Solo un massaggio

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E adesso? Fortunatamente ho un margine sufficiente: Betta non arriverà a casa prima di un'ora. Non resta che giocarmi tutte le mie carte: lei è tesa, deve cambiarsi la camicetta e correre via per il colloquio. Ma prima, potrei...

"Carlo, scusa. Che situazione paradossale: ora vengo anche a casa tua e ti conosco da meno di mezz'ora", mi dice a mezza voce.

"Figurati. Dai, andiamo".

Nel pianerottolo controllo di non vedere la vicina impicciona. Meno male, nessun nemico in vista. Apro la porta et voilà: conduco Asia nella cabina armadio di Betta e le faccio scegliere la camicetta da sostituire. Neanche a farlo apposta sceglie la preferita di Betta: quella bianca con i bottoncini blu sulla schiena.

"Vado a cambiarmi, allora".

Le indico il bagno e sparisce. Due minuti dopo ha la camicetta di Betta addosso e mi chiede:

"Mi allacci? Dietro non ci arrivo...".

Vedendo la sua schiena abbronzata e nuda, tento l'intentabile:

"Mi sembri agitata, vuoi un massaggio anti-tensione? Sai, a tempo perso, ogni tanto faccio qualche massaggio a domicilio... In due minuti sei come nuova".

Cazzo, come mi vengono queste trovate? Abboccherà?

"Quasi quasi...".

"Siediti sul letto è questione di un minuto... vedrai...".

Non ci credo si è già girata, con la camicetta aperta sulla schiena pronta a farsi toccare da mani sconosciute. Inizio, con calma. Sono bravo, lo so.

"Carlo, hai delle mani magiche...".

E non sai il resto, penso. Così, ci provo:

"Perché non ti sdrai, così ti rilassi completamente?".

Non risponde, si toglie la camicetta e si mette a pancia in giù. Non vedo il suo seno, ma massaggio con tanto impegno che mi sembra quasi di sentirla ansimare. La desidero in un modo incontrollabile e nella mia testa lei non è solo sdraiata a pancia in giù... Invece, ahimè, si alza, si rimette la camicetta, io gliela allaccio, e mi dice:

"Grazie Carlo, sei un tesoro. Ora scappo".

"Figurati. Aspetta, ti accompagno".

Mi alzo e la seguo fino alla porta. Prima che la porta si richiuda sulla sua schiena fasciata dalla camicia di Betta, le dico: "Vorrei rivederti".

"Anch'io. Il mio numero è 333... Se te lo ricordi a memoria, usciamo presto. Ciao!".

Sono sconvolto. Chiudo la porta e come un ossesso ripeto il numero 333, 333, 333, finché approdo a un foglietto e una biro. Scrivo quel numero magico. E, mentre prendo nota, penso al suo culo sul mio letto.

Oggi, a distanza di un paio di mesi, due mazzi di rose, quattro cene romantiche, e almeno mille sms mattutini, quel culo non solo è finito sul mio letto, ma mi ha completamente rimbecillito.

Amore a faccia in giùDove le storie prendono vita. Scoprilo ora