Capitolo 2

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Ah, la domenica, giorno di pace, a parte quando tieni sulle spine la tua migliore amica a proposito di un ragazzo.

<<Cosa hai detto??>> Sabrina per poco non mi rompe un timpano con una specie di urlo strozzato, ha perso la voceper quanto ha urlato. Per farla tacere le rovescio l'acqua rimanente nella mia bottiglietta addosso. Lei trattiene un suo solito urlo di guerra e prende la bottigli di un tipo che passava, la apre e, prima che possa rovesciarmela addosso, mi metto a correre, mentre lei mi insegue, e proprio in quel millisecondo in cui l'acqua vagava per aria nella mia direzione lanciata da Sabrina, mi vado a nascondere dietro il corpo Benjamin e l'acqua gli arriva in faccia. Scoppio a ridere, lui capisce la situazione e mi rovesca il suo bicchiere d'acqua in testa bagnandomi tutti i capelli, poi quando il suo sguardo si sposta su Sabrina, arrossisce leggermente. Guardo nella sua stessa direzione e vedo la maglietta di Sabrina completamente trasparente, da cui si può vedere il reggiseno di pizzo rosso. La guardo in faccia e le indico la maglia, lei si guarda poi si stringe le braccia al petto e caccia un urlo entrando a scuola. Scoppio a ridere e sento vibrare il telefono: E' Sabri.

<<Bel reggiseno>> le dico sghignazzando.

<<Smettila e dammi una mano!>> Mi guardo intorno e sulla spiaggia vedo un tipo che vende delle magliette, non molto coprenti ma meglio di niente.

<<Dove sei?>> Le chiedo

<<In bagno>> Inizio a muovermi verso la baracchina.

<< Aspettami, sono lì tra cinqueminuti>>

<< Muoviti>>

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<<No, sia chiaro, io così non esco>> Si sta lamentando da quando le ho dato la maglietta.

<<Non rompere, oppure vuoi andare in giro con il tuo bel reggiseno?>> Lei sbuffa.

<< Va bene>> Partono vestiti da tutte le parti. Ridacchio quando il suo reggiseno mi arriva addosso.

<<Finito?>> Apre la porta del bagno. Che sta bene è una parola minuscola. Ha i jeans sbiaditi strappati, un top a frange e la pancia "al vento".

<< Ma che ti lamenti, che stai male??>> La prendo per un braccio e la porto davanti allo specchio. Lei inizia a dire paroloni a caso alzando in braccio indicando lo specchio.

<< Ma chi cazzo è quella?!>>

<< Tu babbea! Ora vieni qui che ti sistemo, non puoi andare in giro vestita così ma con i capelli in un concio>> Lei batte le mani. Le sciolgo i capelli eglieli meto sulle spalle, e le metto il mascara.

<< Grazie Asy!!>>

<< Non chiamarmi Asy!>> La prendo a braccietto e usciamo con uno stupido sorriso. Hanno tutti gli sguardi puntati di lei, sbavano e quasi tutti i ragazzi hanno la bocca aperte e, mentre le ragazze cercano di riprendersi la loro attenzione, la mia povera amica mi sta vicina come una cozza, non mi si stacca.

<< Hai bisogno?>> le chiedo.Mi guarda da dietro gli occhiali neri.

<< Solo che non mi sento a mio agio vestita così.>>

<<Perchè... oh.... guarda chi c'è>> vedo il suo migliore amico che si statogliendo il casco.

<<Nonono... se mi vede vestita così mi fa la predica, nascondimi>> E si mette dietro di me. Rido.

<< Tranquilla noon ti vede proprio così, comunque guarda, non ha gli occhiali, quindi basta che ti metti lontana da lui e non ti metterà a fuoco>> Lei annuisce e si mette vicina a me, ma sfortunatamente...

<< Ehi asia... Sabri?>> Ok, respiri profondi.

<< No, i-io sono... Cl- Clavaria, sì Clavaria, faccio spagnolo con Asia>> Mi sbatto la mano sulla fronte. Clavaria!? La guardo storto

<< Clavaria? Sul serio? Tra tutti i nomi che potevi scegliere con la C te ne arrivi con Clavaria?!>> Lei ride.

<< Sabri guarda che so che sei tu, ho le lenti, ma poi, come ti sei vestita?>> Riprende Carmelo, il suo migliore amico. Che sfiga però.

<< Sceglie lei come vestirsi, OK?>> Non mi è mai piaciuto quel tipo. Mi sta prprio sulle scatole. Mi fa il dito medio e io ricambio. Faccio per andarmene quando rivedo Benjamin che sta sbavando davanti a Sabrina.

<< Dovevo bagnarti molto tempo fa! Asia, comprane una anche tu, e mettila sempre>> Dice lui avvicinandosi.

<<Ma sei un pervertito, non mi vestirò così per voi stronzi, ok?>> Lui si avvicina ancor di più e mi blocca i polsi, provo a dimenarmi, ma è troppo forte.

<< Davvero sorellina, davvero?>> Mi avvicino per mordelo ma lui mi sbatte più forte contro il muro e io caccio un urletto. Sabrina mi salva tirandogli un calcio nelle parti "basse". Lui si piega e lei mi prende per mano portandomi lontano. Quando penso di averla scampata, indovinate chi mi si presenta davanti? Marco. Ma che devono stare tutti qui proprio adesso? Indietreggio e lo saluto con un cenno veloce. Lui squadra da testa a piedi prima me e poi Sabrina, e poi sorride.. niente di buono.

<< Ehi ragazze... ma che ci fate qui da sole? Te, cara, non ti conosco, chi sei?>> Dice indicando Sabrina. Lei arrossisce. Come è finto.

<< Sono Sabrina>> Lui si avvicina e io indietreggio, ma Sabrina non si muove.

<< Quanto tempo è passato da quando una ragazza carina non mi si è presentata davanti>> Che coglione. Lei sorride.

<< Avendo tua sorella in casa... direi poco>> Lui sbuffa.

<<Vuoi venire ad un aperitivo con dei miei amici?>> A questo punto mi intrometto. Non toccherà la mia migliore amica.

<< Ascolta ciccio, lei no verrà con te per nessun motivo al mondo, chiaro?!>> Lui mi spintona e si mette al mio posto accanto a Sabrina circondandola in vita lei sembra contenta. Ma levati di lì!

<< Perchè no Asia?>> La guardo come guarderei se vedessi josh con dei pandacorni sulle mutande.

<< Ma cosa stai dicendo?>> Lei mi si avvicina mi fa segno di stare tranquilla e di non preoccuparmi. A malincuore mi tocca lasciare andare quei due. Rincorro Benjamin a cui è evidentemente passato il dolore e lo prendo per un braccio, lui si gira e mi sorride.

<< Ancora qui cara?>> Faccio un passo indietro, ma poi riprendo coraggio e mi avvicino.

<<Ascolta, tu ora segui quei due e proteggi Sabri da qualsiasi cosa, chiaro??>> Gli dico tuttto di un fiato.

<< In cambio... deciderò io la tua pena, ok?>> Sono troppo preoccupata per ribattere.

<< Ok, ma veloce>> Lui annuisce sorridendo e porge la mano e io gli do la sua caramella, poi mi bacia sulla guacia e si comporta da spia, passando da muro a muro con le mani unite a pistola.

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