Capitolo 11

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Quel sabato mattina, dopo aver finito di pulire i box, ci sedemmo tutti e tre fuori dalla club house. Eravamo già stanchi a causa del caldo.

Dentro al saloon c'era molta gente che mangiava il suo pranzo al sacco. La settimana prossima sarebbe arrivato il camion coi vitelli e tutti erano entusiasti e cominciavano già a creare strategie per mandare gli animali nel piccolo recinto, nel minor tempo possibile.

Da quando, due giorni fa, io e Jane ci eravamo fatte quella silenziosa promessa di esserci l'una per l'altra, il nostro rapporto si era rafforzato parecchio e ora viaggiava per casa mia come se ci vivesse da un sacco di tempo. Ieri durante l'allenamento ho provato a darle qualche consiglio, cosa che lei ha accettato più che volentieri, e ora Dana girava come una saetta.

Dalla club house uscì Luke, munito di bottiglietta d'acqua e mezzo panino. Ci sorrise prima di "posso sedermi?" chiedere.

Annuimmo e lui si sedette a fianco a me, di fronte a Jane che sorrise cercando di mascherare l'imbarazzo.

Ormai era da due giorni che quei due si scambiavano occhiatine o si cercavano con lo sguardo e la cosa stava diventando ormai un gioco a chi fissa di più l'altro.

Daniel, di fronte a me era pensieroso. Gli occhi gelidi fissi sul tavolo, il capo leggermente inclinato in avanti. Non sapevo cosa stesse succedendo al ragazzo ultimamente, ma la cosa cominciava a preoccuparmi. Durante gli allenamenti in particolare, il ragazzo non era a suo agio, come se stesse combattendo una guerra interiore e non riuscisse a vincere. Moon, che la maggior parte delle volte non capiva cosa gli stesse chiedendo il padrone, cominciava a diventare nervoso e irrequieto, il loro legame si stava pian piano sgretolando e sapevo che la causa era semplicemente Daniel.

Proprio ieri avevo chiesto a Jimmy qualcosa a proposito del ragazzo, non ero andata sul personale, volevo solo sapere se avesse mai fatto team penning o se non gli piacesse la disciplina a tal punto da rovinare i mesi di lavoro con Moon. Ma le parole del mio istruttore mi avevano solo messo più confusione.

Jimmy smise di spazzolare Amber, che tra pochi minuti avrebbe fatto lezione, dopo aver ascoltato le mie parole colme di curiosità riguardanti il ragazzo dagli occhi azzurri.

Sembrava come se una parte di Jimmy desiderasse raccontarmi tutto, l'altra invece non voleva proferire parola.

Il mio istruttore guardò per qualche istante se ci fosse qualcun altro oltre a noi e dopo essersi accorto che eravamo soli, mise giù la spazzola e si schiarì la voce.

"Ti dico solo che non è stato per niente facile convincerlo a partecipare alle gare, sai.." cercò di trovare le parole giuste "tutti hanno il loro passato e tutti lo devono superare" concluse guardandosi i piedi.

Cosa voleva dire? Che Daniel aveva avuto una brutta esperienza? Che non riusciva a superarla? Mi sembrava strano. All'inizio Daniel era molto riservato sì, ma dopo alcuni giorni si era aperto facilmente, era lui quello che colmava i silenzi tra le nostre conversazioni, lui che cercava di tirar su il morale con qualche battutina stupida.

Daniel era un ragazzo forte, che non si lasciava scoraggiare facilmente. Mi convinsi che forse, non era adatto o non voleva essere adatto al team penning, che forse non gli piaceva, non lo faceva volentieri. Ma allora perché accettare di gareggiare?

E dopo due giorni ero ancora convinta delle mie supposizioni.

"Sì non penso ad Hayley dispiaccia" sentì dire Jane, guardandomi come per chiedermi il permesso di fare qualcosa che non avevo capito, visto che stavo pensando a tutt'altro.

"Se puoi prestarle le chiavi di casa per rientrare più tardi" intervenne Luke.

Alzai un sopracciglio in direzione della mia amica, che continuava a fissarmi con quegli occhi da cucciolo indifeso.

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