Capitolo 25.

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Ho un forte mal di testa, guardo l'orario e sono le 11.00. Per fortuna oggi é sabato e non c'è scuola, posso fare nulla per tutto il giorno senza pensare alla scuola.

La festa di Brian è stata tutto sommato bella, se non fosse stato per l'arrivo di Barbie sarebbe stato tutto perfetto. Ricordo bene il bacio di Jason e al solo pensiero sento una sensazione strana nel mio corpo e un sorriso mi compare in faccia.

Mi alzo, vado a guardarmi nello specchio dalla mia camera, per vedere le mie condizioni. Mi meraviglio del fatto di essermi addormentata vestita. Ho i capelli scompigliati e il trucco sbavato, mi faccio ribrezzo da sola. Decido di prendere dei vestiti da indossare e andarmi a fare una bella doccia calda.

Apro la porta e davanti a me c'è Jason. Emetto un grido per lo spavento e spero di stare sognando..

«Cosa ci fai qui?» chiedo perplessa.

«Ero venuto per farti una sorpresa ma a quando pare ti ho spaventata» ridacchia.

«Si» sorrido.

«E comunque.. Buongiorno piccola» mi stampa un leggero bacio sulle labbra, facendomi ricordare ciò che è successo ieri sera, e improvvisamente mi sento avvampare. Per non fargli vedere che sono rossa come un pomodoro, lo abbraccio.

«Buongiorno» sussurro.

«Preparati che devo portarti a casa mia» dice con un sorriso malizioso.

«Cosa? Perché? Quando?» per un momento mi sono sembrata mia madre ma la sua frase mi ha stupita.

«I miei vogliono che oggi vieni a pranzo da noi» ride.

Oh no! «Con così poco preavviso? E poi mia mamma non lo sa»

«Tua mamma sa già tutto e ha acconsentito» mi fa l'occhiolino. «Te l'avevo detto che ero venuto per una sorpresa» dice.

«Oddio» alzo gli occhi al cielo «Ti odio»

«Non è vero, tu mi ami» sorride.

«Fossi in te non avrei tutta questa certezza» dico ma in verità non so se lo amo. Amare forse no, è una parola troppo grande ma non posso negare che provo qualcosa per lui.

«È palese! Diventi rossa ogni volta che ti bacio o ti faccio i complimenti. Devi solo ammetterlo a te stessa» dice. Mi metto le mani davanti alla faccia per l'imbarazzo e vado verso il bagno.

«Mi faccio una doccia» dico chiudendo la porta alle mie spalle e senza girarmi verso Jason.

L'acqua calda che scorre sulla mia pelle, mi aiuta a sciogliere la tensione nei muscoli. Le parole di Jason mi tornano nella mente "Tu mi ami", "Devi solo ammetterlo a te stessa". Forse ha ragione, non so, ci metterò del tempo prima che io possa avere una chiarezza di quello che sta accadendo. Non voglio confondere l'amore con un semplice bisogno di affetto momentaneo, farei solo del male agli altri e non voglio. Ma soprattutto, devo sapere cosa prova lui per me.

Questa cosa mi ha fatto passare di mente, per un'attimo, il fatto che oggi devo andare a mangiare nella famiglia Parker. Da dov'è uscita questa idea? Mi chiedo. Neanche se stassimo insieme e dovrei conoscere la sua famiglia.

«Hai finito?» bussa Jason sulla porta.

«Quasi» in realtà sto ancora sotto la doccia, forse da troppo tempo e devo ancora vestirmi, truccarmi e prepararmi psicologicamente.

«Fra un ora dobbiamo stare a casa mia, spero che tu ce la faccia» dice Jason lamentandosi.

Alzo gli occhi al cielo e inizio a vestirmi. Indosso un paio di pantaloni neri, una camicietta e le converse bianche. Mi trucco velocemente, prima che qualcun altro inizia a bussarmi ininterrottamente.

«Finalmente!» esclama Jason quando apro la porta del bagno.

Gli faccio una pernacchia e ce ne andiamo. Saliamo in macchina e con me salgono anche chili di ansia.

