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Non riesco a ricordare nulla di quel momento, solo il vuoto, un vuoto gelido, abissale.

Quando riaprii gli occhi non mi trovavo più nel luogo dove stavo prima che smisi di ricordare ogni cosa, ero distesa non sul prato ma su qualcosa che sembrava legno, anche perché potevo chiaramente sentire con le mani la consistenza ruvida e qualche spina che mi entrava nelle dita.
Non riuscii subito ad aprire gli occhi perché erano rimasti come traumatizzati dallo sguardo di quell'ombra, e questo non sarebbe successo se quello che avessi visto fosse stato tutto nella mia testa. Mi bruciavano davvero e non riuscivo a darne un senso logico.

Non appena riuscii piano piano ad aprire le palpebre notai che mi trovavo ancora nel bosco, ma il cielo stava già iniziando a scurirsi, questo voleva dire che dovevo tornare a casa da Dolphine per cenare, come le avevo promesso, così non avrebbe dovuto preoccuparsi per me. Cercai in qualche modo di alzarmi, ma il mio corpo era come se rifiutasse ogni movimento che facevo. Cosa mi stava succedendo?
Provai più e più volte a cercare di muovermi freneticamente fino a che riuscii finalmente a sedermi, ma iniziò a girarmi la testa e sentii come la voglia di svenire, infatti ricaddi di nuovo a terra, ma prima di chiudere definitivamente gli occhi notai di nuovo quell'ombra che mi passò davanti molto velocemente. Sarà stata lei a portarmi qui? Non avevo ancora delle risposte a tutte le domande che mi si stavano ammassando nella mente, ero troppo confusa e desiderosa di tornare a casa, ma se non mi fossi sbrigata a liberarmi da questo stato di svenimento continuo Dolphine si sarebbe preoccupata sicuramente e, venendomi a cercare, cosa potrà pensare quando mi vedrà qui sdraiata per terra? Sarà di certo convinta che mi sarò suicidata e che non mi è importato niente di lei nel momento in cui mi sono tolta la vita; non vorrei mai che pensasse una cosa del genere, mi fa troppo male.

Dopo parecchio tempo che riflettevo tra me e me nel vuoto del mio corpo riuscii definitivamente ad aprire gli occhi completamente, non appena alzai lo sguardo al cielo vidi che ormai era completamente buio, sarà stato davvero tardi ed era ora seriamente di tornare a casa, chissà la povera Dolphine che starà già gironzolando in giro per il salotto chiedendosi che fine ho fatto.

Questa volta riuscii subito ad alzarmi in piedi e non appena lo feci mi misi a correre più veloce che potevo, forse perche in parte avevo anche paura di riincontrare quella figura che mi aveva portato in quel posto, ma non appena fui un po' distante sentii una voce leggera che chiamava il mio nome.
"Lizzie dove stai andando..."
Mi voltai per vedere se c'era qualcuno, ma nessuno in quel momento si trovava li, allora, ancora più impaurita, iniziai a correre ancora più velocemente.
Purtroppo sentii ancora quella voce che ripeteva le stesse parole che mi angosciavano sempre di più, ma non appena mi girai scoprii di non essermi mossa nemmeno di un centimetro dal posto dov'ero sdraiata benché avessi corso molto, e non continuai comunque a vedere nessuno.

La situazione stava diventando tesa e inquietante, decisi di correre e non fermarmi più, neanche se avessi sentito altre voci, ma questa volta le parole erano diverse e mi facevano venire i brividi.
"Lizzie è inutile che provi a scappare, finché ci sono io qui tu non hai scelta"

Io chi?
Qui non c'era nessuno!

Avevo tanta paura, ma non potevo fare niente per nasconderla.
Mi accasciai a terra con le mani sulle orecchie in modo da non sentire più quelle voci che ormai mi tormentavano fin nel profondo, ma queste continuavano e più io cercavo di respingerle più si facevano insistenti.
Allora mi alzai in direzione del posto dove ero distesa e dissi con tutto il coraggio che avevo "COSA VUOI?"

Nel silenzio del bosco le mie parole rimbombarono creando un'atmosfera ancora più inquietante. Nel frattempo potei capire che il legno che avevo sentito poco prima sulle mie mani apparteneva a un ponte, che fino a prima non avevo notato per la troppa paura. Aveva un'aria spettrale, le assi che lo costituivaivano erano ormai corrose forse dal vento e dalla pioggia e stavano cadendo a pezzi, chiunque ci sarebbe passato avrebbe potuto cadere di sotto, io ho avuto fortuna.

In quel momento finalmente quell'ombra comparve sopra il ponte come dal nulla e mi disse "Non aver paura Lizzie, vieni". Non alzò mai lo sguardo verso di me, io infatti paura ce ne avevo e anche parecchia, ma decisi lo stesso di avvicinarmi, con passi piccoli e lenti cosi avrei sempre potuto scappare se se ne fosse mostrata l'occasione.
Quando fui abbastanza vicina la figura tese una mano verso di me e mi disse "Mi cercavi..."
Come potevo cercarla, non sapevo nemmeno chi fosse.
"Ed eccomi qui, mi hai chiamato tante volte, ma avevo altre anime disperate come te da soddisfare, ed ora sono venuta a prenderti e accontentare anche te..."
Cosa? Allora esiste davvero un angelo della morte, esiste il sovrannaturale...
In quel momento tutti i miei pensieri sparirono e volevo solo quello che quest'ombra mi stava offrendo, ciò che potevo guadagnare.
"Cosa posso fare per venire con te?"
"Devi solo darmi un bacio, un bacio e sarai felice..."
Chiusi gli occhi in segno di approvazione e attesi con impazienza quel bacio.
L'angelo spiegò delle grandi ali nere che cautamente si avvolsero intorno a me dandomi un senso di protezione, lentamente si tolse anche il cappuccio che gli copriva il volto rivelando degli occhi interamente rossi che ipnotizzarono il mio sguardo facendomi vedere una macchia rossa come la prima volta che lo incontrai da vicino. Ecco cos'era la figura che vedevo sempre...
A quel punto si sollevò da terra con i piedi e si mise al bordo del ponte tendendomi lungo il precipizio, le sue labbra iniziarono a diventare sempre più rosse, pronte a darmi il bacio della libertà o ciò che pareva il bacio della morte.

Improvvisamente mi svegliai da quella ipnosi perche pensai a Dolphine, a quello che le stavo facendo, cosa sarebbe successo se avessi seguito la morte, l'avrei lasciata sola, di nuovo e non volevo farlo. Provai a ribellarmi ma le ali che mi stringevano erano troppo forti e l'unica cosa che riuscii a dire fu "NO!".  prima di cadere nel vuoto del burrone che separava il torrente dal ponte della morte riuscii a mal appena a scorgere negli occhi di quella creatura l'immagine di mia madre che con il labiale diceva "prendimi"...

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