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«Àlva, io vado a prendere da bere.» disse Simone dirigendosi in cucina.

«Aspetta, vengo con te!» esclamò una ragazza dai capelli corvini, era Jennifer.

«Morata, potresti andare a svegliare Carlotta?» domandò «Grazie!» aggiunse subito prima di andarsene senza nemmeno lasciar rispondere lo spagnolo, che poi si diresse verso la stanza dove si trovava Carlotta.

Bussò alla porta, ma non ricevette alcuna risposta. Entrò e la vide. Lei era li, sotto le coperte che dormiva angelicamente con l'espressione serena. Si avvicinò. Si sedette sul letto e l'osservò, le sue labbra erano socchiuse. Era così graziosa che non riuscì a evitare di sorridere. Rimase ancora lì seduto accanto a lei a scrutarla e, con la punta delle dita le sfiorò la guancia.

Mosse le dita dalla guancia morbida, calda e vellutata fino a raggiungere le labbra. Si fermò e allontanò subito la mano.

Ma che sto facendo?! Pensò Àlvaro portandosi una mano al volto.

«Carlotta.. avanti sveglia.» le sussurrò ma niente la castana continuò a dormire.

Lo spagnolo a quel punto non seppe che fare, era una visione così bella quella che aveva davanti finché non gli balenò in mente un'idea, singolare ed avventata. Avvicinò il suo volto al suo lentamente, poteva sentire il suo respiro e il suo profumo.

Respirò la sua fragranza fino a quando la ragazza non aprì il occhi, trovandosi faccia a faccia con lo spagnolo. Àlvaro si tirò in dietro di scatto, rosso in volto, con il terrore che si fosse accorta di quello che stava succedendo.

Oh no.. pensò.

«Si può sapere che stai facendo?» domandò Carlotta osservando il ragazzo.

«Avevi qualcosa tra i capelli..» si inventò una scusa ma non tanto convincente poiché la castana ridacchiò.

«Certo ed io ci credo, avanti Àlvaro.. dillo. Volevi baciarmi.» disse ridendo la giovane che poi si alzò dal letto e si diresse verso lo spagnolo.

«Sei ancora addormentata o cosa?» ribatté.

«Sei tu quello addormentato.» rispose avvicinandosi sempre di più al ragazzo. «E sei anche imbarazzato eh.» aggiunse, Carlotta si trovava ormai difronte a lui e lo osservava divertita.

«Io no..» non riuscì a finire la frase, poiché la ragazza si tirò in punto di piedi e lo tirò dal colletto della maglietta verso di lei. Si ritrovarono faccia a faccia ancora una volta.

Àlvaro si perse nei suoi occhi color nocciola, quella ragazza gli faceva uno strano effetto.

La ragazza con un sorriso si avvicinò al suo orecchio e gli sussurrò «Avanti, fallo. Non hai nulla da perdere e nemmeno io. » disse ma prima di aggiungere altro lo spagnolo fece unire le loro labbra in un dolce bacio e per poi capire che era tutto un sogno.

Aprì un occhio poi l'altro.
«Merda.. » imprecò portandosi una mano sulla fronte. L'aveva sognata, ancora.
Carlotta aveva invaso i suoi sogni anche sta volta ed era stato quello più strano e assurdo che avesse mai fatto in quella settimana.

Si portò a sedere sul letto e osservò con lo sguardo assonato camera sua, era completamente in disordine.

Il sogno che aveva appena fatto, sembrava così reale. Àlvaro scosse la testa, non doveva pensarci più infondo entra solo un sogno niente di più. Si stava facendo dei viaggi mentali inutili, ma perché sognare proprio lei? Era simpatica, divertente, carina, gentile e disponibile. Ma con quest'ultima, lui ci ebbe parlato poche volte.

I Just Want To Dream || Àlvaro Morata || Paulo Dybala Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora