Capitolo 8

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Era sabato mattina. Vi era un caldo afoso e pur non avendo ancora iniziato a lavorare stavo già sudando. Era passata una settimana da l mio crollo emotivo di fronte a Diana e, nell'arco di questi giorni avevo iniziato a notare dei piccoli cambiamenti riguardo il comportamento della cavalla. Piccoli cambiamenti che una settimana fa avrei definito quasi irraggiungibili. Era come se entrambe avessimo abbattuto l'una con l'altra le barriere che avevamo creato, la diffidenza, la freddezza, la paura erano sparite. E se quando Jimmy aveva detto che i cavalli sono lo specchio della nostra anima, ero scettica, mentre prendevo la cavezza di Diana, ero convinta che per la milionesima volta il mio istruttore aveva ragione. 

La cavalla infatti, che era girata intenta a guardare fuori dalla piccola finestrella del box, appena sentì il ticchettio del metallo della cavezza, si girò drizzando le orecchie e, dopo aver notato chi fossi, si avvicinò alla porta del box, pronta per seguirmi ovunque l'avessi portata.

Proprio in quel momento arrivarono Jimmy e Daniel, intenti a parlare di qualcosa. Quando mi videro sorrisero entrambi e mi salutarono. E Jimmy, notando come Diana era rilassata sotto la mia mano che le accarezzava la fronte, mi fece quel sorriso. Quel sorriso che io conoscevo bene, era un misto di soddisfazione e anche un modo per farmi capire che anche stavolta aveva avuto ragione.

Alzai gli occhi al cielo sorridendo e spostando lo sguardo su Daniel che sembrava non capire cosa stesse succedendo.

Adoravo il fatto che a me e al mio istruttore bastassero pochi sguardi per capirci, come se per qualche istante tutto il resto scomparisse e ci fossimo solo io e lui.

Jimmy interruppe i miei pensieri spiegando cosa avremmo dovuto fare quella mattina "stamattina vorrei che metteste i cavalli in giostra, cinque alla volta per trenta minuti. Cominciamo coi puledri, poi quelli dei privati. Diana, Moon, Arizona, Dalilah e Grace vanno per primi." Disse indicando i cavalli nominati "Poi tutti gli altri. " concluse accendendo la piccola radio posta sopra un tavolino di legno scuro.

"Mentre i cavalli sono in giostra pulirete i box, io ho tre lezioni quindi non potete montare mentre ci sono i bambini. Tra un'ora vorrei che mi sellaste Amber, Lucky e..Red" disse l'ultimo nome guardandomi negli occhi come per accertarsi che fossi d'accordo. Annuì con un lieve sorriso. "Bene, ora se volete scusarmi devo fare alcuni ordini quindi non posso aiutarvi con i box"

"Tranquillo Jimmy" cominciò Daniel mostrandogli un sorriso sincero "ce la facciamo anche da soli" concluse.

Jimmy sorrise ad entrambi prima di dire un "grazie ragazzi" e andarsene verso la club house.

Rimasti soli ci guardammo per qualche secondo prima di sospirare e dire "Iniziamo."

Avevo ancora Diana alla longhina, prima di metterla in giostra le pulii gli zoccoli. Daniel tirò fuori Moon e fece lo stesso. Li mettemmo uno alla volta nella grange giostra verde pino che stava subito dietro la scuderia, affiancata al campo da lavoro.

Daniel tirò fuori Arizona, uno stallone quarter color buckskin che Jimmy stava allenando per le gare di reinning, mentre io tirai fuori Grace, una palomina da barrel.

Dopo averli messi in giostra Daniel prese la carriola dicendo "tu prendi pure Dalilah, io comincio coi box".

Annuì e andai a prendere la puledra che aveva una gran voglia di uscire.

Raggiunsi Daniel e presi dei sacchi di trucciolo da mettere nei box dopo averli puliti. Nessuno dei due parlava, l'unico sottofondo era la musica country della radio.

Daniel sembrava immerso nei suoi pensieri mentre tagliava i sacchi di trucciolo per poi spargerli al centro del box.

Ora che lo guardavo meglio potevo notare i suoi muscoli tonici e abbronzati, le piccole goccioline di sudore che gli ricadevano sulla fronte, gli occhi chiari quasi assenti, come se in quel momento la sua mente fosse da un'altra parte. Ero così intenta a fissarlo che non mi accorsi neanche di Lucky che stava uscendo dal box semiaperto.

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