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Mi sedetti a tavola accanto a Dolphine che mi aveva preparato del latte caldo con una torta che aveva un'aria invitante.
"L'hai preparata tu?"
"Si, con le mie mani"
Era a dir poco squisita, infatti le feci parecchi complimenti.

Finito di mangiare lei mi disse che doveva andare in paese per fare delle compere e mi raccomandò di rimanere nelle circostanze del bosco perche se qualcuno mi avesse visto di certo avrebbe iniziato a farmi domande e quindi disse che non se lo poteva permettere anche se non ne capii veramente il motivo.
Appena uscì dalla porta decisi di curiosare un po' meglio nella casa, soprattutto negli armadi, per vedere un po' quali strambe cianfrusaglie potevano nascondercisi.
La cosa che mi colpì di piu stava in un cassetto: erano delle pillole. Pillole che avevo gia visto nella borsa di Amanda probabilmente, fatto sta che mi sembravano molto familiari. Le guardai molto più accuratamente e mi tornò in testa il déjà vu di quando curiosai nella sua borsa, sì, erano proprio quelle! Ma a cosa servivano? Forse erano pasticche per il sonno...
In ogni caso quando Dolphine sarebbe tornata glielo avrei chiesto.

In un altro cassetto invece c'era un libro che sembrava parecchio antico, un libro che alle estremità della copertina era bruciacchiato. Era rosso, di un materiale che poteva sembrare pelle (ovviamente finta). Aveva un'aria interessante così senza farmi troppi problemi lo aprii e iniziai a leggere...

Caro diario,
Sono sempre io che ti voglio raccontare le solite notizie, ma questa volta è diverso, non immaginerai mai la mia gioia in questo momento. Finalmente non sarò più sola, ho trovato l'uomo della mia vita!
Si è inginocchiato davanti a me e mi ha chiesto se volevo sposarlo con un gesto sincero della mano!
Non riuscii a trattenere le lacrime, il mio caro Robert ora potrà stare per sempre al mio fianco e potrò amarlo fino a che morte non ci separi.

Non so perchè ma il nome Robert mi suonava familiare. Ma certo! Era il marito di Dolphine, quello che purtoppo è morto in esercito. Ora mi spiegavo anche le bruciature sulla copertina, probabilmente questo diario sarà riuscito a scampare alle fiamme dell'incendio per poco grazie forse a Dolphine che è riuscita in qualche modo a recuperarlo. Sarà stato un oggetto a cui teneva molto, se no non lo avrebbe di certo cercato di portare via dal fuoco.
Decisi di smettere di leggere, non volevo farmi gli affari suoi, dopo tutto ero solo un'ospite in casa sua e non era per niente educato mettere mano sulle sue cose.

Aspettai un po' di tempo e visto che Dolphine non tornava decisi di andare a fare un giro nel bosco. Camminai fino a che mi fermai sotto l'ombra di un albero che aveva l'aria di essere un albero speciale, diverso dagli altri.
Non mi sarei mai aspettata di poter osservare così da vicino la natura in tutto il suo splendore. Sono sempre stata una ragazza che non ama affatto uscire all'aperto, ma che preferisce stare in casa piuttosto a guardarsi qualche programma televisivo. Mi accorsi che però anche la vita che c'era fuori da casa era a dir poco meravigliosa.
Sentivo gli uccelli che canticchiavano sopra la mia testa e non potevo fare a meno di chiedermi come vivessero loro, dove trovavano la voglia di alzarsi e tutte le mattine canticchiare al suono dell'alba; è già tanto se io trovo la voglia di fare colazione appena mi alzo.
Il mondo della natura è davvero meraviglioso e quel bosco ne è la prova. Non mi sono mai soffermata tanto a guardare determinati particolari di un luogo, ma quel fitto gruppo di alberi che mi dava un certo senso di sicurezza ma allo stesso tempo mi metteva timore per le sue sembianze buie e oscure, mi incuriosiva parecchio. Non so perche sembrasse cosi diverso da tutti gli altri boschi, probabilmente era istinto.
Mi sedetti sul muschio che cresceva al bordo delle radici di quell'albero, tirai fuori una sigaretta dalla mia tasca e iniziai a fumarla. Il pacchetto l'avevo trovato in uno dei cassetti della casa e decisi di tenermelo, mi sarebbe servito per disperdere nel fumo lo stress che mi annegava il cervello.
Non avevo mai fumato in vita mia, ma avevo sentito delle voci che dicevano che il fumo aiuta a distendere i nervi e in quel momento ne avevo proprio bisogno, una sigaretta non avrebbe potuto farmi del male piu di quanto me ne abbia gia fatto mia madre.

