Capitolo 10

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Le qualità per essere una buona squadra sono poche, ma fondamentali e se ne manca anche solo una, il team non funziona. E forse, la cosa più importante in una squadra è avere un bravo leader. Il leader ha il compito di indirizzare i cavalieri nelle loro rispettive posizioni, correggere là dove si stava sbagliando, aiutare i compagni nel momento del bisogno.

Luke aveva un piccolo ranch. Era cresciuto da solo col padre e sin da piccolo aveva vissuto tra i cavalli. All'inizio Luke non sapeva dell'esistenza del team penning, finché un giorno, casualmente il ragazzo, che a quel tempo era ancora un bambino, vide in tv una gara dove i cavalieri si divertivano a chiudere dei vitelli dentro un piccolo recinto in fens.

Fu così che Luke iniziò a fare pratica con una delle tante mucche di suo padre, ottenendo però scarsi risultati. Suo padre ovviamente se ne accorse. Era impossibile non notare la passione e la determinazione di Luke nel voler imparare, perciò cercò un maneggio dove praticassero quella specialità.

Jimmy accolse più che volentieri il piccolo Luke, che in soli due mesi era riuscito ad apprendere più cose rispetto a ragazzi che andavano lì da anni.

Jimmy disse al padre di Luke che il ragazzo era nato per fare questo, la sua tecnica, l'astuzia e ovviamente, il suo amore per questo sport lo rendevano un cavaliere eccezionale.

E in quel momento, mentre io Daniel e Jane aspettavamo il nostro turno per entrare in campo, si poteva notare come Luke fosse un'ottima guida per la sua squadra.

Indossava una semplice maglietta bianca, con dei jeans vecchi e scoloriti. I capelli neri, erano leggermente lucidi a causa del sole che batteva sulle loro teste e mentre spiegava ad Hanna, come girare meglio il cavallo per anticipare il vitello, i suoi occhi scuri emanavano un leggero luccichio.

Il cavallo di Luke era come il suo padrone: nato per fare team penning. Era uno stallone paint dagli occhi azzurri e dal manto bianco e nero. Aveva un nome troppo lungo per essere ricordato, perciò veniva chiamato semplicemente "Kid".

"E' molto bravo" disse Jane indicando il ragazzo moro e interrompendo i miei pensieri.

"Sì" risposi accarezzando Diana a fianco a me che teneva gli occhi leggermente chiusi a causa del caldo e dell'umidità che vi erano quel giorno.

Nella prime due settimane ci si doveva allenare come squadra, senza vitelli in campo, solo con una bandierina che simulava l'animale. Nel lato lungo del campo infatti, vi era un filo bianco con attaccata una bandierina rossa che andava a destra e sinistra. Dovevamo abituare i cavalli a girare velocemente, essere scattanti, agili e dinamici.

Sfortunatamente per noi, ciò era possibile solo nel campo all'aperto, poiché era più grande e anche perché Jimmy aveva bisogno dell'arena coperta per le sue lezioni, quindi eravamo costretti a montare sotto il sole estivo.

Daniel e Janelle si erano conosciuti due giorni fa. All'inizio c'era stato imbarazzo tra i due, ma ora sembravano come fratello e sorella. Forse era questo che mi piaceva di Janelle, il fatto che lei si comportasse con naturalezza e disinvoltura con tutti. In soli due giorni aveva fatto amicizia con quasi tutti quelli del maneggio.

Quando Luke si accorse della nostra presenza, interruppe ciò che stava facendo e venne verso di noi.

Da vicino Kid era ancora più alto e muscoloso, i suoi occhi di ghiaccio luccicavano e le narici si dilatavano ad un ritmo veloce a causa del lungo allenamento pomeridiano.

"Ciao ragazzi" salutò lui guardandoci e sorridendoci prima di "Abbiamo quasi finito" rispondere.

"Tranquillo Luke non abbiamo fretta" risposi.

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