"No,Vale. Trattieniti, non puoi piangere anche vedendo Fantozzi, dai...".
"Lo so, Paola, hai ragione, ma è più forte di me. Piango sempre quando vedo un film. Piango per davvero. Cosa credi. Mi sforzo, anche. Ma niente, le lacrime fanno capolino in un nanosecondo, quasi a tradimento. Poi però quando devo piangere per qualcosa che mi succede, magari anche qualcosa di grave, ho come un blocco".
"Ma va, quale blocco. Rassegnati Vale, sei normale. Non hai nulla di troppo speciale o troppo strano. Sei semplicemente, così, un ghiacciolo che si commuove".
"Paola,grazie. Sei proprio una bella amica... di merda".
"No,dai, Vale, scherzo. E' che sei lì col tuo bel visino incorniciato da quel caschetto ribelle, e dimentichi di guardarti dentro. Non osservi cosa c'è oltre. Ti soffermi sulla messa in scena, sullo sfondo, ma non cerchi di capire la storia che c'è dietro a tutto questo. Tu piangi per la messa in scena perché quella, Vale, è la tua vita. L'esistenza vera, però, non la tocchi mai perché non vuoi scottarti".
"Sai che cosa ti dico Paola? Sei come Roberto. Vi preoccupate di quello che c'è dietro, speculate per ore e ore, e poi in mano non vi resta che un pugno di mosche. Perché vi piace distruggere. Voi nelle macerie,sguazzate. Perché le macerie trasudano verità, non è vero? Le macerie sono reali, mentre i sorrisi, il sudore per costruire,l'impegno sono robette da popolino che si sporca le mani senza pensare. E' così Paola? Beh, sai che c'è: io preferisco la fiction, se poi di finzione si tratta, che esistere schivando la vita. Tu, Roberto e quelli come voi, dite a noi che siamo in superficie. Voi, però, negli abissi non riuscite a stare a galla. E, per non morire, come cozze, vi attaccate a noi. Che abbiamo la testa fuori dall'acqua e, ancora, sebbene con fatica, riusciamo a respirare".
"Io non voglio essere felice. Però lo so il perché: vivo con la paura,tutto il giorno. Tu, invece, pensi di essere felice o fai finta di esserlo. Il motivo, però, non ti interessa, perché potrebbe turbarti. Comunque lasciamo perdere, ora è meglio che vada. Domani,forse, mi chiama LaVoce della città per quell'inchiesta sulla prostituzione. Notte, ti voglio bene".
"Ciao Paola, a domani. E non te la prendere per quello che ti ho detto".
"Ma no... se sono tua amica è anche perché con te posso parlare. Giusto?"
"Notte".
"Notte".
"Vale perché ieri non mi hai risposto al telefono?"
"Non l'ho sentito, Roberto, ero in Vespa. E basta con queste domande... Non puoi continuare a non fidarti...".
"Non mi fido perché sei una leggera. Una che basta un complimento... Una che è andata a letto con, quanti? Manco lo so. Dai, su, io non posso stare con una così. Una che è stata con diversi ragazzi. Una che poi fa finta di niente e si atteggia da santerella e piagnucola appena vede un film romantico... Io ho bisogno di rispetto.. Io...".
"Basta Roberto. Se non ti vado bene, quella è la porta. Arrivederci e grazie.Guarda che ti mollo e ti tradisco, se continui così... Lo sai che sono una brava ragazza... poi però ti fissi...".
"Non mi fisso. E' che per te è tutto così facile...".
"Domenica è il compleanno di mia madre. Vedi di esserci. Non ne posso più di questo fidanzamento senza sbocchi, senza futuro, senza tenerezza...".
"Vengo, vengo. Che palle. C'è la partita... e tu...".
"Questa volta se trovi delle scuse ti lascio. È finita. Per sempre".
"Ok. Ora vieni qui, dammi un bacino".
Meno male, Roberto questa volta viene. Sono felice. Felice di una piccola conquista che non è una conquista. Ma per me lo è. Roberto non è come tutti gli altri. Roberto è speciale. Roberto, Roberto, Roberto, Roberto...
Non ce la faccio, no. Questa volta anche sforzandomi, non riesco a entrare lì. Con il padre che sghignazza, Vale in gonna, al settimo cielo, la sorella col moroso così sorridente. Dai, su, Vale capirà.Lei capisce sempre. Non è di quelle rompipalle che ti lasciano in tronco per un piccolo torto. Secondo me, riesco a cavarmela. E,comunque, io lì, non ce la faccio a entrare. E neanche a scusarmi.Prendo e scappo. Mi sembra di soffocare e ho la tachicardia. Dai su,mica è un obbligo.
"Vale,scusa, non entro. Mi ha chiamato mio nonno, sta poco bene. Devo andare...".
"Ma come, dai, siamo tutti dentro. Stiamo ordinando e... almeno vai dai miei e scusati, dai, non farmi fare figure di merda. Dai...".
"Mi dispiace. Vado. Ciao Vale. Bacino?".
"Bacino un cazzo. Questa volta me la paghi".
"Dai Vale, mi sento in colpa, ma capiscimi. Mi sento soffocare. Giuro. Non riesco".
"Vai, vai. Fanculo".
Basta. Questa volta è davvero finita. Non c'è più niente che lui possa fare. Non gli piaccio, non mi ama, mi tratta come un cane. E mi lascia lì, come una cretina, a tavola con i miei e mia sorella che hanno fatto finta di niente. Non si fa così. Ho una dignità, io.Che vada a fanculo, quello stronzo. Ho così male allo stomaco che non riesco a camminare. I miei capelli sono sempre più secchi,spenti, stanchi. La mia pelle sta invecchiando e i miei occhi stanno perdendo vita. Sono lì, quasi in attesa, che succeda qualcosa di bello. Ma la vita, quella stronza, sta lì agonizzante. Come me.
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Amore a faccia in giù
General FictionZet passa da una festa all'altra, beve champagne e pippa cocaina. Gli è bastato un romanzo di successo per diventare ricco, ma a quale prezzo? La moglie non lo ama più e la figlia, bellissima, ha iniziato a perdersi. Poi ci sono Vale e Roberto, As...