SOFIA'S POV
Avete presente quel momento in cui realizzi che eri diventata solo un corpo che girava per le strade?? Avete presente quando vi accorgete di essere in mille pezzi?? E avete presente ciò che si prova quando qualcuno li rimette tutti insieme?
Fu come se con un solo abbraccio lui fosse riuscito a rimettere tutti i miei pezzi a posto... lo stringevo forte, sapevo che quando quel momento sarebbe finito avrei dovuto di nuovo mandarlo via, perché mi aveva ferita.
Anche se stava rimettendo i pezzi al loro posto... io avevo le cicatrici...
Segni che rimangono a vita sulla nostra pelle.
《So che è successo?》
Mi disse con voce dolce.
A quel punto mi staccai da lui e lo fissai: volevo imprimere quegli occhi blu in testa.
《Non ti dirò che mi fai schifo, o che non provo più nulla per te perché mentirei a entrambi... ma Paolo potevi dirmelo che saresti tornato da Irene... Marco mi ha fatto vedere una foto e sapevo che tu te ne saresti andato tre giorni dopo di me...》
Mi guardò spaesato, poi io presi il telefono e chiesi a Marco di mandarmi quella dannata foto.
Per fortuna arrivò subito, così girai il telefono e lo mostrai a Paolo che rimaneva immobile davanti a me.
Sembrava così innocente, sembrava così dolce e sincero...
《Non sono arrabbiata... sono solo delusa Paolo... non me lo aspettavo... non da te》
Detto questo mi girai presi le stampelle e mi diressi più veloce che potevo verso casa.
Sentivo gli occhi di Paolo su di me, ma io ero già sull'uscio di casa.Mi chiusi in camera desiderosa di ascoltare un po' di musica.
Partì "take your time" e io alzai il volume al massimo sperando seriamente che il volume della musica superasse quello dei pensieri.Rimasi li per quanto? Un'ora? Due? Mezz'ora? Dieci minuti? Non lo avrei saputo dire.
Non ascoltavo la musica, ma prestavo attenzione ai ricordi di quella vacanza che passavano nella mia testa fino a quando nella mia mente non ricompariva quella foto.
Ero delusa, da lui... da me che ci avevo creduto, mi dispiaceva il fatto che non fosse venuto a cercarmi. Che non mi avesse chiamato.
Ormai era buio, il giorno dopo non sarei andata a scuola facevo fatica con le stampelle.
Misi la caviglia su un cuscino così da tenerla alta.
Verso le nove e mezza cercai di addormentarmi, era presto ma ero stanca.
Ero stanca ma non riuscivo a dormire, forse semplicemente perché non ero stanca fisicamente... ero stanca di quella situazione, ero stanca di essere costantemente triste.Mille pensieri mi vorticavano in testa, poi sentii un fruscio e dei passi. Alzai di scatto il busto e notai una figura vicino alla finestra aperta.
Inutile dire che non avevo dubbi: i suoi occhi spiccavano anche di notte con la luce spenta.
Si avvicinò lentamente e si sedette sul letto, io lo guardai e le lacrime mi ricominciarono a salire agli occhi
《Non so quanto tu mi possa credere, ma quella foto non è stata fatta dopo la tua partenza So... è vero il primo bacio è stato strano una debolezza forse, ma quello che abbiamo costruito era vero... io non lo avrei mai fatto Sofi credimi ti prego》
《Non so cosa dovrei dire...》
《DOVRESTI CREDERMI SOFI!! IO NON SONO UNO STRONZO COME MARCO!! IO NON FACCIO QUESTE COSE!!》
《Paolo non urlare》
Sì alzò e si mise a fissarmi
《NO INVECE URLO PERCHÉ NON MI FREGA SE SVEGLIO IL VICINATO!! MI FREGA DI TE PERCHÉ SEI COSÌ FOTTUTAMENTE COCCIUTA CHE NON RIESCI A CAPIRE CHE IO NON FAREI MAI UNA COSA DEL GENERE!! SOFI SONO VENUTO FIN QUI!! PENSI CHE SE NON TENESSI A TE MI SAREI FATTO 5 ORE DI MACCHINA PER ARRIVARE QUI!?!?!? PENSI CHE SE DOPO LA TUA PARTENZA FOSSI ANDATO CON QUELLA LI ORA SAREI QUI?!?》
Non ce la facevo più, stava urlando davanti a me, stava svegliando tutti già sentivo i passi veloci di Alice e Riccardo che venivano a vedere se stavo bene.
Ma me ne fregai, me ne fregai della caviglia del fatto che stessi piangendo e che lui fosse scioccato e arrabbiato.
Me ne fregai di tutto, mi alzai lo spinsi verso il muro e lo baciai.
Mi mancavano le sue labbra e mi mancava lui.
Lo sentii prima rigido ma poi si sciolse e il bacio diventò dolce, quelle labbra mi erano mancate un casino.
Il loro tocco soffice sulle mie mi faceva impazzire; mi prese in braccio e io misi le gambe intorno ai suoi fianchi, i nostri corpi aderivano perfettamente.
Era tutto come in vacanza, non era cambiato nulla.
Tutto era perfetto...
Almeno finché la porta della mia camera non si spalancò e un'Alice sorpresa e un Riccardo divertito si catapultarono in camera mia.Mi staccai velocemente da lui buttandomi per terra dimenticandomi della mia caviglia non proprio sana.
A quel punto ci guardammo tutti, Paolo mi fissava... Ali mi guardava con la faccia pervertita e Riccardo guardava Paolo allo stesso modo.
Poi scoppiammo insieme a ridere.Dopo aver spiegato alla coppietta cosa era successo Ali mi prese un attimo da parte
《Ascolta noi ora ce ne andiamo e vi lasciamo soli, Sofi non lo trattare male... e ricorda: cos'è più probabile?? Che abbia mentito lui o Marco??》
Detto questo girò i tacchi e se ne andò facendomi l'occhiolino.Quando tornai in camera era rimasto solo Paolo che giocava con la coperta del letto.
《Paolo io...》
Non mi fece finire, si girò velocemente e mi prese in braccio, mi faceva sentire bene.
Mi faceva sentire come se per lui fossi la persona più importante di questo mondo.
E cazzo se mi piaceva sentirmi così.
Eppure non avevamo chiarito proprio niente.
《Sofi non so dove abbia preso quella foto ma non c'è niente di vero》
《Paolo...》
《Io davvero non lo farei mai..》
《Paolo...》
《Mi dispiace di averti fatto stare male》
Non stava zitto un secondo.
《Paolo vuoi stare zitto? Non mi interessa ora sei qui... io sono stata troppo avventata, è anche colpa mia... ma ora stai zitto e abbracciami》
In realtà ero ancora fra le sue braccia, ma non era un abbraccio, mi stava tenendo in braccio e io avevo bisogno di baciarlo, di buttarli le braccia al collo, di incollarmi a lui e non staccarmi mai più. Mi fece stendere sul letto e lui si mise accanto a me. Appoggiai la testa sulla sua spalla... tutto era a posto.
Tutto era perfetto.
Era tutto stupendo.Ma quanto sarebbe durata quella perfezione?
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Lost in a pair of blue eyes
RandomDAL CAPITOLO 27 Il pensiero delle stagioni mi fece pensare: infondo eravamo come la primavera, dolce e soleggiata un giorno e tempestosa e piovosa il secondo. Eravamo imprevedibili, nessuno sapeva cosa avremmo potuto fare fino al momento in cui ciò...