Intanto nella mia testa mi ripetevo "Ehi, dove sei? Perche non vieni a prendermi? Sono qui! Non mi vedi?", ma niente, come sempre. Quando mi ripetevo quelle parole non accadeva nulla anche se le sillabavo nella mia mente all'infinito... Magari non esiste nessuno che mi può portare via e quindi i miei richiami sono stati inutili, ma tanto vale tentare.
Mi era sempre piaciuto fantasticare sul fatto che potesse esistere come un angelo della morte che al suo richiamo ti porta con se nel mondo degli inferi. Ho provato molte volte a invocarlo, ma non ho ottenuto alcuna risposta da parte sua. Evidentemente non mi vuole ascoltare perche ho ancora molto da offrire al mondo, ma ormai tutto quello che avevo era stato risucchiato da un turbine di dolore e tanto valeva che questo risucchiasse anche me.

All'improvviso da lontano sentii una voce che diceva "Lizzie dove sei?", probabilmente era Dolphine che era tornata a casa e mi cercava, cosi risposi "Arrivo subito".

Non appena arrivai nella capanna mi ricordai che dovevo chiedere a Dolphine cos'erano quelle pastiglie che avevo trovato nel cassetto, ma lei mi colse di soprassalto non appena varcai la soglia della porta dicendomi "Questo lo devi assolutamente vedere..."
Non lo diceva affatto con un'aria felice, anzi, sembrava quasi turbata cosi mi avvicinai a lei e vidi che aveva in mano un giornale.
"Dai un'occhiata in prima pagina..."
Presi il giornale e in prima pagina c'era un articolo con il titolo a caratteri cubitali abbastanza scioccante che diceva...

DONNA DI MEZZA ETÀ UCCIDE IL MARITO E L'AMANTE CON UN COLTELLO. FIGLIA DI 16 ANNI SCOMPARSA.

Rimasi pietrificata da quell'articolo e decisi di leggerlo per intero. Non potevo credere che la polizia era venuta a sapere dell'accaduto, anche se considerando che il paese era piccolo e la gente mormora, potevo aspettarmelo.

La vicina di casa Welding questa mattina è venuta in centrale per accusare un omicidio commesso nella casa. Ci ha raccontato di essere entrata nella dimora dei vicini come ogni settimana per portare alla signora Welding i fiori da mettere sulla tomba di suo padre, ma non appena ha aperto la porta la scena che si è mostrata ai suoi occhi era decisamente terrificante. Un corpo privo di vita giaceva sul pavimento della cucina con il petto squarciato. Era il corpo del signor Welding.
La signora Trevis, la vicina, dichiara di aver cercato la signora Welding per tutta la casa fino a che, entrata in camera sua, trovò un altro corpo senza vita che giaceva nel letto con le lenzuola ormai riempite di sangue a causa della voragine nel suo petto. Ha dichiarato inoltre di aver cercato in tutta la casa, ma non c'era traccia ne della figlia ne della moglie dell'uomo assassinato.
"Sospettavo che in quella casa fosse accaduto qualcosa, la sera prima sentii dei leggeri lamenti provenire da quelle mura" afferma la signora Trevis.
Alcuni agenti di polizia si sono trovati nella scena del crimine e hanno affermato che l'omicidio è avvenuto da qualcuno che in quel momento si trovava nella casa con un coltello. Le prove erano certe, nel bagno del primo piano si trovava un coltello pieno di sangue ormai asciutto.
La signora Welding è entrata in casa mentre gli agenti si trovavano li e hanno iniziato a farle domande, cosi lei, presa dalla disperazione ha confessato. Ha affermato di aver ucciso lei suo marito e la donna con cui lui la stava tradendo e ha anche spiegato molto dettagliatamente tutti i momenti della vicenda. Spontaneamente si è fatta condurre in prigione affermando di non sapere dove fosse sua figlia, sopponeva fosse scappata, ha inoltre chiesto esplicitamente di condurre un indagine per trovarla il prima possibile e riferirle dove si trovasse la madre, ma per ora ancora nessuna notizia certa.
Per nuove notizie sulla vicenda leggete l'articolo dell'edizione della settimana prossima.

Non ci potevo credere. Mia madre aveva confessato tutto, allora questo significava che si sentiva davvero in colpa.
Mi scesero le lacrime sul viso, avrei dovuto stare con mia madre per proteggerla e non farla fare altri danni, si sarebbe risolto tutto in poco tempo, invece ora è in carcere e non posso andarla a trovare o rischierei di dare nuovi scoop a questo maledetto giornale.

"Lizzie vieni qui" mi dise Dolphine prendendomi in un rassicurante abbraccio. Era proprio quello di cui in quel momento avevo bisogno, era da tanto che non ricevevo affetto.
In quel momento decisi che non era il caso di chiedere a Dolphine cosa fossero quelle pastiglie, l'avreu fatto in un momento piu opportuno. Ora dovevo tranquillizzarmi e fare il punto della situazione. Dovevo escogitare un modo per non farmi trovare dalla polizia e di conseguenza non far andare nei guai anche Dolphine.
Non mi sono mai sentita cosi schiacciata dalla vita.

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