13.Sister

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"Abigail"

"Abigail" Una voce roca, che pian piano diventava sempre più chiara, continuava a chiamarmi. Era abbastanza conoscente e profonda, ma per quanto conoscente poteva essere non riuscivo a distinguerla, a riconoscerla e non potevo neanche aprire gli occhi per riuscire a vedere chi mi stava chiamando, perché sembravano come incollati con qualche colla pesantissima.

"Abigail" di nuovo mi chiamò, stavolta scuotendomi il braccio leggermente come se mi volesse svegliare, ma mi mancavano le forze e non riuscivo a svegliarmi così mi girai e rigirai per trovare una posizione comoda per poter continuare a dormire, o almeno per cercare di riposare in santa pace. Mi misi un cuscino in testa per  poter isolarmi da quella voce che continuava a chiamarmi. Ero stanca, anzi più che stanca.

E in più oltre che essere stanca la mia testa era in totale confusione e non smetteva di battere, ed sentivo continuamente uno strano sapore, acido e amaro ma nello stesso tempo dolciastro che mi saliva fino alla gola e si bloccava lì procurandomi una specie di senso di vomito. 

Oltre alla voce della persona che mi stava chiamando riuscivo a sentire un squillo di un cellulare. Il mio cellulare. Con tutte le mie forze tolsi il cuscino ,che poco prima avevo usato per isolarmi, dalla mia testa e iniziai a strofinarmi gli occhi per provare ad aprire gli occhi, stanchi e assonati, e vedere cosa stava mi succedendo attorno.

Chi mi stava chiamando? Chi era quella persona che continuava a scuotermi?

Ovviamente anche in questi momenti, la mia mente per quanto possa essere confusa continua a farsi domande, causando ancora più confusione di prima. Che disagio che sono.

Aprì piano, piano gli occhi e questi mi iniziarono a bruciare e socchiudersi da soli. A primo impatto vidi solo macchie offuscate e attorno a me c'era solo il mio comodino e il mio cuscino che avevo appena pogiato di lato e non appena mi girai dall'altra parte notai una figura di una persona molto offuscata. Mi bastò stropicciare  un altro po' li occhi per capire veramente  chi si trovava davanti me.Non riuscivo a crederci 

"Harry, cosa ci fai qui?insomma dentro il mio appartamento, sopra il mio letto." Dissi con la voce nervosa e nonostante ciò lui continuava a sorridere, e quasi gli scappo una risatina, io non trovavo nulla da ridere ed ero molto confusa per quello che stava succedendo. Mi chiedevo solamente che diamine ci faceva il riccio  nel mio letto.

Non che la cosa mi desse tanto fastidio, però volevo cercare di capire un po' come stavano le cose.

Harry vedendomi confusa cercò di spiegarmi come stavano le cose" Stai tranquilla, ieri sera credo che ti sei lasciata andare e non hai retto bene l'alcol, così ti ho riportato a casa e poi tu mi hai pregato di dormire con te."La mia mente si fermò per qualche istante ad analizzare l' ultima parte della spiegazione.

Gli avevo veramente detto di restare a dormire con me..? 

Mi ero ubriacata? Ma per quale motivo?

Mi è bastato sentire ciò per far andare la mia testa in un turbine di confusione, e cercavo in ogni modo di mettere insieme tutte le parti della serata e magari riuscirmi a ricordare ciò che avevo fatto ieri sera e il motivo per cui mi ero ubriacata.

Improvvisamente mi ricordai he il mio telefono stava squillando, quindi mi alzai dal letto cercando appoggio in qualcosa visto che stavo barcollando, Harry subito si alzò per aiutarmi a camminare, non appena una sua mano mi circondò la vita e l' altra mi prese la mano, mi sentiì come protetta.

Mi accompagno in cucina dove si trovava il telefono, non appena lo accesi vidi le numerose chiamate perse e i messaggi di mia sorella Cristal. I provvidamente mi ricordai che oggi lei sarebbe dovuta venire da me. Mi affrettai a chiamarla per vedere dov'era, dopo due squilli subito mi rispose.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 11, 2016 ⏰

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