in risalto ogni dettaglio della sua perfetta tartaruga e quei pantaloni gli cadono cosi bene sui fianchi. Diamine tieni a freno gli ormoni Selene, questo tipo è qui per ucciderti non per un appuntamento, torna in te.
-"Hai finito?" disse il succhialinfa divertito.
-"Finito cosa?"
-"Ciò che vedi è di tuo gusto?"
-"Scusami?!" dissi aggrottando le sopracciglia.
-"Tranquilla lo fate tutte. Mi divorate con gli occhi, però non mi sembra il momento non credi? Di solito prima mi presento" disse divertito e facendosi avanti mi porse la mano "Io sono Marcus".
Si aspettava veramente che io gli tendessi la mano? Ma che razza di sfigato avevo davanti.
-"Va bene, vuoi fare la dura. Sai non penso ti doni quell'aria accigliata, quando sorridi sei molto più carina. Ti viene una fossetta proprio li sull'angolo destro di quella piccola bocca a cuore che ti ritrovi. L'ho notata mentre osservavi tuo fratello e quel tipo strano con le bretelle"
-"Come diavolo fai a saperlo. Ci hai spiati?"
-"Chi è il tuo ragazzo?"
-"Chi Zaccaria? Scherzi?" Selene Maria Patričia McQueen stai davvero flirtando con l'uomo che è venuto qui per farti fuori?
-"Sono contento di sentirlo" disse facendosi vicino e indietreggiando mi ritrovai con la schiena contro il muro e il suo volto a un palmo dal mio.
-"Cosa vuoi?"
-"Te."
-"Perchè?" dissi fissandolo negli occhi cercando di sostenere il suo sguardo di ghiaccio. Ma rispondendo di rimando mi rifilò un sorriso così caldo che quasi mi sciolsi li contro il muro.
-"Perchè sei una donna dai capelli rossi sexy e intrigante con delle efelidi dorate che trovo così tanto attraenti da volerle scovare una per una su ogni centimetro del tuo corpo".
Come faceva a rendere così allettante ogni singola parola che gli usciva da quelle labbra turgide. Sentivo il suo caldo e seducente respiro sul mio collo e poi di nuovo sul mio viso, le nostre labbra erano cosi vicine da potersi sfiorare se solo cercassi di respirare di nuovo. Era come se il tempo si fosse fermato e ci trovassimo in quella posizione cosi accogliente da secoli. C'era un'attrazione così forte e magica che non riuscivo a non smettere di guardarlo negli occhi e osservare le sue labbra fin quando lui mi scostò un ricciolo che mi ricadeva davanti al viso e lo portò dietro all'orecchio. Dopo quel piccolo contatto mi svegliai di colpo. Dovevo andar via di li e di corsa. Gli tirai uno schiaffo e lo spinsi via correndo verso l'uscita. Non fui così veloce da raggiungerla dato che il Morsit si materializzò di fronte a me.
-"Sai nessuna donna ha mai resisto al mio fascino. Di solito dopo quel piccolo spettacolino di prima mi chiedono dove alloggio".
-"Evidentemente conosci molte donne disperate".
-"Direi semplicemente donne di buon gusto"
-"Non credo. Ho visto di meglio". A quella risposta Marcus iniziò a ridere di gusto.
-"Sei davvero unica. Mi piaci".
-"Vuoi uccidere tutte quelle che ti piacciono?".
-"Ma io non voglio ucciderti."
-"Allora cosa vuoi da me Marcus? Cosa hai da sorridere."
-"Mi piace sentire il mio nome sulle tue labbra, certo mi piacerebbe di più sentirlo mentre urli di piacere ma non si può avere tutto, giusto?" disse sussurrando la frase al mio orecchio.
Scostandosi da me, recuperò una sedia e si sedette a cavalcioni su di essa, incrociò le braccia sullo schienale e disse:
-"Ascoltami Selene, possiamo aiutarci a vicenda."
-"Ah davvero? E di grazia come puoi aiutarmi?".
-"Posso farti entrare nella sala dei trofei di Ermes e aiutarti a rubare quella polvere magica che vuoi usare per Sammuele."
-"Come fai a sapere ... Giusto mi stavi spiando."
-"Esatto. Io ti aiuterò se tu aiuterai me."
-"In cosa dovrei aiutarti? A conquistare una donna di poco conto che sia di facili costumi come quelle che ti fai di solito?"
-"Sai trovo molto affascinante il sense humor in una donna" disse alzandosi e spingendomi di nuovo contro una parete.
-"Dannazione ma non sai avere una conversazione normale con una donna che non includa anche una parete?" dissi sentendo il suo sorriso compiaciuto dietro l'orecchio.
-"Di solito hanno bisogno di un sostegno più solido per reggere i miei attacchi".
-"Forse questi giochetti funzionano con le amichette che frequenti di solito ma non con me".
-"Ne sei sicura?" disse con il suo corpo praticamente incollato al mio.
