Mi svegliai sola nel letto. Corsi in bagno per vedere se c'era. Lo sentii canticchiare sotto la doccia. Mi infilai anch'io.
"Amore"
"Riccardo"
"Stanotte..."
"È stata magnifica"
"Hai un corpo stupendo"
"Si,sono stata benissimo"
"Mai stato più felicevin vita mia"
"Mi devo preparare al terzo grado dei miei genitori"
"Eh si"
"Di che abbiamo dormito. Fatti vedere come ieri sera"
"Ehm, Riccardo. I miei genitori non pensano che abbiamo giocato con le bambole"
"Shhh, non ci pensare"
"Eh si, tanto il terzo grado me lo prendo io",mi lasciai sfuggire una risata.
Prese il sapone e cominciò ad insaponarmi. Alternava le carezze ai baci.
"Non dovremmo"
"Fare cosa?",disse Riccardo intimorito.
"Stare sempre a letto. Io ho 16 anni. Tu 24. Non così"
"Amore. I ragazzi della tua età non hanno relazioni serie. Solo scopamicizie. Noi due stiamo insieme. Mi sono presentato ai tuoi. Non c'è niente di male"
"Non lo so, forse è perchè sono immatura. Ripensando a ciò che c'è stato ieri. C'è non capisco"
"Cosa non capisci? Parla amore mio"
"Non pensavo di arrivare a tanto"
"Ieri sera abbiamo superato il limite? "
"Si, penso di si. Mi sento...Mi sento strana. Sono spaventata da ciò che ho fatto"
"Il sesso non ti deve far paura"
"Non mi fa paura. Mi sento sporca nell'anima"
"Perchè ti senti piccola?"
"In un certo senso si. Non finisce sempre a letto. Non deve. Non mi pento di essermi concessa a te. Sono solo imbarazzata"
"Non ti devi vergognare di me"
"Non devo?"
"No. Anche io non sono soddisfatto di me stesso"
"Non c'entra quello. E che mi sento a disagio. Oltre a quello c'è altro. Discorsi, letture. Sei un uomo acculturato. Vorrei discutere. Non ti sto dando nessuna colpa. È colpa mia se lo abbiamo fatto. Io avevo paura di non darti ciò che desideravi e allora ho provato. È colpa mia se siamo finiti a letto due giorni fa, è colpa mia se proveremo a discutere ma poi io ti costringerò a troncare la discussione e finiremo a letto. Mi vergogno. Ciò che hai pensato tu di me ieri"
"No, amore, no. Potrei fare lo stesso identico discorso io. Cosa avresti potuto pensare di me quando sono sceso. No. Io so che lo volevi pure tu. Io so che se tu non svresti voluto mi avresti fermato. Non è pensare male. Tu sei un'anima pura, candida. Non pensi più che fosse la cosa giusta concederti a me. A te manca qualcosa. Vorresti uscire con me. Fare delle cose da fidanzati, ma il sesso non basta. Io non so che fare. Io ti amo. Te lo voglio dimostrare. Ma io voglio che tu sia felice. E forse il tuo posto non è con me"
"No, Riccardo, assolutamente no. Io voglio stare con te. Per sempre. Io ti amo. Per me alcube cose non sono normali. Ma piano piano"
"No amore mio. Ho ragione. Forse dovresti frequentare qualche ragazzo della tua età", disse freddo.
"Ti prego non mi lasciare"
Uscì dalla doccia. Io lo seguii.
"No, Riccardo, ti prego"
"Vestiti"
"Amore mio",dissi piangendo
"Vestiti, ti accompagno a casa e sarà l'ultima volta che mi vedrai. Non avrei dovuto scusami"
"No amore, non hai fatto nulla che io non ti chiedessi",dossi piangendo tenendogli il viso fra le mani.
"No. Ti prego. Vestiti. È finita"
"No. Non puoi. Io ti amo"
"Basta Cristo. Io posso cazzo. Ti ho scopata solo. Non ti amo cazzo. Sei stata un bel passatempo"
"No, amore mio. Lo dici solo perchè vuoi che me ne vada"
"No. Vattene. Vestiti cazzo. Truccati. Fai che cazzo vuoi ma vattene",gridò piangendo.
Mi finii di vestire. Non mi truccai. Avevo il trucco sfatto. Mascara colato. Ombretto colato. Avevo pianto e non lo dovevo nascondere. Lui era in cucina. Presi il cappotto e me ne andai. Non mi voltai in dietro. Sapevo che era lì, lo sentivo singhiozzare. Non mi importava. Se lo avessi guardato negli occhi sarei corsa da lui.
Mi incamminai. Mi ricordai tutti I nostri momenti. La nostra serata in pizzeria, l'incidente con I tacchi. Cominciai a piangere forte. Arrivai a casa piangendo e michiusi in camera sbattendo la porta. Dopo mezzo secondo arrivò mia madre.
"Piccola che è successo?"
"Riccardo mi, mi, mi", dissi singhiozzando.
"Ti ha toccata anche se tu non lo volevi?"
"Mi ha lasciata"
"E perchè?"
"Abbiamo litigato ieri sera. Non proprio litigato. Stavamo discutendo ed è venuto alla conclusione che lui non mi avrebbe mai potuto dare le cose che volevo. Le passeggiate. Tutte quelle cazzate"
"E tu?"
"E io gliel'ho detto che mi andava bene ciò che facevamo, ma lui niente"
"Ma ha ragione?"
"Mamma io vorrei uscire con lui. Io vorrei dire alle mie compagne che mi sono fidanzata. Non posso. Ma mi va bene. Ho trovato un uomo fantastico. Rinuncio a queste cose per averlo"
"Beh, lui pensa che ora sarai felice"
"No. No. No. Io non sarò mai felice. Senza di lui no. Non voglio. Cazzo no. Io non voglio frequentare gli altri della mia età. Io non voglio loro. Io voglio parlare di storia, di filosofia. Io voglio lui"
"Lo so piccola, lo so".
Mi abbracciò e mi strinse. Uscì di camera. E io rimasi sola.
Sentii mio padre che discuteva con mia madre. Le chiedeva cosa era successo. Mia madre le spiegò. Non sentii I commenti. Mi addormentai.
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Presa da te
RandomSara è una giovane ragazza di 16 anni. Si trasferisce da Palermo per venire ad abitare in un piccolo paese della Basilicata. Ma non sa che la nuova scuola le riserverà belle sorprese...