Capitolo 6.

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Sono quasi le sei e quando torno a casa devo trovare le forze per mettermi a studiare. Sono stanca e mi accocolo al sedile della macchina, gustandomi il paesaggio esterno illuminato dal tramonto.

«Dove vogliamo andare ora?» chiede Jason.

Cosa? In realtà pensavo che andassimo a casa. Non ho voglia di andare da qualche altra parte, devo studiare.

«Beh..io, veramente, dovrei tornare a casa» rispondo, a tono basso.

«Allora ti riporto» dice senza alcun problema. Dalla voce non capisco se si è offeso o se gli abbia dato fastidio, ma spero di no.

Scendo dalla macchina e Jason mi raggiunge, mettendosi di fronte a me.

«Mi sono divertito molto oggi» dice, sfoggiando uno dei sorrisi migliori.

«Anche io» ammetto e ricambio il sorriso.

Mi abbraccia e questo gesto mi colpisce ancora una volta. «A domani» dice.

«Si, ciao» dico mentre vado verso l'ingresso di casa.

In casa, per fortuna, non c'è nessuno. Controllo il cellulare per vedere se ho delle chiamate di mia madre e c'è solo un suo messaggio che dice: *torno per cena e riporto le pizze 😋*

Mentre aspetto la cena, approfitto per mettere in ordine gli appunti di psicologia che dovrò studiare. La scrivania è cosparsa di fogli e mi ci vuole un quarto d'ora prima di capire da che parte iniziare.
Devo studiare la psicoanalisi di Freud, è un argomento interessante e a mio parere anche semplice. Penso che andrò volontaria all'interrogazione, in modo da levarmi il pensiero.

«Sono tornata.» La voce di mia madre interrompe la mia concentrazione e mi fa sobbalzare dalla sedia. Guardo l'orario e sono già le 20:00, mi stupisco come sia volato il tempo.

«Arrivo» rispondo.

Mentre scendo le scale, il profumo della pizza mi fa venire l'acquolina in bocca e la mia pancia inizia a brontolare, capisco così di avere molta fame.

«Dove sei stata oggi?» chiede mia madre mentre ci sediamo a tavola.

Questa sua domanda, in un primo momento, mi lascia un attimo perplessa. Come fa a sapere che sono uscita? Poi mi ricordo che le avevo scritto un messaggio per avvertirla che sarei uscita.

«Al bowling» rispondo.

Scoppia a ridere perché sa della mia difficoltà negli sport. «Con chi sei andata?»

Che faccio? Dico la verita o fingo essere stata con Margot?

«Con Jason» rispondo velocemente, mentre mangio la pizza, sperando che non abbia capito.

«Chi è? Lo conosco? Quanti anni ha? Viene a scuola con te?»

La mamma ha la capacità di riempirmi di domande nel giro di pochi secondi quando si tratta di ragazzi. È sempre stata così, sia quando ho avuto i miei primi ragazzi all'età di 16 anni che ora nonostante ne abbia quasi 19.

«È un compagno di classe. È colui che è venuto a chiedere di me lo scorso pomeriggio» rispondo, sperando che se lo ricorda così non devo subire le domande che riguardano il sua aspetto fisico.

«Carino quello, sembra anche un bravo ragazzo» dice. «State insieme?»

«NO.» a sentire le sue parole sto quasi per strozzarmi. Come le viene in mente, noi due insieme? Non accadrà mai. Sarà anche bello ma non lo sopporto. Anche se oggi è stato gentile e simpatico, odio il suo comportamento per la maggior parte del tempo.

«Perché no? È tanto carino» insiste mia madre.

«Non lo sopporto» sbuffo e lei ridacchia.

In camera cerco di continuare a studiare ma non riesco a concentrarmi perché mi tornano in mente le parole di mia madre. Mi vengono tanti pensieri per la testa e mi accorgo che non gli ho chiesto il motivo per cui ci teneva tanto ad uscire con me. E se volesse iniziare a frequentarmi? Forse gli piaccio...
Scaccio immediatamente questi pensieri ridicoli. Un ragazzo come lui non può stare con una come me e poi non so se sono pronta a cominciare un'altra storia.

Per pensare ad altro, mando un messaggio a Margot: *Ho saputo della tua caduta alla festa, come stai?*

*Chi te l'ha detto?* la sua risposta arriva subito.

*Jason* invio. Che importanza ha chi me lo ha detto? Voglio sapere se si è fatta male.

Il mio telefono vibra, lo riprendo per vedere la risposta di Margot ma mi accorgo che non è lei. È un numero non salvato, apro il messaggio e dice: *Ciao Flam, sono Jason, posso accompagnarti io a scuola domani?*

Non ci credo, non è possibile, parli di una persona ed essa si materializza. Non so cosa rispondere sinceramente. Un passaggio in macchina sarebbe comodo così evito il noioso viaggio in pullman, ma allo stesso tempo non voglio farlo illudere. Devo capire quali sono le sue intenzioni.

A distrarmi dai pensieri è la risposta di Margot: *Io lo ammazzo quello. Comunque mi sono fatta male al braccio ma nulla di che, domani ti racconto 😚*

*Va bene, a domani 💕* le scrivo.

Tornando a Jason dovrei dargli una risposta. Resto circa dieci minuti a fissare la sua chat, sperando che il mio cervello elabori una risposta decente. Ma non è così!

*Okay* rispondo. Penso che sia la peggior risposta che si possa dare.

*Fatti trovare pronta per le 8:00 😄* risponde, immediatamente.

Leggendo il suo messaggio, con quella faccina, m'immagino lui col suo sorriso fantastico e senza accorgemene sto sorridendo davanti ad uno schermo.

*Si, a domani 😊* rispondo anche io con un faccino, così capisce che non sono arrabbiata con lui, anzi, sono felice.

Finisco di studiare e decido di andare a farmi un bagno caldo per rilassarmi dopo questa giornata intensa. Riempio la vasca e verso il bagnoschiuma in modo che si formi tanta schiuma. Per creare l'atmosfera giusta spengo le luci e accendo le candele. Amo le candele nella mia casa non mancano mai, profumano l'ambiente e creano l'atmosfera giusta per ogni occasione.
Mi immergo nella vasca e decido di attivare anche l'idromassaggio. Potrei starci le ore in questo modo.

Mentre mi rilasso, rifletto su me stessa. Sono riuscita a cambiare in pochissimo tempo, sia esteriormente che interiormente. Più che cambiamento, ho tolto la maschera che avevo addosso per proteggermi e sono tornata la vera me. Anche il mio carattere é cambiato, riesco ad avere discorsi con le persone senza rispondere in modo acido e senza scontrarmi dopo i primi dieci minuti. Mi è capitato alcune volte, con Jason, di avergli risposto male o di aver agito d'istinto, ma credo sia normale, capita a tutti.

Dopo mezz'ora buona di riflessione, con l'acqua calda, faccio scivolare via il sapone dalla mia pelle e con esso vanno via tutti i pensieri.

Mi vesto velocemente e finalmente posso mettermi nel letto. Prima di addormentarmi, come ogni sera, mi dedico alla lettura. Ora sto leggendo "Orgoglio e pregiudizio", per la quinta volta. Amo questo romanzo, sia per la storia, sia per il modo di scrivere la Austen. Ha la capacità di farti immergere nella storia e diventarne parte. Sono sicura che lei sia la scrittrice per eccellenza per appassionarsi alla letteratura inglese.

Dopo qualche capitolo, il sonno inizia a impossessarsi di me e lentamente mi addormento.

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