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L'incontro proseguiva nei migliori dei modi, i fan si stavano divertendo e i giornalisti presenti nella sala non smettevano di scattare foto e di fare commenti positivi.
Matilde, la quale aveva organizzato tutto, non poteva che essere soddisfatta ma non era perfetto come se l'aspettava, mancava la Joya e ciò la turbava molto.

«Àlvaro, dov'è Paulo?» chiese un giovane dalla carnagione scura con una pettinatura stravagante.

«Non ne ho la minima idea, tu per caso l'hai sentito?» rispose il castano che non smetteva di fissare la testa del compagno. Paul aveva deciso di farsi disegnare ai lati della testa una pokéball.

Ma perché? Si chiese lui.

«Amo il look di Pogba!» strillò una corvina dall'altra parte della sala.

«Beh, lui si che sa come attirare l'attenzione di tutti.» commentò sorpresa Carlotta osservando la testa del centrocampista, che stava conversando col compagno.

«Secondo te di cosa staranno parlando?» domandò Jennifer all'amica.

«Magari sapessi leggere il labiale..» rispose la castana.

I minuti passavano e il momento delle firme e delle foto arrivò. Il momento tanto atteso da tutti - e  soprattutto da Carlotta - giunse.

«Cari fan, facciamo salire prima coloro che sono stati in piedi! In gruppi da dieci, grazie!» spiegò un signore dalla testa calva e dal fisico alquanto robusto.

«Bella!» esclamò Jennifer che non vedeva l'ora di farsi autografare la maglietta che aveva nello zaino.

«Jenni, Jenni!!» strepitò Carlotta, era troppo emozionata. Non riusciva ancora a credere che il calciatore juventino sarebbe stato a pochi centimetri da lei.

****

Era spaventosamente in ritardo e non osava nemmeno immaginare cosa gli avrebbe fatto Matilde se lo avrebbe visto, probabilmente avrebbe messo fine alla sua carriera.

Era bloccato nel traffico ormai da un'ora e mezza e l'incontro era già incominciato da un bel pezzo.

Non era per niente la sua giornata, la sfortuna era con lui.

Portò la testa indietro e sospirò, era stanco. Aveva bisogno di un po' di tranquillità, tra gli allenamenti e gli impegni di vario genere non aveva nemmeno tempo per se stesso.

Amava il calcio, era la sua vita e per niente al mondo avrebbe rinunciato ad essa ma aveva bisogno di riposare qualche volta.

Dopo qualche minuto il traffico riprese a scorrere e in meno di un quarto d'ora si trovò davanti al centro commerciale.

Prima di scendere il giovane si mise un capello e un paio di occhiali neri, doveva assolutamente rimanere in incognito.

[...]

«Minchia... ma quanto ci mettono!» si lamentava la corvina.

«Suvvia Jenni!» disse Carlotta divertita e l'amica per tutta risposta sbuffò. La pazienza non era tra i suoi pregi.

«Ascolta.. io vado in bagno.» disse Jennifer che non ne poteva più di lottare contro la sua vescica.

«Ma la fila?» chiese la castana, non volveva perdere il posto.

«Tu rimani qua, io faccio in fretta.» rispose Jennifer per poi sorriderle.

Carlotta annuì e ricambio il sorriso «Okay» rispose.

La corvina si fece strada tra quella massa di persone per riuscire a raggiungere l'uscita.

Per attimo pensò che non ne sarebbe uscita e che sarebbe morta schiacciata in mezzo ai quei giganti ma per una volta nella sua vita ebbe successo, raggiunse l'uscita sana e ancora intatta.

I Just Want To Dream || Àlvaro Morata || Paulo Dybala Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora