Capitolo 7

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Doveva essersi addormentata, e a un certo punto si rese conto che suo padre era tornato a casa dalla sua riunione e stava in piedi sulla porta della sua camera. 
- Be'?
- Papà! Che ore sono?
- Hai intenzione di dirmelo tu o no? 

Il gatto si era infilato nella stanza, saltò sul letto di Mia e si mise a fare le fusa. Le schiacciò ripetutamente la pancia con le zampe, mettendosi fuori le unghie. 
Papà aspettava, tamburellando con le dita contro lo stipite. Aveva il viso paonazzo. "Sì, dev'essere così" pensò Mia. "Lo sa."

- Ma di cosa stai parlando? Che ore sono? Non ti ho sentito arrivare. 
- Sono le nove e mezzo. Sono rientrato adesso, dopo una serata estenuante, e ho trovato n messaggio della tua insegnante di inglese sulla segreteria telefonica, che mi dice che stai saltando le lezioni, che sei rimasta indietro col programma e che quando cerca di affrontare con te il problema, ti comporti in modo strano. Allora, signorina? Che cos'hai da dirmi in proposito? Come se non avessi già abbastanza guai. Torno a casa dal lavoro a quest'ora della sera e trovo questo ... questo ...
- Questo guaio, vuoi dire? Cioè io? È questo che intendi dire? - Mia si era ritirata a sedere e aveva buttato il gatto giù dal letto. 
- Voglio solo che mi spieghi che cosa sta succedendo . - Per un attimo terrificante Mia pensò che sarebbe scoppiata a piangere. 
Ma poi accese la luce e si riprese. - Si può sapere che cosa combini? Dormi vestita? Ancora con la divisa scolastica. Hai lasciato un gran caos in cucina, c'è tutto da lavare. E ho trovato le porte aperte. Immagino che hai portato qui di nuovo quel ragazzo, vero? 
La rabbia cominciò di nuovo a contorcerle lo stomaco. Come si permetteva? 
- Vuoi sapere qual è il problema? È che tu non mi ascolti mai. E quindi io non sono obbligata a parlare con te. - Mia gli passò accanto come una furia e uscì dalla stanza. Suo padre cercò di afferrarla per un braccio ma lei lo spintonò, mandandolo a sbattere contro la porta Lui imprecò a bassa voce, colpito dal dolore improvviso alla spalla. E adesso Mia stava correndo giù per le scale; attraverso l'anticamera senza pensarci, aprì la porta d'ingresso e se la sbatté dietro le spalle, continuò a correre sul prato, oltrepassò il cancello e si trovò in strada. Sentì suo padre che gridava e la chiamava, ma ormai era troppo tardi. Mia proseguì la sua corsa nell'oscurità, giù per la collina, senza avere idea di dove andare; aveva solo bisogno di scappare, lontano da suo padre, da casa sua, dalla scuola, da tutto. Ma singhiozzava mentre correva , e cominciò a farle male il petto e fu costretta a rallentare. Non si fermò, però, diretta quasi per istinto verso il mare, lungo il sentiero che raggiungeva il suo campo. Suo e di Will. 

Faceva freddo, senza cappotto. Ed era così buio. Quella sera non c'erano né luna né stelle. Cominciò a piovigginare e si alzò un venticello che veniva dal mare. Mia uscì dalla strada appena in tempo: i fari di un auto, rumore di pneumatici sull'asfalto umido. Era papà che stava venendo a cercarla? Facendo il possibile per non infangarsi, Mia si fece strada giù per il viottolo, fino al varco nella siepe. Qualcosa frusciò in mezzo al cespuglio, poi la sagoma scura di un grosso uccello si staccò lentamente dagli alberi per librarsi sul campo. Il cuore le batteva troppo veloce. 
Finalmente al sicuro, all'interno del terreno recintato. Suo padre non sarebbe mai riuscito a trovarla. Se soltanto avesse avuto con sé un impermeabile o un plaid o qualcosa del genere ... la pioggia si era fatta insistente. Per ripararsi, Mia si accostò ai cespugli di ginestra, dove c'erano zolle di terra quasi asciutte, finché il suo cuore non si calmò. 
In lontananza un'auto sgommò su per la collina. Era suo padre che stava tornando indietro? Sarebbe salito al piano di sopra, fino in camera sua, aspettandosi di trovarla là, sana e salva. Mia si lasciò sfuggire un gemito: aveva infilato sotto al cuscino il pieghevole che le aveva dato Becky! Probabilmente in quel momento suo padre lo aveva già trovato. 
In ogni caso non poteva tornare a casa, non ora. Ma non poteva nemmeno restare lì. Mia non sopportava l'idea di presentarsi a casa di Becky e di dover raccontare tutto a sua madre. E poi, quello sarebbe stato il primo posto in cui papà sarebbe venuto a cercarla. Non aveva certo intenzione di facilitargli le cose. Da Will? I suoi genitori non avrebbero avuto nulla in contrario. E magari sarebbe riuscita a evitarli. Ma come avrebbe reagito Will? Doveva correre il rischio. Non c'erano alternative. 

Un' estate, una vita  Julia GreenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora