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Era ancora stesa sul letto e la sua voglia di andare a scuola era pari a zero, aveva buttato al vento preziose ore di sonno solo per tentare di studiare quella materia nella quale andava a costituirsi come una vera e propria frana: storia.
«Jennifer alzati di questo passo farai tardi!» urlò, con voce arguta sua madre.
La giovane nel sentire la madre chiamarla, aprì lentamente gli occhi color castano scuro e con lo sguardo assonato percorse la penombra della stanza osservando la scrivania sulla quale c'era appoggiato un libro, si alzò svogliatamente facendo ondeggiare i lunghi capelli corvini ed allora la giovane realizzò che, probabilmente, sarebbe stata l'ennesima mattinata grigia.

Poi, con fare sconsolato, si diresse in bagno con l'intento di prepararsi.
Si mise il solito ombretto marrone che poi sfumò con un dito e sopra ci disegnò la solita linea di eyeliner.

Infine raggiunse la cucina dove sua madre le preparò del caffè e pane tostato. Quando la ragazza terminò di far colazione, salutò e uscì di casa.

La fermata del pullman era abbastanza lontana quindi doveva fare in fretta, tuttavia con i jeans che le cadevano e lo zaino pesante, finì per perdere l'automezzo.

«Mia madre mi ammazza.» disse guardando il veicolo allontanarsi sempre di più.
«Oh cazzo!» esclamò dal dietro una ragazza dai lunghi capelli castani raccolti in una coda alta.
Jennifer quando sentì quella voce, a lei familiare, si girò di scatto trovandosi la sua compagna di classe che cercava di riprendere fiato e aveva le guance più rosse del solito, sembrava che avesse intrapreso una corsa campestre.
«Ci sei?» chiese la corvina avvicinandosi all'amica.

«Jenni, siamo finite!» esclamò disperata la castana sistemandosi i suoi capelli per via della corsa.
«Tranquilla! Possiamo entrare alla seconda ora.» cercò di calmare l'amica che poi si sedette sulla panchina della fermata.

*******

Passarono vari minuti e non vi era nemmeno l'ombra di un pullman.
Cernusco non era mai stato un paesino tanto movimentato ma la mattina c'erano sempre macchine e pullman che passavano davanti alla chiesa.
Carlotta cominciò a innervosirsi e di conseguenza anche Jennifer che decise di consultare l'orario dei pullman nel sito dei trasporti.
A sua sorpresa nessun pullman sarebbe passato quella mattina. C'era lo sciopero.

«Merda..» imprecò a bassa voce, ma Carlotta la sentì.

«Cosa?» chiese temendo per la risposta della corvina che poi quest'ultima le mostrò il cellulare alla castana che sbarrò gli occhi.

«Ci tocca andare a piedi.» sentenziò Jennifer.

****

Dopo un'ora di camminata le due arrivarono a scuola ma per loro sfortuna dopo le 10 non si poteva più entrare ed erano le 10:30.

«Ma che regola del cazzo!» esclamò divertita Jennifer guardando il cancello chiuso della scuola.

«Fantastico, la Bonanomi ci ammazzerà.» disse Carlotta e quest'ultima non era tanto divertita dalla situazione.

«Ma per oggi non ci aveva dato niente.» affermò la corvina «Avevamo solo la interrogazione di storia.» continuò realizzando poi che è riuscita a scamparla.

«No, oggi avevamo la verifica di matematica invece storia è per domani.» sentenziò la castana distruggendo, così, l'illusione all'amica di essere riuscita ad evitare l'interrogazione e di non avere niente per domani.

I suoi piani furono annientati.

Jennifer al confronto di Carlotta era molto distratta, aveva sempre la testa altrove e Carlotta per ottenere un minimo di attenzione da parte sua doveva viaggiare tra i suoi pensieri, prenderla e riportala nella realtà.

I Just Want To Dream || Àlvaro Morata || Paulo Dybala Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora