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"You watch me bleed until I can't breathe, shaking, falling onto my knees. And now that I'm without your kisses, I'll be needing stitches
Tripping over myself. Aching, begging you to come help. And now that I'm without your kisses, I'll be needing stitches"
Canticchio nella testa. La canzone 'Stiches' sta passando attraverso i sottili fili delle cuffiette fino a raggiungere la mia mente. La riproduzione casuale è attiva e non c'è niente che mi rappresenti di più. Io sono una riproduzione casuale. Un grandissimo insieme di canzoni. Alcune ti piacciono, altre sono quelle che ascoltavi qualche tempo fa, altre quelle che trovi 'carine' ma non ti fanno impazzire, altre che diventano la tua fissa, altre le ascolti perché ti piacciono i testi, altre per la melodia.
Ma nonostante siano tutte canzoni che tu hai scelto di mettere in quella playlist, non saprai mai che canzone capiterà. E appunto, io ero proprio un po' così. Nessuno sapeva mai cosa aspettarsi da me, nemmeno io.

"Signorina Taylor?". Una voce mi fa ritornare alla realtà, dove c'erano spiagge bianche e pancake con sciroppo d'acero. Scuoto la testa e faccio in analisi della situazione. Mi trovo nella mia classe, George Washington High School, secondo anno. Il professore di storia, Nicholas Hall ti sta parlando Hailee, datti una svegliata!
"Ehm- professore?" Suona più come una domanda nella quale spero che non mi chieda di parlare di nessuna guerra o avvenimento che riguardi la vita di qualche antico, vecchio, noiosissimo personaggio. Odio storia.
"Mi saprebbe dire la data esatta della guerra scoppiata tra-" driiiiiiiiin la campanella mia salva, ancora una volta. "Ragazzi per il ponte di Halloween cercate di rimanere in contatto con il vostro cervello e il vostro libro, quindi ripassate, ci sarà un test al vostro ritorno" urla Hall mentre tutti gli studenti escono dall'aula felici come se avessero vinto la lotteria.
Io esco per ultima e il professore mi precede "Se non le dispiace, al suo ritorno, vorrei riprendere quell'esauriente discorso su quella guerra di cui-" comincia lui, evidentemente pronto ad interrogarmi anche dopo il suo della campanella di Venerdì 30 ottobre. "Perderó l'autobus" dico cercando invano di uscire dalla classe "Non mi sfuggirà, che sia chiaro. Si prepari per il ritorno a scuola. L'aspetterà una meravigliosa interrogazione" mi dice con un sorriso falso sul volto. Ammetto che c'era dell'inquietante nelle sue parole così affrettò il passo e non so perché, ma mi giro a controllare che non mi stia seguendo. Raggiungo la fermata e fortunatamente arrivo due secondi prima che le porte di chiudano.
Cerco un posto libero che come al solito non c'è mai, allora mi attacco ad una maniglia libera e rimango in piedi. Metto le cuffiette e parte un'altra canzone che canticchio ma di cui non ricordo il nome.
Guardò fuori dal finestrino e vedo le case che scorrono veloci. Non vedo l'ora che arrivi l'inverno penso . Si amavo l'inverno. Amavo il freddo, stare a casa rannicchiati sotto una coperta calda con una tazza di cioccolata calda a guardare qualche film natalizio. Quella magia che si creava durante il Natale, tutti entrano il quel clima di accoglienza e amore. Tutti tranne la mia famiglia. I miei erano separati e io vivevo con mio padre. Mio padre non c'era quasi mai quindi era come vivere da sola. Io ero da sola, se non per Emily e Mike, i miei migliori amici, io e loro formiamo un trio a dir poco fuori dal normale , ma a suo modo perfetto. Non so come farei senza di loro.

Senza nemmeno accorgermene sono davanti alla mia via, così scendo e a testa bassa cammino verso casa mia. Cerco, nelle tasche dei jeans, le chiavi per aprire il cancello e poi casa e ovviamente non le trovo. Merda. Trovo quelle di scorta che fortunatamente tengo sempre nello zaino. Percorro velocemente il giardino di casa, sfrego i piedi sullo zerbino perché l'erba è bagnata, ha piovuto tutta la mattina e sembra che pioverà per il resto del pomeriggio. Ma tanto mi piace la pioggia, e se non avessi un orrendo raffreddore uscirei senza problemi. Entro in casa e lancio, letteralmente, lo zaino sul divano, con un perfetto tiro da cestista (ironico)e infatti il povero Mars, il mio gatto rosso, stava per essere uccido a penso un milione di chili di scienze, storia, matematica e letteratura. Tolgo la giacca e senza sfilo le scarpe, successivamente lanciando anche quelle che finiscono sulle scale. Vado in cucina e scopro con mia sfortuna che c'è solo della pasta avanzata da ieri sera, così  la metto nel microonde a scaldare, con disgusto.
Io odio il cibo riscaldato.. Si odio moooolte cose.
Mentre aspetto mi appoggio al piano della cucina con le mani e mi arriva un messaggio.
'Hei, hai da fare oggi? Ok non era una domanda, passa da me verso le 15:00. Emy'
Scuoto la testa ridacchiando per il messaggio della mia amica, fortunatamente oggi non avevo comunque nulla da fare.
Il microonde suona e così prendo quello schifo e mangio tutto molto molto molto lentamente, perché mentre mangio, come mio solito, navigo su Instagram cercando qualche spunto per qualche foto.
Un'altra mia passione era la fotografia, immortalare quei momenti che vorresti come fermare. E quando riguarderai quella foto rigusterai le emozioni provate in quel momento. Amavo fotografare paesaggi, di solito d'inverno, con la neve. Ecco un altro motivo per cui amavo quella stagione.
Finito di mangiare metto il piatto e il resto nella lavastoviglie e insieme alle cose della sera precedente è necessario azionarla.
Potrei andarmene, e lasciar fare tutto a mio padre. Dopotutto non è un mio vero e proprio dovere, ma sono troppo gentile e quindi, dopo aver impiegato un po' a trovare il detersivo giusto, l'aziono e soddisfatta vado verso il mio cellulare che sembra impazzito da quanto vibra.
"Emily" compare sullo schermo. Cosa vorrà adesso?? Penso tra me e me.
"Pronto?" Dico io sorpresa. "Dove sei Tay??"
Mi quasi-urla lei " ma come sono sole le- mi giro a guardare l'ora sul l'orologio della cucina- "le 3:45" mi precede lei scocciata
"Scusa, scusa arrivo subito" dico e chiudo velocemente. Prendo la giacca e cerco le scarpe che sono finite una sulla cima delle scale , cosa che mi sorprende perché mi domando come possa averle lanciate così in alto, e l'altra a metà scala. Le afferro e le infilo saltellando prendo le chiavi veloce e corro fuori da casa. Tra tutti i miei meravigliosi e numerosissimi pregi c'è anche quello di essere un ottima ritardataria.
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-spazio autrice-
Hei ragazze:) spero che questo primo capitolo vi sia piaciutoci vediamo al prossimo, forse aggiornerò stasera, ma ho molte cose da fare quindi mi sa che rimanderò a domani.
Un baciooo😘👊🏻
~eliss🚗

Till the endDove le storie prendono vita. Scoprilo ora