Lettera

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Scoppia in un pianto diverso. Non erano lacrime di delusione questa volta. Erano lacrime di dolore. Un dolore mentale che si trasformó in dolore fisico. E con le poche forze che mi rimanevano dopo quella giornata, e con le lacrime che ancora scendevano lungo il mio viso. Lo scrissi. Scrissi un messaggio che a me piace chiamare "Lettera". E scrissi di lui. Scrissi di noi. E glielo inviai. Scrissi cosí:

<< Stai li, fermo, ad aspettare cose che non succederanno. Poi, all'improvviso, un giorno, eccolo. Vedi il suo sorriso, il sorriso della persona protagonista dei tuoi sogni; l'unico sorriso che ti puó salvare dalle tue lacrime. Esplode su quel volto una bellezza che non avevo mai visto prima. E di quel sorriso non ne potrai piú fare a meno. Dicono di dimenticare subito, altrimenti non si dimentica piú. Ma a chiunque lo dica, pongo una domanda: "posso dimenticarmi di respirare?" Quel maledetto sorriso è dentro di me. Non posso dimenticarlo semplicemente perchè è parte di me. In mezzo a tutti, in mezzo ai rumori, io cercavo QUEL sorriso. E, Dio, quant'era bello.           Perdonami se non frequento la Chiesa, ma dopo 18anni credo di poterti fare una richiesta, eh?
"Fa' si che quel sorriso mi chiami Amore. Fa' si che quel sorriso sia per me, sia mio. E fa' si che quel sorriso non si spenga mai , perchè è lui che mi puó salvare da tutto e tutti".>>


A lui vennero i brividi, e probabilmente e il ricordo piú bello di lui che terrò da parte nel mio cuore. Ma poi, quella stessa mattina, il cuore fu pugnalato per l'ultima volta.

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