Dan mi guarda confuso "lo conosci?" chiede perplesso "è lo sfigato di letteratura" annuisce ridendo e il tipo lo guarda male, poi torna a fissarmi, quegli occhi, dio quanto odio quegli occhi. " stai giocando con il fuoco, ragazzina" dice continuando a fissarmi seriamente, so cosa sto per fare, sto per lanciarmi su di lui e ucciderlo.
Qualcuno mi conosce troppo bene o sono fin troppo prevedibile, prima che possa muovermi sento le sue braccia che mi alzano da terra e mi tirano su, mi carica sulla spalla e si avvia in un altra stanza mentre scalcio e mi dimeno irritata. "Lo odio" affermo sbuffando quando mi mette a terra, siamo in cucina, il tavolo é pieno di bottiglie vuote o semivuote, bicchieri contenenti vari liquidi colorati, ci sono solo due ragazzi che probabilmente stanno preparando una canna. Dan mi fissa divertito, sa sempre come prendermi il coglioncello, " posso lasciarti due minuti senza che tu uccida qualcuno?" Annuisco guardandolo e lui sorride, si volta e sparisce tra la folla. Mi volto verso il tavolo, prendo un bicchiere e faccio un sorso, uno solo, questa sera non ho intenzione di esagerare, mi volto e mi avvio verso il salone, mi fermo avanti la porta che lo collega alla cucina e mi guardo attorno, ci sono tantissimi ragazzi, li conosco quasi tutti anche se non ricordo i nomi, la mia attenzione è catturata da Lucas, non pensavo ci fosse anche lui, sta parlando con qualcuno e sorride ampiamente , mi sposto leggermente per capire chi è anche se il mio cervello inconsciamente lo sa già, Beth,chi se non lei, la vedo ridere per una sua battuta e provo una leggera invidia nei suoi confronti, continuano a parlare e io continuo a fissarli, non so perché voglio farmi così male,lui la attira a se e le stampa un dolce e inteso bacio sulle labbra, odio tutto questo, la vedo staccarsi e sorridergli,poi si allontana da lui e si avvia verso alcune ragazze, in quel momento Lucas si gira e i nostri occhi si incontrano, mi sorride mostrando le sue meravigliose fossette, stronzo.
Merda.
Sono seduta sul bancone della cucina. Non so come ci sono arrivata.
In una mano ho una canna quasi finita, mi piacerebbe sapere dove l'ho presa, nell'altra ho una bottiglia di whisky quasi finita, iniziando a pensarci la testa inizia a pesarmi e non sento più le mani e i piedi, cerco di guardarmi attorno ma ho la vista appannata, merda, non riesco neanche a capire in che condizioni mi trovo.
Provo ad alzarmi ma perdo l'equilibrio, il tavolo dietro di me mi mantiene in piedi, cazzo. Questa volta davvero ho esagerato, la testa mi sbatte tantissimo, sento che tutte le forze stanno abbandonando il mio corpo, due occhi color ghiaccio, quasi sul bianco mi scrutano divertiti, ancora lui? È un complotto, tutte le forze sembrano ritornare " cosa diavolo vuoi sfigato?" biascico, ho la bocca impastata e la mia voce è stridula,lui mi guarda divertito "sei ridotta male è scricciolo?" Scriccioche? Questo vuole davvero prenderle, sento tutta la rabbia accumulata farsi strada, vorrei davvero ucciderlo " senti sfigato uno non sono mai stata meglio, due non permetterti mai più di usare nomignoli dei genere e tre non ho mai desiderato voler picchiare un ragazzo come lo sto desiderando ora" dico con rabbia scandendo bene le parole, lui mi guarda ridendo, cosa mi ridi idiota?
" come siamo aggressive, pulce" dice sottolineando l'ultima parola, stringo i pugni, questo tipo lo odio, lo conosco da meno di 24 ore e vorrei che sparisse immediatamente. " senti perché non vai a farti un giro? Magari sei fortunato, trovi la troia di turno , perfetta per quelli come te, che te la da, smetti di essere un morto di figa e non mi rompi più le scatole che dici?" Dico tutto questo facendogli un sorriso falso e facendo un passo verso di lui, " non sei tu la troia di turno?" Chiede fissandomi con un sorriso malefico, parto, sento solo il bam e la mia mano sul suo viso, quando la sposto la sua guancia è rossa e ha l'impronta della mia mano, lo fisso incenerendolo con lo sguardo, questo stronzo mi ha appena dato della troia e io l'ho schiaffeggiato. Sto per dire qualcosa quando Dan arriva e ci fissa entrambi, in un secondo capisce cosa ho fatto e mi attira a se facendomi da scudo,fissa il ragazzo che però ha gli occhi puntati su di me, lo fisso arrabbiata finché Dan non mi trascina fuori. Pochi secondi dopo mi ritrovo in macchina, lui è incazzato nero e continua a blaterare cose senza senso, " che cosa ti passa nel cervello?" urla fissandomi , sbuffo irritata " mi ha chiamata troia" ammetto fissandolo arrabbiata, stringe le mani sul volante e abbassa la testa " non sai con chi hai a che fare Lil, stagli alla larga, se non fossi arrivato io non so cosa sarebbe potuto succedere" sussurra preoccupato, sospiro irritata, gli avrei tirato un paio di pugni e poi sarei fuggita, non penso che mi avrebbe toccata ma nel peggiore dei casi meglio non saperlo. Dan scende dalla macchina e io eseguo i suoi stessi movimenti meccanicamente, entriamo in casa e andiamo in camera sua, si spoglia velocemente e indossa dei pantaloni della tuta, sfilò le scarpe, tolgo le scarpe rimanendo con il suo maglione, si infila nel letto e mi lascia più della metà dello spazio. Questo ragazzo mi conosce troppo bene, sa quanto io odi dormire con le persone, non sopporto svegliarmi accanto a qualcuno, mi sento imprigionata, non ho mai dormito con un ragazzo, non sono mai rimasta una notte, per vedere cosa succede dopo, non mi sono mai svegliata accanto a qualcuno, non ho mai amato le coccole dopo il sesso, non le ho mai provate ma penso siano una stronzata, mi raggomitolò in un angolino del letto e chiudo gli occhi.
