Varie volte la giovane dai capelli neri fantasticò sul loro primo incontro ma mai si sarebbe immaginata di ritrovarselo a pochi centimetri di distanza e specialmente nel bagno delle ragazze. Era una situazione imbarazzante che in fondo divertiva la corvina ma non il povero calciatore.
«Quindi sono nel bagno delle ragazze..» disse con tono rassegnato e la ragazza annuì, dopo di ciò la stanza fu invasa da un silenzio tombale che mise a disagio i due.
«Comunque.. stai bene?» chiese Paulo spezzando, così, il silenzio e la corvina non rispose ma si limitò solo ad annuire.
Se all'inizio quella situazione bizzarra la divertiva ora la faceva sentire terribilmente incomoda.
«Mi spiace..» parlò ancora una volta il numero ventuno.
«Tranquillo anzi scusami tu.. non dovevo urlarti addosso in quel modo.» rispose dispiaciuta la corvina per poi distogliere lo sguardo dal castano che la stava osservando.
«È entrato nel bagno delle femmine!!» urlò qualcuno fuori dalla porta.
«Oh merda.» si allarmò il castano, lo avevano trovato. Quei paparazzi lo avrebbero diffamato.
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Il loro sguardi si incontrarono di nuovo e ancora una volta la giovane spostò il suo, aveva a pochi centimetri di distanza uno dei più forti d'Italia, aveva realizzato il suo sogno ma ora voleva solo sotterrarsi dall'imbarazzo.
«Ehm, il piacere è tutto mio!» esclamò con voce tremante facendo ridacchiare, così, il calciatore.
Carlotta si maledì dentro si sé, stava facendo una figuraccia.
La tentazione di sotterrarsi aumentava sempre di più.
«Allora Carlotta, dove firmo?» domandò divertito l'attaccante.
«Oh, giusto.. aspetta.» rispose la giovane per poi mettersi a frugare nel suo zaino e appena trovò ciò che cercava la tirò fuori, era la maglia della nazionale spagnola.
Il calciatore alla vista di quella maglia sbarrò gli occhi.
«Sei spagnola?» domandò curioso il castano, di solito i suoi fan portavano maglie, sciarpe e foto della Juventus ma raramente vedeva maglie o altro della sua amata nazionale.
«No, no..» rispose Carlotta la quale dentro di sé si faceva coraggio da sola, voleva sembrare naturale e disinvolta, ma fu inutile. Ogni volta che i loro sguardi si incrociavano, lei abbassava il suo. Non riusciva a guardarlo negli occhi per più di tre secondi, sennò rischiava di perdersi nelle sue bellissime iridi castane.
«Capisco, vuoi che ti firmi la maglia?» chiese Àlvarò osservando la giovane come si intimidiva, la trovava divertente ma allo stesso tempo anche graziosa.
«Si, grazie..» rispose Carlotta accennando ad un timido sorriso e porgendogli la maglia. In quel istante le loro mani si sfiorarono, ma i due le allontanarono subito.
Carlotta divenne bordò mentre Àlvaro cercò di non ridacchiare l'avrebbe fatta sentire più a disagio, quindi fece finta di niente e ne approfittò per conversare «Come mai la maglia della nazionale?» chiese.
«Ehm.. M-mi piace la Spagna, penso che sia un bellissimo paese.» disse balbettando ma riuscendo a formare una frase di senso compiuto.
"Se ci fosse stata Jennifer, sarebbe andata diversamente" Pensò poi si rese conto che lei non era ancora tornata dal bagno e che non le aveva nemmeno inviato un messaggio. Carlotta si allarmò e per istinto prese il cellulare e controllò ma niente. Nessuna chiamata persa, nessun messaggio.
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I Just Want To Dream || Àlvaro Morata || Paulo Dybala
FanfictionDal racconto: "Sembra tutto un sogno, sai.." Disse Carlotta seduta davanti alla sua scrivania intenta a sfogliare il libro di italiano. "E se questo diventasse un incubo?" Chiese Jennifer, la quale sdraiata sul letto scrutava il soffitto che divenn...