Capitolo 6

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Non so se l'ho già detto, ma... AL DIAVOLO LA SVEGLIA! Comincia a suonare, decido di cliccare il bottone per spegnarla, ma prima che potessi fare qualcosa, due braccia muscolose mi afferrano le gambe emi tirano giù, ritrovandomi seduta sulle ginocchia di uno dei tre gemelli che sorride.

<< Ma come sei bella oggi!>> Io non prendo bene i complimenti, quasi mai. Mi alzo appena realizzo chi è guardando l'adesivo che gli ho attaccato ieri.

<< Vuoi dire che ieri ero brutta? Ma grazie.>> Lui sorride.. un sorriso bellissimo aggiungerei.

<< Scusa, ma ieri avevi un po' il trucco sbavato, sai, l'acqua>> Gli tiro un cuscino in testa facendolo ridere. Mi alzo stiracchiandomi, dando bella vista delle mie mutande mentre mi si alza la maglietta. Due mani mi afferrano i fianchi e le sue labbra si avvicinano al mio collo. Riesco a sentire il suo respiro caldo.. e le mie gambe... tremano. ODDIO, TREMANO!! Non va bene, ma neanche un po'. Mi stacco subito, prendo un paio di pantaloni e glieli sbatto sulla faccia.

<< Levati, ho dei pantaloni e non ho paura di usarli. Non dovresti essere a casa tua?>> Dico mentre vado in bagno. Mi raggiunge.

<< Prima mettiti i pantaloni e poi ne parliamo, mi stai facendo uno strano effetto>> Mi fiondo subito in bagno e gli chiudo la porta in faccia, probabilmente rossa in viso. Cavolo, detesto quando reagisco così, ma lui è amico di mio fratello, quindi no. E poi io ho Carlo. Mi metto veloce i pantaloni e esco.

<<Che bella la domenica.>> Dico aprendo la porta. Jo è appoggiato allo stipite della porta di camera mia con la maglia legata in fronte.<< Sai che le magliette vanno messe addosso, vero?>> Dico superandolo. La cosa mi costa tantissimo. E' tremendamente e pericolosamente bello.

<< E tu sai che oggi è Lunedì, vero?>> Alzo subito la testa. Come sarebbe a dire è lunedì?

<< No, è domenica. Ieri era Sabato>> Lui sorride e si avvicina.

<< No, ieri era domenica, e oggi è lunedì>> Poi scoppia a ridere vedendomi saltare da un letto all'altro per recuperare la mia roba. << Sabri è già uscita, come tutti i tuoi fratelli. Ci siamo solo io e te>>

<< Non per molto. Devo andare a scuola!>> Prendo la valigia e provo ad uscire, ma GIOVANNI mi blocca la porta.

<< E come pensi di arrivarci?>> Chiede sorridendo con le fossette. Non mi ero accorta ce le avesse. E'ì l'unico dei suoi fratelli.

<<Ma tu hai le fossette?>> Dico mettendoci un dito dentro. Poi scoppio a ridere quando inzia a muoverla su e giù.

<< Si, sono l'unico. Mi puoi riconoscere anch così>> Sorrido e annuisco. POI MI RICORDO DELLA SCUOLA. Tiro fuori dalla tasca il cellulare. Sono le 8:43. E' tardissimo. Miracolo se arrivo per la seconda ora.

<< Dobbiamo andare>> Urlo. Parlare mi risulta difficile, con la vista di lui mezzo nudo davanti.

<< Va bene, posso mettere una maglietta decente? Questa è... inguardabile.. Giorgio ha dei gusti orrendi>> Dice levando la maglia dalla testa e guardandola con disgusto. Giorgio?

<< Ma perchè hai addosso la maglietta di tuo fratello?>> Dico sorridendo.

<< Non ho un armadio personale per mancanza di spazio, quindi uso quello dei miei fratelli, confondendo di solito le magliette... e altre cose, come.. come posso dirlo senza essere volgare..>> Dice gesticolando, ma lo interrompo.

<< Va bene, terza porta a destra, entra,fruga nell'armadio e metti qualcosa che ti interessi>> Lui mi fa un segno con le mani e poi entra in camera di Josh. Quando Jopsh vedrà cosa ha addosso si arrabbierà. Peerfetto.

Dopo di che, mi fa segno di salire sulla sua macchina, una Maserata Alfieri da quello che ho capito. Così ci avviamo a scuola, ma mi addormento sul sedile troppo comodo e mi risfeglio che ormai è buio. Mi volto verso di lui, che è fuori a fumare. Esco sbattendo lo sportello, poi gli prendo la sigaretta e gliela rompo gettandola in terra.

<< Che ore sono?? Perchè non sono a scuola? E dove sono? E rispondi in ordine!>> Sono troppo rintontita per urlare, quindi il mio esce come un surrurro. Mi sento lo stomaco in subbuglio. Lui si mette le mani in tasca.

<< Uno, Sono quasi le sette. Due, dormivi così bene... Tre, siamo al bar davanti alla tua scuola>> Dice tutto tranquillo. Se gli sguardi potessero uccidere, ora lui sarebbe stramazzato a terra. Quando mi giro appare la mia scuola in tutta la sua maestosità.

<< Perchè non mi hai svegliata? Non ho tempo ora.. devo andare al dormitorio>> Provo ad andare al bagagliaio, ma lui mi ferma per un braccio e mi tira davanti a sè.

<< Intendevo le sette di mattina>> Devo averlo guardato con una faccia orribile, perchè scoppia a ridere.

<< Cosa?????!! Ma come ho potuto dormire per tutto questo tempo!? E tu!!!!!>> Dico avvicinandomi con le mani quasi per strozzarlo, ma lui mi ferma per i polsi e mi tira davanti a se... mi basterebbe qualche centimetro... no. Mi tiro via e lui sorride.

<< Ma infatti non lo hai fatto. Hai fatto la stessa scenata dieci ore fa, dopo esserti svegliata. Per tranquillizzarti siamo andati in un bar, e hai bevuto, quindi.... ti sei rimessa a dormire e basta. Ecco il deja-vu>> Non ci credo! Come ha potuto! Guardo il cellulare. Un triliardo di messaggi: 60 Da Josh e Carlo se la contende con mio padre per i 100. Ah, più quelli di Sabrina: 55. Che casino!

Mi giro verso di lui.

<< Vaffanculo. Stronzo. Ora portami a casa. E' il minimo che puoi fare.>> Lui scatta in macchina e chiude lo sportello, bloccando gli altri. Sbatto le mani sul finestrino.

<< Aprimi!>> Urlo. Lui indica le orecchie e poi scuote le dita mimando un ' Non sento' 'Fanculo. Poi mima un ' Chiedimi scusa' Lo guardo incredula. Provo a tirare la maniglia

<< Aprimi! Smetti di scherzare>> Lui unisce le mani al petto e scuote la testa. Mi arrendo. << S-C-U-S-A>> Sillabo con le dita alzate. Lui azzuisce e mi apre lo sportello. Entro e lo vedo sorridere. Stringo le labbra per evitare di copiarlo. E' così dannatamente bel.. MA CHE COSA PENSO?!

Schema delle stelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora