•All is okay•
SOFIA'S POV
Non avevo voglia di spiegare il perché di quelle lacrime tanto evidenti che cercavo in ogni caso di nascondere.
Non volevo parlare di Paolo.《No non stai bene stai piangendo!》
《Leon sto bene! Torna a lezione che fai tardi》
《Sei in classe con me tanto, in più abbiamo educazione fisica》
Lo guardai e sbuffai, quindi presi la mia borsa ed entrai nello spogliatoio dove mi cambiai: pantaloncini canottiera ed ero pronta.
Uscii e mi ritrovai davanti 23 volti che mi guardavano con attenzione, erano i ragazzi che sarebbero diventati i miei compagni di classe per quell'anno.
Una ragazza bellissima bionda dagli occhi azzurri e fisico stupendo si avvicinò a me seguita da due moretta dagli occhi azzurri anche loro con un fisico da far invidia.
《Ei sappiamo che sei appena arrivata e ci volevamo presentare, io sono Lieke, lei è Mieke e lei è Carmen》
Disse indicando rispettivamente la ragazza più bassa e poi la più alta
《Io sono Sofia... però chiamatemi Sofi, Sof... come volete》
Risero e annuirono, iniziammo a parlare di gusti musicali, sport, vestiti, attori , film, serie TV e tanto altro.
Erano davvero simpaticissime e le due ore di educazione fisica passarono in un lampo.
A quel punto Mieke si avvicinò a me e mi chiese
《Ti andrebbe di venire a dormire da me stasera? Ci saremo noi quattro e qualche ragazzo, ma non ti preoccupare sono simpaticissimi!》
《Beh devo chiedere alla famiglia che mi ospita ma penso che vada bene》
Chiamai Isa che subito acconsentì, ovviamente era felice del fatto che avessi già fatto amicizia.Quella sera ero felicissima, Carmen Lieke e Mieke si erano dimostrate simpatiche dolci e le cose che ci accumunavano erano tantissime, forse avevo un po' di ansia a sapere che ci sarebbero stati tre ragazzi quella sera.
Eravamo tutte e quattro in leggins e canottiera bianca... per quella notte sarebbe stato il nostro pigiama.
Sentimmo suonare al campanello e Carmen andò ad aprire.
Il primo ad entrare nella camera di Mieke era alto biondo, pallido e portava un paio di occhiali, il secondo era biondo alto e entrambi avevano gli occhi chiari.
Il terzo, con mia grande sorpresa, non era un volto a me nuovo: occhi ghiaccio capelli castani... Leon.
Alzai lo sguardo e gli sorrisi.
Okay ammettevo di essere felice si questo infondo avevo voluto fin dal primo momento approfondire quell'amicizia.
Amicizia che doveva rimanere tale.Gli altri due ragazzi si presentarono come Sven e Frank.
La sera passò tra risate e scherzi e qualche bicchiere di alcolici.
Conobbi meglio tutti e parlai con Leon del mio sport che una volta praticava pure lui.Forse esagerammo con quei bicchieri di vodka che ci eravamo ritrovati per le mani, tuttavia non ricordo come mi ritrovai a due cm dal viso di Leon.
Era già successo.
Avevo già sbagliato.
E non ci sarei cascata di nuovo.
Riuscii a riacquistare la lucidità e mi scostai in tempo.
Non avrei rifatto lo stesso errore, basta pianti, basta lamentarsi, basta pensare che la vita faccia schifo.
Avevo 19 anni e quello era solo l'inizio di un anno che mi avrebbe fatto conoscere libertà e divertimento.PAOLO'S POV
Bene se ne era andata? Aveva fatto tutto ciò che aveva fatto? Si aspettava di non ricevere nulla in cambio?Fermi fermi.
Ma cosa cazzo stavo dicendo?
Insomma mi stavo comportando come un bambino... anzi peggio!
Come Marco!La mia testa mi aveva fatto agire di impulso e inutile dire che l'avevo persa di nuovo.
E non sarebbe tornata, insomma non da me.
Non si fa lo stesso errore due tre volte no?
Infondo la seconda possibilità non la meritano tutti... perché si avevo sbagliato e mi facevo schifo.
Lei non era così ingenua, lei valeva molto di più e forse io non la meritavo.Infondo se una persona ti fa del male è colpa sua... ma se te ne fa due volte è colpa tua... giusto?
L'avevo fatta soffrire, chissà quante notti insonni spese a pensare a un deficente come me.Ero incredibilmente... bipolare.
Cambiavo idea dal giorno alla sera, un momento la odiavo un momento esisteva solo lei.Sofia.
La causa di tanti problemi e tanti sorrisi, ma si può vivere così?
Continuando a traballare tra felicità e tristezza?
No.
Era ora di accettare davvero la realtà, quella storia era solo il male travestito da bene, due cuori difficili accecati dalla bellezza di quel sentimento tanto unico quanto pericoloso.Beh era finita.
Ora era il momento di stringere i denti ed andare avanti, da oggi in poi basta pensare a Sofia.
Ora si vive come un ragazzo di 20 anni dovrebbe vivere.
Mi mancava è vero, ma pensandoci avrei fatto solo peggio giusto?Beh no, in realtà sarei stato solo più stronzo, ma io ancora non avevo capito l'importanza dei miei pensieri delle mie parole o dei miei gesti.
WRITER'S POV
Perché alla fine sentiamo tutti il bisogno di iniziare una nuova vita, di lasciarci tutto indietro e provare a costruire qualcosa di nuovo.
Lontano da tutti, da tutte le incomprensioni, dai problemi, da lacrime, dolore, occhi spenti e cuore spezzato.
A volte si sente il bisogno di lasciare quella vita che si sta vivendo perché non ci soddisfaceva.La vita è una. Va vissuta.
Bisogna fare cavolate su cavolate, rischiare, vedere i propri sogni infrangersi e costruirne altri.
Bisogna ridere, scherzare, ubriacarsi, fare cose sbagliate con le persone sbagliate, crollare per poi rialzarsi.
Fare amicizie, infrangerle e cambiare vita dall'oggi al domani perché niente e per sempre.
Era necessario vivere ogni giorno come fosse l'ultimo.
A 19 anni le esperienze da fare non erano viaggi di studio, visite ai musei, o semplicemente uscire per andare al lavoro.
No a 19 anni si dovevano fare le più grandi cavolate: passare notti in discoteca, bere fino a non capirci più nulla, stare svegli per vedere l'alba, girare per il centro commerciale dentro un carrello, uscire di nascosto la sera, ritrovarsi in un parco e semplicemente sparare qualche cavolata, giusto per ridere.
19 anni era vivere.
Era sbagliare.
E Sofia aveva appena iniziato a vivere.
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Lost in a pair of blue eyes
RandomDAL CAPITOLO 27 Il pensiero delle stagioni mi fece pensare: infondo eravamo come la primavera, dolce e soleggiata un giorno e tempestosa e piovosa il secondo. Eravamo imprevedibili, nessuno sapeva cosa avremmo potuto fare fino al momento in cui ciò...