11. What's up!?

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Ed eccola lì in tutta la sua bellezza, quegli occhi verdi lucenti e pieni di vita che mi guardavano e il suo sorriso, il suo meraviglioso sorriso, sembrava felice. Non diceva nulla mi sorrideva e aveva un'espressione serena in volto, quasi beata era un angelo, nel vero senso della parola. Il luogo dove mi trovavo era illuminato da lei e dal vestito che indossava, bianco, un bianco cangiante, lucente, puro. Lei era un angelo.

Vederla da vicino, avere un contatto visivo con lei, un'altra volta era qualcosa di inspiegabile, continuando a guardare lei un qualcosa si  faceva sentire dentro me. Una sensazione strana, rancore tristezza, mischiati con un pizzico di felicità nel vederla sorridere, vedere un'altra volta il suo sorriso dopo tempo,e  quei suoi occhi sorridenti. Ero immobile davanti alla sua figura e lei non si muoveva sembrava quasi una statua, volevo andare lì ad abbracciarla stringerla e risentire la morbidezza delle sue braccia che ti facevano sentire al sicuro, come una sorta di protezione, risentire quel suo profumo di cannella e rose, delicato e piacevole ma qualcosa mi impediva di muovermi, come se i miei piedi ero incollati al pavimento fermi, senza nessuna capacità motoria e più cercavo di camminare più mi sentivo abbattuta. Non potevo perdere l'opportunità di stringerla di nuovo a me.

"Abigail" Ed ecco che come un sussurro leggero, la sua voce uscì dalla bocca come qualcosa di soave una voce angelica, proprio come me la ricordavo, la sua voce con quel tono leggero che ascoltata ad occhi chiusi potrebbe  diventare una melodia, la più bella melodia. Non sapevo cosa fare, se risponderle o meno, ma dovevo farlo dovevo sapere ciò che mi doveva dire, non potevo evitare, probabilmente questa è l'ultima volta che l'avrei rivista, con tutta la sua bellezza. Cercai di pronunciare qualcosa, ma anche la mia voce non voleva uscire, c'era come qualcosa che bloccava il passaggio delle voce e la faceva fermare, e non ci riuscivo. Volevo urlare, ma la mia bocca non produceva alcun suono e io mi sentivo a terra  e quasi crollavo, l'unica cosa che riuscivo a fare era produrre lacrime , che iniziano a stuzzicare i miei occhi e alcune iniziarono a scivolare giù lungo le mie guance ,senza bagnarle lasciando una scia bianca che luccicava ed era tutto così irreale, tutto così  diverso dalla realtà.

Sentì, come qualcosa , che sfiorava la mia pelle,  ed alzando il mio sguardo la vidi, a pochi centimetri da me, con una sua mano posizionata sulla mia guancia dove stava scivolando una lacrima e subito al contatto, mi sentivo al sicuro,la sua pelle era morbida, come ricordavo, e in quel momento non riuscivo a capire più niente, sapevo solamente che quel momento dovevo godermelo al meglio.

"Abigail" Di nuovo mi chiamo e non potendo parlarle, mi limitai ad annuirle e nel suo viso comparve un sorriso. "Stai attenta e...."

Un fastidioso rumore interruppe quel momento, che a quanto pare era un sogno, uno dei miei migliori sogni, ma misterioso, cosa doveva finirmi di dire? perché la sveglia doveva suonare proprio adesso, quando lei mi era venuta in sogno a dire qualcosa, il che era molto raro. Iniziai a imprecare su quella fottuta sveglia che non smetteva di suonare, così alzai un braccio per cercarla di spegnerla, ma questa cadde rompendosi. Da una porta ringraziavo dio che finalmente, quell'aggeggio aveva smesso col suo *bip bip*, dall'altra mi maledicevo poiché ne avrei dovuta ricomprare un'altra. Mi alzai dal letto, con gli occhi che vedevano tutto opaco e sfocato, i piedi erano scalzi e il contatto con il pavimento non era stato uno dei migliori, e quando mi girai di nuovo verso il letto per prendere le calze che si trovavano sotto le lenzuola, notai una macchia rossa.

Perfetto direi... mi era pure arrivato il mio periodo. Non poteva essere un lunedì migliore. Fortunatamente la macchia non era di dimensioni esagerate, così mi affrettai a togliere le lenzuola e andarle a mettere dentro il cesto delle cose sporche, e nel momento in cui mi piegai per poggiarle lì, i dolori alla pancia si iniziarono a sentire, ed erano anche forti. Non riuscendomi a piegare gettai le lenzuola senza curarmi di piegarle o altro e subito mi andai a mettere nel divano distesa continuando a massaggiarmi la pancia.

I NEED YOU.||H.S||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora