Il post-it giallo

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La mia vita è cambiata con un post-it appiccicato malamente al frigorifero. Con una laurea, uno stage al quotidiano Cronache cittadine e un fidanzato fantastico come Marco, mi sentivo già arrivata. O almeno, prendevo l'autobus e mi sembrava di essere su una Mercedes. Pedalavo sulla mia bicicletta scassata, e mi sembrava di essere in sella a una Ducati Monster. Insomma, filava tutto liscio. Poi, un bel giorno, Saturno si è ribellato. Almeno questo è quanto dice Lucia che ha fatto un master sulle correlazioni astropsicologiche.

Ovviamente io, da sempre scettica sul tema, non ci ho creduto. E invece la mia vita ha cominciato a prendere una piega talmente rovinosa che ancora mi chiedo come sia stato possibile.

Cronache cittadine mi ha interrotto lo stage per un paio di mesi. "Sei sospesa, Asia. Mica è colpa tua. E' che, ora, cambia la direzione del giornale e un altro editore ha comprato il Gruppo. Insomma vogliono fare un restyling e, per ora, gli stagisti non sono previsti. Mi dispiace. Ci risentiamo con il nuovo anno. A gennaio".

Quando Roberta, dell'ufficio del personale, mi ha detto quelle poche parole, sono stata tentata di spaccarle a morsi il tacco dodici che ticchettava sotto il tavolo di rovere. Lei, con quella frangetta di capelli rossi, quel suo sorriso deciso, quella cordialità affettata, quel seno prosperoso arrogante che spunta dalla camicetta, non deve permettersi di trattarmi così. Avrei voluto dirle che ho una laurea, che lo stage è un mio diritto dopo aver passato sei colloqui, che il 110 e lode in quattro anni me lo sono sudato, che ho venduto la bici e ho acquistato apposta uno scooter per muovermi meglio tra una conferenza stampa e l'altra in centro città, che... "Va bene dottoressa Grassi, se avete deciso così. Però non dimenticatevi di me. Io, davvero, voglio fare questo mestiere, perché...".

"Sì, sì ho capito Asia. Ora però non ho tempo. Quello che ho detto a te lo devo comunicare ad almeno trenta stagisti. Capisci? Stai tranquilla, tutto si sistemerà. Ciao".

"Arrivederci,dottoressa".

"Asiaaaaa. Il badge. Devo smagnetizzarlo. Ciao, buona fortuna".

Che fa, mi prende pure in giro? Buona fortuna? Mi hai appena dato la peggior notizia dell'anno e mi auguri un futuro radioso. La Grassi è odiosa. "Cronache cittadine" mi ha decisamente cancellata. E la Grassi lo sa.

"Quando ti richiedono il badge, vuol dire che per loro sei morta".

Me lo raccontò Alessia, dopo che presi il suo posto di stagista. "Dopo un anno mi hanno liquidato così: grazie di tutto. Ora puoi restituirci anche il badge. Buona fortuna".

La fortuna gira. Da stagista a stagista, ma nel senso di un augurio senza futuro.

Così dopo il colloquio con Roberta mi sono ritrovata senza lavoro e un affitto da pagare, decisamente a terra. Unica nota radiosa, il "fantastico Marco", come lo chiama Paola.

Sì perché Marco è quel classico uomo che non esiste, quello che ti scrive "Buongiorno stellina" alle 6.40, quando suona la sua sveglia. Quello che prepara la moka con scritto "Accendimi" e ti lascia il croissant sul tavolo con una rosa. Quello che se la sera sei stanca, ti prepara una tisana e ti fa un massaggio di un'ora. Quello che, quando dice "ti amo", balbetta e arrossisce come un bambino.

Paola, la più saggia delle mie amiche, nonostante l'avesse battezzato il "fantastico Marco", una sera mi disse che aveva qualche dubbio sulla sua perfezione.

"Non so, mi sembra troppo. Troppo perfetto. Ma io, di solito, rovino tutto ciò che c'è di bello... non ascoltarmi. Beviamoci su. Ora".

E giù a ridere (e a bere) con Paola fino a sera inoltrata.

Un mese dopo un post-it giallo canarino. Sul frigorifero.

Dovevo aspettarmelo, visto che da una settimana sulla moka non c'era scritto "accendimi" e, al posto del croissant, c'erano le briciole della cena della sera prima. Ma l'Illusa non ci aveva fatto caso. E a svegliarla ci ha pensato il famoso post-it giallo canarino.

Quando la sveglia suona alle 9.30 perché quella mattina hai un colloquio importante alle 12, l'ansia la senti già pulsare nella testa. Il cuore è come se uscisse dal petto, le mani sono gelide, i piedi stretti nello spazio angusto delle ciabatte di pelo. I capelli che, con cura, hai lavato la sera prima, hanno un aspetto terribile e sotto gli occhi, al posto delle solite occhiaie, hai due ombre violacee che ti danno un look vissuto, da cantante rock. Il pigiama, ormai una seconda pelle, vorresti tenerlo per sempre, mentre ti arrabatti in cucina alla ricerca del latte scremato. E, proprio mentre ti avvii verso il frigo e, nonostante non ti senta brillante al punto giusto per affrontare il ragionier Malpighi per l'ennesimo stage alla Voce della città, da lontano scorgi un post-it giallo canarino. Tremendamente definitivo. La firma? Uno scarabocchio informe, senza cuore.

Amore a faccia in giùDove le storie prendono vita. Scoprilo ora