Capitolo 15

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Mia si addormentò. L'oscurità le si era addensata intorno, strisciando fuori dagli angoli della barca e posandosi su di lei come una coperta. I suoi sogni furono agitati e confusi. Quando si svegliò, era sudata e in preda all'angoscia. Evie e Shannon erano ancora sedute là, e la guardavano. La barca sapeva di chiuso, un odore dolciastro che Mia non riuscì a identificare.
Evie si chinò su di lei. - Sei sveglia? Si sta facendo tardi.
Mia si sentiva stordita. - Che ore sono?
- Quasi le sette. Senti, devi dire a tuo padre che stai bene, altrimenti ti verrà a cercare e arriverà la polizia - disse Shannon.
- Ti accompagno, se vuoi. Devo prendere qualcosa da mangiare per stasera. Il negozio dovrebbe essere ancora aperto. - Evie cominciò a infilarsi il cappotto e ad allacciarsi gli stivali.
Mia si raggomitolò di nuovo sul divanetto, con lo stomaco stretto in una morsa di paura. Questa volta sarebbe successo davvero. Come quando aveva cercato di comprare il sidro alla rivendita di liquori, solo molto, ma molto peggio. Grida e minacce, poi qualcuno l'avrebbe trascinata a casa, a Whitecross, o magari quelli che lavoravano per l'assistenza sociale le avrebbero detto che doveva andare in affido, o chissà cosa.
- Lascia qui la tua borsa - le suggerì Shannon.
- Non puoi portartela dietro dappertutto. Ci bado io. Promesso. - Le sorrise. - Sei spaventata, ma una volta che avrai detto a tuo padre che stai da noi, ti sentirai meglio.
- Sul serio? - Mia guardò prima Evie e poi di nuovo Shannon, nervosa. - Volete dire che posso restare?
- Be', che alternative ci sono? Certo che puoi.

Mia pescò un paio di monete da venti pence dal borsellino.
Digitò i numeri con le dita tremanti. Mentre ascoltava gli squilli, il cuore le rimbombava nel petto, finché sentì il clic di qualcuno che aveva sollevato il ricevitore dall'altra parte.
- Mia?
- Sì.
- Dove diavolo sei? Mi hai spaventato a morte.
- Aspetta ... ascolta ...
- Questa volta sei andata oltre. Cosa pensi di fare, eh? Riesci anche solo a immaginare  la scena dall'ospedale ... quando sono arrivato lì ... ma no, lascia stare, è impossibile che tu riesca a immaginarti qualcosa, certo, a parte le tue stupidissime fantasie di fare sempre quello che ti pare, fregandotene di tutto e di tutti.
Mia teneva la cornetta lontana dall'orecchio. Si voltò a guardare Evie, che la aspettava qualche metro più in là dandole la schiena. Dentro la cabina il fetore di urina stantia e cicche di sigaretta era insopportabile. Mia era sicura che avrebbe vomitato da un momento all'altro. 
Suo padre non la smetteva più di strillare. Chiuse gli occhi. E strinse il ricevitore ancora più forte.
- Papà. Adesso ascoltami.  Sto bene, sto a casa di certa gente ... persone a posto, okay? No, non te lo dico chi sono. Ti richiamo domani quando ti sei calmato. Stai zitto! Sono dovuta scappare dall'ospedale. Ho cambiato idea. Ma mi vuoi ascoltare, sì o no? Be', in realtà non l'avevo mai presa, quella decisione, però una volta lì ci sono riuscita. Ho capito. Che non voglio sbarazzarmene come tutti voi.
Ma suo padre non l'ascoltava. Mia sbatté giù la cornetta, spalancò la porta della cabina e vomitò nel canaletto di scolo.
Evie la raggiunse e le appoggiò una mano sulla schiena. Mia si divincolò. Non voleva essere toccata da nessuno. Nessuno. E poi, così da vicino Evie aveva un odore nauseante, un miscuglio di sigaretta e alcol.
- Ci sei? Torniamo? - Evie si voltò verso il fiume.
Mia la seguì. Stava ricominciando a piovere. Lasciò che le lacrime le scorressero lungo le guance senza ritegno.
- Quanti soldi hai? - le chiese Evie. - Dobbiamo comprare qualcosa per la cena. La zuppa è già finita.
- Mi dispiace. 
- Non fare la scema. Avevi bisogno di mangiare. Sembravi morta di fame. Magra come un gatto randagio. Dev'essere quel tuo bambino che divora tutto. O hai sempre questo aspetto?
Mia alzò le spalle. - Non ne ho idea. Sempre, credo. Papà me lo ripete all'infinito. E me l'hanno detto anche all'ospedale. - Lanciò un occhiata a Evie. Impossibile indovinare se fosse magra o grassa, sotto tutti quegli strati di vestiti: maglioni infeltriti dai colori sgargianti, gonne di cotone indiano, stivali, e adesso anche un impermeabile da uomo pesante, stretto in vita con una sciarpa di velluto. Probabile che fosse abbastanza piccola e piuttosto magra. Il suo viso lo era, sotto i capelli rasta intrecciati di perline e la fascia volta che portava in testa. 
Mia tirò fuori dal borsellino una banconota da cinque sterline. Non le restava molto altro, con quel che aveva speso per il biglietto dell'autobus e al bar. Ma visto che Evie e Shannon le avevano dato il permesso di restare, le pareva giusto contribuire almeno un po' alle spese. Si fede piccola piccola dietro a Evie, mentre al supermarket lei acquistava verdura, delle lattine di pelati e il pane, tenendo la testa bassa e pregando in cuor suo che nessuno la riconoscesse.
- Prepareremo un'altra minestra - dichiarò Evie.
-Costa poco e ti farà bene, e poi si può cucinare in un'unica pentola, in che rende la vita più facile a bordo della barca. Sulla via del ritorno dobbiamo comprare anche un po' di carbone per la stufa. La vende Joe, quello sul canale. Torneremo da quella parte. 
- Ma dove prendete i soldi che vi servono? - le chiese Mia. 
- Un po' qua e un po' là. Vendiamo roba. La bancarella, sai. Ogni tanto ci facciamo un viaggio in qualche posto tipo l'India, e riportiamo indietro un carico di cose da vendere. È là che ho conosciuto Shannon, in India. La gente paga bene copricuscini, cappelli, borse e prodotti originali che vengono da là. Specchi, ricami, seta. L'hai vista la nostra bancarella, no? 
Qualche volta ci iscriviamo anche alle liste di collocamento se ci fermiamo in un posto per un po'. Ma di solito preferiamo cambiare. Ci siamo già state abbastanza in questa discarica, solo che Shannon si è presa una specie di cotta per quel tizio, Joe. E poi, qui è facile ormeggiare. Presto però dovremmo ripartire. Non ci resta più molta roba da vendere. Dovremmo fare un altro viaggio in India, ma non abbiamo abbastanza soldi. 
- E in quale altro posto potreste andare?
- Da qualsiasi parte. Sempre via acqua. C'è una rete intera di fiumi e canali, solo che alcuni non sono più navigabili. Però puoi arrivare anche fino a Londra, se vuoi. Ma perché uno dovrebbe volerci andare? Meglio starsene fuori dalle città, davvero. A meno che tu non voglia nasconderti. 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 30, 2018 ⏰

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Un' estate, una vita  Julia GreenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora