Capitolo 34.

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Mi sveglio con un sorriso stampato in faccia ricordando la sera prima. Jason ed io abbiamo continuato a scherzare e prenderci in giro. Scuoto la testa al ricordo di lui che mi fa cadere dal letto, quando gli ho detto che sarebbe stato più attraente con una busta in testa. Mi sono meritata una bella dose di solletico ma devo ammettere che è stato divertente. Sono quasi scoppiata a ridere quando il fratello di Jason è entrato nella stanza ed è rimasto sbalordito nel vedermi, la sua espressione diceva tutto.
Alla fine mi sono addormentata tra le sue braccia mentre vedevamo un film, non so se sia una cosa giusta o sbagliata ma per me non c'è nulla di male.

Mi stiracchio e scendo dal letto. Spalanco la finestra e una luce brillante mi acceca costringendomi a strizzare gli occhi. Il sole splende e si proietta una bella giornata.

Mentre scendo in cucina mi viene in mente Margot. Chissà se lunedì potrà tornare a seguire le lezioni, mi manca così tanto, si è persa tante cose nell'ultimo periodo.

«Mamma vado a scuola» dico mentre esco di casa.

Le lezioni sono lunghe e noiose, l'unica ora che trovo interessante è quella di inglese perché ogni volta ci dice una novità sul viaggio di Londra.

«Allora ragazzi dovete scegliere con chi stare in camera. Le stanze sono composte da tre o quattro letti. Mettetevi d'accordo con chi volete capitare e me lo dite»

«Prof, io con Flaminia» Jason mi guarda e mi fa l'occhiolino. Mi sento tutti gli occhi della classe puntati addosso e la mia faccia è sicuramente rossa come un peperone.

Ma che sta dicendo?

«Parker, per favore non scherzare»

«Serissimo» alza le mani a mo di difesa.

«Sai benissimo che alle gite i ragazzi e le ragazze vanno separati e vengono disposti su due piani differenti» spiega il prof.

«Ma sta scherzando? Non posso dormire per quattordici notti con dei maschi»

«Jason per favore, scegli i tuoi amici e starai con loro. Con la signorina Cooper può starci durante tutta la giornata»

«Pff» sbuffa Jason.

Era ovvio che i maschi non possono stare nelle stanze delle ragazze non so che gli è saltato in mente.

«Signorina devi dirmi qualcosa per caso?» Dakota mi spintona col gomito guardandomi con curiosità.

«No» scoppio a ridere.

«E perché Jason vuole tanto stare in stanza con te?» mi fa l'occhiolino.

Alzo gli occhi al cielo: «Perché quel ragazzo è matto»

«No è follemente innamorato di te» mi guarda con un'aria che non riesco a decifrare: soddisfatta ma allo stesso tempo compiaciuta.

«Non lo conosci» le faccio l'occhiolino.

«Flam» scatta verso di me e poggia le braccia sulle mie spalle: «È palese, ti sta sempre attaccato. Non l'avevo mai visto così con nessuna ragazza»

«Non vuole relazioni lui e poi siamo amici e basta» Dakota alza gli occhi al cielo e per poco non scoppio a ridere.

«Le signorine infondo, possono gentilmente fare silenzio e prestare attenzione?» non mi ero accorta che stavamo parlando ad alta voce. Quando il professore ci richiama lo guardo e noto che sono tutti girati a guardarci e il sorriso che avevo stampato qualche secondo fa scompare immediatamente e mi ricompongo.

«Si» risponde Dakota. Io non avrei mai risposto, preferisco starmene a testa bassa.

Finita la lezione vado alla macchinetta per comprarmi una bottiglietta d'acqua. Mentre attendo pazientemente la fila, qualcuno dietro di me mi copre gli occhi con le sue mani.

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