Il sogno cambia quasi ogni notte ma i protagonisti sono sempre gli stessi. Questa volta una bambina piccola, io, corre sorridente verso qualcuno, un uomo, sempre lo stesso, sono al parco giochi e sto correndo verso la figura sconosciuta, sono quasi fra le sue braccia, posso finalmente vedere il suo visto quando qualcuno mi tira verso di se urlando, mi sento risucchiare in un vortice nero, urlo e apro gli occhi.
Sono sudata e sto tremando, rimango rannicchiata su me stessa cercando di eliminare il sogno dalla mia mente, " Lil tutto apposto?" Sussurra Dan, vorrei parlare ma non mi esce il suono, lui fa per avvicinarsi e aspetta che io gli dia il mio consenso, non mi muovo e dopo alcuni minuti sento il suo corpo che aderisce al mio, mi stringe con il braccio accarezzandomi e poggia la testa nel incavo del mio collo, " sono qui" sussurra continuando ad accarezzarmi per farmi calmare, quel calore che emana riesce a tranquillizzarmi, mi sento leggera e al sicuro stretta fra le sue braccia, mi stringo a lui e chiudo gli occhi con la consapevolezza che riuscirò a dormire.
Mi sveglio sentendomi soffocare, sapevo che non sarebbe durata a lungo, sono ancora stretta fra le braccia di Dan, mi sento imprigionata e mi manca l'aria, guardo l'ora e noto che sono le 5, ho bisogno di uscire e schiarirmi le idee, con molta cautela sposto Dan e mi alzo dal letto, infilo le scarpe ed esco avviandomi verso casa. Probabilmente è un vizio quello di sgattaiolare al alba dai letti delle persone per tornare a casa,ma ormai ci sono abituata. Arrivata a casa mi avvio in camera e vado a fare la doccia, inizialmente avevo pensato di buttarmi a letto, ma ora sono fin troppo sveglia e ho solo bisogno di uscire un po, infilo l'intimo e dei vestiti puliti, sistemo i capelli e mi trucco leggermente, nascondendo le occhiaie con il correttore e facendo una passata di mascara, metto il mio solito rossetto rosso e mi guardò allo specchio.
Ho le gambe bianche ma siamo solo a marzo, oggi è proprio una bella giornata e fa molto caldo,indosso una gonna di jeans a vita alta e un top nero che lascia intravedere un po di pancia, lego in vita una camicia a quadri verde per precauzione, non si sa mai, infilo degli stivaletti neri con un po di tacco e i miei soliti braccialetti, continuo a guardarmi, sono abbastanza alta e molto magra,il mio sguardo si sposta sul mio viso, i grandi occhi verdi sono stanchi e anche se mi sono truccata le grandi occhiaie nere non sembrano voler sparire, indosso degli occhiali da sole per coprirle, sono ancora molto pallida ma il trucco riesce a coprire quasi del tutto la mia stanchezza, sposto lo sguardo sui miei capelli, mi arrivano fin sotto al seno, sono di un rosso sgargiante con le punte leggermente più chiare che vanno sul biondo, li lascio sciolti, prendo il mio zainetto di pelle nero e esco di casa.
Sono solo le sei, il sole é sorto da poco e l'aria è un po fredda ma non ci faccio caso, mi avvio a piedi per le strade deserte di New York, cammino lentamente cercando di riflettere,anche se non ne ho alcuna voglia, decido di entrare da starbucks, ordino un caffè doppio, ho bisogno di svegliarmi e un cupcake alla Nutella, mi siedo in uno dei tavoli vuoti e inizio a sorseggiare il mio caffè, forse la giornata di oggi andrà bene penso addentando il cupcake, mi strozzo quasi quando alzando lo sguardo noto due occhi color ghiaccio che mi fissano, ci mancava solo lui, penso, non ho voglia di fare ancora discussioni, la testa mi scoppia ancora, mi limito a distogliere lo sguardo e continuo a sorseggiare il mio caffè perdendomi nei miei mille pensieri.*spazio autrice*
Salve a tutte, innanzitutto vi ringrazio tantissimo per i complimenti e le belle parole. In questo capitolo ho finalmente descritto Lily, ho cercato di farlo nel modo migliore, io la immagino così come nella foto, la trovo perfetta. Grazie ancora.
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Who is her.
RomanceLei era impossibile,sgarbata,acida e diffidente.Era tempesta. Lei era un maremoto, ti lasciava senza fiato.Era una guerra, vincerla sarebbe stato impossibile per chiunque. Lei era così e nessuno sarebbe riuscito a cambiarla, mai. Non importava. Lei...