Per l'ennesima volta lo spinsi via e stavolta mi tenni in movimento al centro della stanza lontana da ogni probabile superficie di appoggio.
-"A cosa ti serve il mio aiuto."
-"Voglio che mi aiuti a salvare mia sorella."
-"Da chi?"
-"Da Ermes."
-"Quindi Ermes ha tua sorella. E come potrei mai aiutarti?" dissi continuando a gironzolare per la stanza con il suo sguardo addosso.
-"Ermes vuole te in cambio della liberazione di mia sorella."
-"E per quale insensato motivo dovrei donare la mia vita per una sconosciuta per giunta morsit?"
-"Non devi donare la tua vita, Ermes vuole che collabori con la nostra organizzazione."
-"Ah davvero? E in che modo vorrebbe collaborare con me? Mandandomi dei succhialinfa che non solo hanno distrutto casa mia ma hanno anche provato ad uccidere me e mio fratello? Perché mai dovrei fidarmi di un uomo del genere."
-"Saresti una stupida se ti fidassi di lui."
-"Non capisco allora. Mi stai dicendo di non fidarmi del tuo capo ma mi stai chiedendo di affidare la mia vita a lui per salvare la vita di una tua parente come se tu fossi una persona importante per me. Perchè dovrei fare tutto questo?"
-"Non voglio che tu affidi la tua vita a Ermes, voglio che ti fidi di me. Prenderemo la polvere e mia sorella e poi scompariremo dalla circolazione."
-"Ripeto perchè dovrei fidarmi di te?" dissi avvicinandomi a lui senza rendermene conto.
-"Cos'hai da perdere? Io sono la tua unica possibilità per introdurti nell'agenzia."
-"Non lo so, non mi fido di te."
In una sola mossa me lo trovai alle spalle, un suo braccio era avvolto alla mia vita e uno intorno al collo. Sentii di nuovo il suo respiro dietro la nuca e poi dietro l'orecchio.
-"Se avessi voluto ucciderti avrei potuto romperti l'osso del collo in una sola mossa, potrei toglierti la vita in questo stesso istante. Ma non voglio."
-"Ti ricordo che con il mio solo tocco avrei potuto bruciarti. Hai già assaggiato di che pasta sono fatta."
-"In verità non ho avuto l'onore di assaggiarti ancora" disse e mi ritrovai tra le sue braccia, con il volto tra le sue mani e il suo odore sexy tra le narici, le mani afferrarono i miei capelli e la mia schiena poggiava nuovamente contro la parete di fondo. Dannazione aveva una vera ossessione per gli appoggi. Eravamo li, a un passo da un bacio appassionante quando un boato straziante rimbombò nella casa.
-"Dannazione odio essere interrotto sul più bello" disse seccato e lasciandomi andare.
-"Cosa è stato?"
-"Devono avermi seguito. Avevo detto ad Ermes che avei proceduto secondo il mio metodo ma a quanto pare non si fida poi così tanto di me."
-"Cosa facciamo?" dissi e lui sorridendo afferrò la sedia di poco prima e sedendosi affermò:
-"Dipende solo da te. Se ti fidi di me posso portarti via da qui, ma solo se accetti il mio aiuto e prometti di aiutarmi."
-"E cosa ti fa credere di poterti fidare della mia parola."
-"Sono sicuro di potermi fidare, il mio istinto mi dice questo."
-"Tu basi tutto sul tuo istinto?"
-"Il mio istinto potrebbe sentirsi offeso dalla poca stima che hai di lui, ma non lo farà perchè sa di aver ragione. Non mi ha mai deluso in tutti questi anni e diciamo che sono in vita da un bel po di secoli rispetto a te o a tutti gli esseri umani che conosci."
Sentivo i Morsit entrare uno ad uno all'interno della casa. In pochi minuti sarebbero arrivati a noi e sarei stata nella merda fino al collo. La vita di Sammuele dipendeva da una mia scelta e a quanto pareva anche la sorella di questo tipo.
-"Tesoro starei a guardare il tuo adorato broncio per ore ma l'orologio sta per scoccare e tra pochi istanti, venti Morsit saranno in questa stanza, non posso assicurarti che siano tutti attraenti e gentili come me, quindi prendi una decisione. Sei con me o contro di me?"
-"Marcus sei li dentro?" disse una voce stridula di donna provenire dalla camera a fianco seguita da quella di un uomo che chiamava nuovamente il suo nome.
-"Dieci, nove, otto ... " disse Marcus come un orologio in countdown.
-"Okay, okay ci sto."
-"Ottima scelta ragazza, hai vinto uno stallone da monta di serie A."
-"Meno ego più azioni. Come usciamo di qui?"
-"Di solito a tutte le mie donne dico: reggiti forte tesoro!"
Vidi solo il suo sorriso sghembo comparirgli sul volto, in pochi secondi mi ritrovai in groppa alle sue spalle e ci smaterializzammo.

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