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Dopo la serata non finita bene, mi vegognavo di lui.
Ero certa che lui mi amava, mi sapeva aspettare, ma avevo paura di ciò che lui aveva potuto pensare di me. Sia chiaro, io volevo perchè sapevo che non riuscivo a dargli abbastanza. Io non ero abbastanza. Non lo ero e non lo sarò mai. Dopo la famosa sera io diventai più fredda, non che non lo amassi, avevo paura. La mia purezza se ne era andata a puttane. Lui mi chiedava di uscire la sera e io rispondevo di no. Ero sempre impegnata per lui. Sapevo che se fossi andata di nuovo a casa sua mi sarei sentita a disagio.
I giorni passavano e la fine del quadrimestre era veramente vicina.
Come ogni giorno mi alzavo, facevo colazione, mi facevo la doccia e andavo a scuola. Non cambiò nulla quel giorno.
Arrivai a scuola,mi sedetti e aspettai che arrivasse il mio bel professore. Spiegò normalmente. Alla fine dell'ora mi fece cenno di avvicinarmi.
"Oggi ci vediamo, vero?"
"Non posso"
"Mi spieghi cosa cazzo hai?"
"Semplicemente nulla"
"E perchè io non ti ho voluta mia?Pensi di non essere abbastanza?"
"No"
"Ciao"
"Ti amo"
"Si"
Se ne andò.
Il pomeriggio c'erano le pagelle. I miei voti erano tutti positivi,8 e 9. Ma io non ero felice.
Chiamai uno dei miei amici. Mattia mi rispose subito.
"Hey, bella"
"Hey"
"Dimmi tutto."
"Senti, stasera sono libera."
"Finalmente!"
"Che ne dici di farci una serata come si deve?"
"Sul come si deve avrei delle incertezze... tu non sei una di quelle che può dire una serata come si deve"
"Senti Mattia, stasera mi voglio divertire"
"Serata in discoteca?"
"Certo"
"Alle 8:00, vestiti sexy"
"Se, puoi contarci"
"A dopo bella"
Riattaccai.
Tornai in cucina e avvisai mia madre che sarei uscita. Mia madre non si oppose, sapeva che le cose fra me e "il mio ragazzo" non andavano bene.
Più tardi mi andai a preparare. Misi un jeans strappato, gli anfibi e una canotta piuttosto scollata, alle 7:30 ero fuori casa.
Arrivai nel pub...Mattia mi salutò calorosamente, facemmo un aperitivo.
Verso le 10:00 cominciammo a bere seriamente. Io non reggevo l'alcol, ero ubriaca dopo il secondo bicchierino di vodka.
Non ero lucida, cominciai a dargli colpe che non aveva.
Se lui non mi voleva a pieno non era colpa mia, era solo uno stronzo, forse si faceva tutte le alunne. Io non ero stupida.
Mi buttai in pista, ero ubriaca, non capivo nulla, gli uomini mi giravano intorno come non mai, allungavano le mani e io mi sentivo bella, spregiudicata e potente.
Sentii una voce che mi chiamava, era così familiare, mi girai. Me lo trovai davanti. Era il mio bel professore.
"Cosa cazzo stai facendo?"
"Quello che non hai voluto farmi tu"
"Adesso vieni a casa mia"
"No"
"Tu con me non discuti, vieni"
Mi prese in braccio e mi caricò in macchina.
Mi addormentai.

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