«Perché devo venire da te?» chiedo.

«La mia famiglia vuole conoscerti» dice.

«Ma non stiamo insieme» dico.

«Lo so» serra la presa sul volante e la sua espressione si irrigidisce.
Ho detto qualcosa di sbagliato?

«Sono poco presentabile.. » la mia voce si sente poco perché ho paura che Jason si sia arrabbiato.

«Sei perfetta» la sua espressione non è cambiata minimamente e lo sguardo è puntato sulla strada.

«Ehi..ho detto qualcosa di sbagliato?» chiedo sperando di ricevere spiegazioni.

«Oddio quanto parli» il suo tono mi fa quasi paura e si è arrabbiato.

«Scusa..» dico abbassando lo sguardo.

Per il resto del viaggio non parliamo e quando arriviamo a casa sua, c'è sua mamma ad accoglierci o meglio, accogliermi. Per fortuna ha aperto lei la porta, l'ho già vista altre volte e ho avuto modo di conoscerla.

«Benvenuta mia cara, siamo felici che tu sia venuta» è sempre così dolce e gentile, spero che anche il resto della famiglia sia come lei.

Seguo Jason in sala dove ci sono seduti il padre e il fratello. Non sapevo avesse un fratello, non me ne ha mai parlato. Appena mi vede, si alza e se ne va. Rimango dispiaciuta dal suo comportamento, volevo presentarmi e conoscerlo.

«Non farci caso, lo fa sempre» dice Jason.

Okay.

«Papà lei è Flaminia» mi presenta a suo padre, si somigliano molto.

«Piacere di conoscerti. Sei la sua ragazza?» divento rossa dall'imbarazzo.

«No, noi siamo..» vengo interrotta da Jason che finisce di dire quello che stavo dicendo con «Solo amici»

Mi prende per il braccio e mi porta al piano di sopra nella sua stanza.

«Ma che ti prende, stavo conoscendo tuo padre» dico sedendomi sul letto.

«Pensano tutti che stiamo insieme ma la verità è che siamo solo amici» dice.

«È colpa mia?» lo guardo perplessa.

«No e che..questa situazione mi innervosisce»

«Che devo fare?» chiedo.

«Mi ami? Dimmelo sinceramente» dice fissandomi negli occhi. Non può farmi una domanda del genere e non possiamo litigare del fatto che non siamo fidanzati. Non pensavo che le sue intenzioni fossero state queste.

«Non lo so» ammetto. Non riesco a guardarlo negli occhi. Ho paura che si arrabbi.

«Perché mi hai baciata ieri sera allora?»

«Volevo» la verità è che è da tanto che voglio un suo bacio.

Il silenzio cade nella stanza ed è più imbarazzante che mai. Decido di spiegargli come stanno le cose una volta per tutte.

«Jason è una situazione particolare. So di provare qualcosa per te ma non so se posso definirlo amore. È possibile che sia una mancanza di affetto momentanea e non avrebbe senso mettermi con te per poi lasciarti dopo qualche giorno. Non capisco quale sia il tuo problema, sembra quasi che tu abbia fretta»

Resta in silenzio per un po e alla fine esclama: «Lascia stare, sono uno stupido»

«Non è vero» dico andandolo ad abbracciarlo.

«Rifletti bene Flam» sussurra.

«Il pranzo è pronto» grida la mamma dal piano di sotto interrompendo questo nostro discorso imbarazzante.

«Andiamo» dice Jason.

«Aspetta devo chiederti una cosa» lo fermo dal braccio costringendolo a voltarsi di nuovo verso di me. «A tuo fratello sto già antipatica?»

«No, ha problemi a relazionarsi e non ama stare in compagnia. Non farci caso, se le starai simpatica sarà lui a prendere confidenza» spiega.

«Va bene» dico e scendiamo in sala.

Il tavolo è ben apparecchiato con lussuosi servizi ultra moderni. Spero che non sarà un pranzo imbarazzante. Visto com'è iniziata la giornata, ho un pò paura.

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