Poi Andrea partí. Quel senso di star per perdere qualcuno mi assalí. E quasi non riuscii nemmeno a salutarlo, se non con l'ultimo e piú forte abbraccio. Non avevo la forza di guardarlo salire in macchina, perchè sapevo che una volta voltato l'angolo, non l'avrei piú rivisto. Quindi lasciai tutto all'immaginazione. L'ultimo ricordo di lui, fu il nostro abbraccio.
SETTEMBRE.
OTTOBRE.
NOVEMBRE.
Arrivò un altro inverno. In questi mesi si successero molti ragazzi, alcuni che hanno promesso per poi sparire, altri che si rivelarono per ció che erano, altri che, invece, qualcosa me l'hanno insegnato. Giovanni, per esempio. Giovanni riuscí a farmi prendere consapevolezza del mio corpo. Mi fece capire quanta importanza abbiano i fatti. Il contatto fisico. E nonostante il sentimento sia stato scarso, l'insegnamento è sicuramente servito a qualcosa. Serví a farmi lasciare andare coi ragazzi. Purtroppo, andando avanti, l'incontro con i ragazzi diventò solo fisico. Nessuno riuscí piú a prendermi mentalmente. Nessuno catturò la mia attenzione tanto da aver voglia di rivederlo al piú presto. Diventarono tutti dei giocattoli. Ero davvero cambiato cosí tanto? E si. Le delusioni, dicono, ti cambiano.
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La Vita In Un Anno
Short StorySuccesse tutto all'improvviso. Quel giorno, esattamente quel giorno lí, iniziò la mia seconda vita.