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Jessica. Biglietti. Staranno benissimo. Ti amo.
Gli unici frammenti della conversazione che mi sono rimasti impressi.
Ancora non ci credo che mio padre vuole che ci trasferiamo.
Sbatto gli occhi velocemente per non far scendere le lacrime. Proprio ora che ero riuscita a trovare un ragazzo e una buona amica. Ci siamo trasferiti qui a San Francisco un'anno fa e qualche mese. Non sono ancora pronta per ritrasferirmi. E poi chi è questa Jessica? La nuova fidanzata di papà? Perché non ci ha detto nulla?
Non so come riesco ad addormentarmi. La mattina dopo mi sveglio con il cuscino bagnato dalle lacrime. È giovedì e stranamente mi sento molto più riposata. Ora che ci pensò la luce dalla finestra è molto più intensa.
Volto lo sguardo verso l'orologio e sobbalzo. 9:10.
Strabuzzo gli occhi: dovevo essere a scuola un'ora fa! Mi alzo frettolosamente dal letto e cerco dei vestiti, scivolo sul parquet e corro in bagno, sorpresa però che in casa ci sia uno strano silenzio. Ora capisco, mio padre non ha voluto svegliarmi...ok so che probabilmente se ne è dimenticato ma mi piace pensarla diversamente, gli dà un'aspetto più da "genitore protettivo".
Mi getto a peso morto sul letto, ripensando alla scena di ieri sera...poi un lampo. Ora che lui non è in casa, posso rovistare tra le sue cose, per scoprirne di più.
Mentre mi avvicino furtivamente al suo studio mi viene in mente che oggi ci sarebbe stato il test di storia, ma avrei comunque preferito non farlo. In punta di piedi (non so perché mi comporto così visto che non c'è nessuno in casa) mi avvicino alla porta e la apro piano. Questa area è sempre stata inaccessibile da me e carter, fin da piccoli..ora però voglio scoprire cosa c'è qui dentro e sinceramente, ho un po di paura.
Entrò nella stanza e mi guardò attorno. Una piccola scrivania di legno mogano, una sedia da ufficio nera in pelle, due grossi armadi bianchi e un davanzale con delle cornici. C'è un grande tappeto rosso che regna al centro della stanza in cui si sono affiancati un tavolino basso in vetro e due poltroncine nere.
Devo ammettere che mio padre sceglie davvero male gli abbinamenti, il primo luogo che mi viene in mete dove cercar e ovviamente la scrivania.
Rovisto tra alcune carte di lavoro e quando ho perso la speranza mi accorgo di aver tralasciato un piccolo spazio nell'ultimo cassetto. Una scatola bianca con un nastro dello stesso colore. Senza esitare la apro ma una scritta attira la mia attenzione.
Su un lato della scatola alcuni caratteri neri sbiaditi citano "per quando vorrai tornare"
Ho un tuffo al cuore e apro velocemente la scatola e mi corpo la bocca con la mano dalla sorpresa.
È una scatola piena di videocassette.
Tutte su mia madre.

Ho sempre pensato che mia madre fosse una persona odiosa, che mi avesse abbandonata perché gli facevo schifo ma queste, queste cassette potranno rivelare tutta la verita. Il motivo per cui ci ha lasciati. Tutto.

Mio padre è tornato a casa così richiudo la scatola e la ripongo nel cassetto. Chiudo il i cassetti e rimetto tutto in "ordine" ovvero metto i fogli a caso, proprio come li tiene mio padre.
Esco velocemente e richiudo la porta alle mie spalle, lentamente.
Torno in camera e mi stendo sul letto ripensando a questa mattinata e a quello che ho scoperto, cioè niente, infatti dubito ritornerò in quello studio perché sono al punto di partenza.
Chiudo gli occhi facendo finta di dormire ancora e intanto stringo tra le mani una cassetta che ho rubato dalla scatola.
Non una cassetta a caso.
Per la mia bambina, c'è scritto su di essa.

Spazio autrice
Come vaaa? Sono felicissima che la scuola finisca😍voi? Dato che non avrò compiti etc.. Potrò aggiornare più spesso❤️
Stay active🍁
~eliss💡

Till the endDove le storie prendono vita. Scoprilo ora