CAPITOLO 6

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Osservai meglio il ragazzo appoggiato al muro: negli atteggiamenti assomigliava molto alla sorella e anche gli occhi erano molto simili, ma per il resto lui sembra più freddo e meno amichevole rispetto a Rose.
Mi voltai verso di lei, ma stava già correndo verso l'uscita-"Merda.."-imprecai tra me e me e la seguii, ricevendo degli insulti da parte di alcuni studenti che avevo spintonato.
La vidi appoggiata ad un albero intenta a fumare una sigaretta. Non aveva gli occhi rossi e non stava neanche piangendo. Spense la sigaretta con rabbia, schiacciandola sotto lo stivale.
Mi avvicinai cautamente a lei-"Ehi, Rose..."
"Mi ha rovinato la vita! Per una volta che posso viverla tranquillamente lui deve sempre rovinare tutto"-si fiondò tra le mie braccia e io non potei fare altro che stringerla contro il mio petto-"Voglio raccontarti tutto"
Mi prese per mano, ma, invece che andare in camera sua, salì fino al terzo piano dove c'erano gli alloggi maschili.
"Perché siamo qui?"-ci fermammo davanti alla camera che condividevo con Luke e, dopo pochi secondi, dalla porta sbucò quest'ultimo.
"È tutta vostra"-ci fece l'occhiolino, naturalmente aveva capito tutt'altra cosa. Dopo aver ricevuto un bacio sulla guancia da Rose, se ne andò.
La ragazza si sedette sul letto accendendosi una sigaretta e passandomi l'accendino per farla accendere anche a me.
"Ho chiesto a Luke di prestarmi la vostra stanza perché non mi fido quando c'è mio fratello in giro"-annuii e la vidi chiudere gli occhi mentre buttava fuori il fumo-"Io me ne sono andata da Liverpool per colpa sua. È sempre stato molto dolce con me fino a quando i nostri genitori non sono morti in un incidente. Da quel giorno non mi ha più fatta uscire di casa, mi picchiava e poi..."-la voce le diventò sempre più debole e, prima di continuare, si asciugò le lacrime e mi chiese scusa. Le accarezzai dolcemente la guancia, facendole capire che poteva prendersi tutto il tempo che voleva e che io ero lì per lei.
Dopo qualche minuto, ritornò a parlare-"Poi una sera è tornato a casa con dei suoi amici, erano tutti ubriachi...i-io avevo solo 16 anni..."
Scoppiò a piangere, così la strinsi a me per farla calmare-"Piccola adesso ci sono io e lui non potrai farti più niente, okay?"
Le asciugai le lacrime e le diedi un leggero bacio sulla bocca-"Sei riuscita a scappare e ce l'hai fatta da sola, ma adesso ci sono io e ci sono i ragazzi e c'è mia sorella e non dovrai più lottare da sola"-le accarezzai la schiena facendola rabbrividire.
"Ho una cicatrice lì...e anche sulla pancia"-distolse lo sguardo dal mio, vergognandosi di ciò che potevo pensare, ma io la trovavo comunque bellissima.
"Sei perfetta con o senza cicatrici"-le sollevai il viso verso il mio e la baciai nuovamente, facendola mettere a cavalcioni su di me.
Eravamo talmente presi a baciarci che nessuno dei due si accorse che qualcuno aveva aperto la porta. Non ce ne accorgemmo fino a quando qualcuno applaudì.
"Complimenti,sorellina"

Mi voltai pietrificata appena udii la voce di mio fratello.
Mi fiondai verso di lui facendogli sbattere la schiena contro il muro-"Che cazzo ci fai qui?"
"Calmina,Rose. Tratti così tuo fratello? Che casualmente condividerà la stanza con il tuo ragazzo"-si staccò dal muro e mi accarezzò la guancia, facendomi rabbrividire.
Michael lo prese per il colletto della maglia e lo spinse nuovamente contro la parete, sovrastandolo con la sua figura-"Ascoltami bene, testa di cazzo. Tu prova solamente a toccarla o a parlarle o solamente a guardarla e io ti rispedisco a calci in culo a Liverpool, sono stato chiaro?"-mio fratello annuì. Per la prima volta sembrava intimorito da qualcuno.
"Andiamo Rose"-afferrai la mano al rosso e, prima che potessi uscire dalla camera, mio fratello si avvicinò a me-"Questo è solo l'inizio piccola Rose"-sussurrò all'orecchio per poi guardarmi leccandosi il labbro mentre uscivo dalla porta.

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