Mi svegliai intorpidita. Ero ancora vestita. Scesi in cucina. Mia padre mi squadrò.
"Hai un aspetto pessimo"
"Non sono stata lasciata dal mio ragazzo 5 ore fa"
"Conti le ore"
"Per piacere"
"Siediti"
Continuò mio padre.
"L'amore è fatto così. Lui ti ha lasciata andare. Pensa che starai meglio senza di lui. Vuole darti il meglio. Ci tiene. Ti ama per dirti questo"
"Ma porca eva. Ma se io ho deciso di mandare a puttane tutto. Io mi accontento"
"Beh, lui ti vuole far provare l'alternativa"
"L'alternativa a cosa? Alla perfezione?"
"Poi perchè sei rimasta a dofmire da lui?"
"Era tardi e non se la sentiva di guidare, nè di lasciarmi in mezzo la strada"
"E dove hai dormito"
"Nel suo letto. Lui sul divano"
Dovevo mentire. Andai in camera.
L'ultima volta che avevo litigato con lui, beh mi ero quasi fatta violentare. Lui poi era venuto. Ma stavolta le cose erano diverse. Lui mi aveva lasciata. Decisi di aspettare. Di aspettare che fosse lunedì. Lo dovevo vedere. Doveva vedere cosa c'era nei miei occhi. Passai la notte al cellulare. Guardai I suoi messaggi. Ogni messaggio.
Mi alzai con delle occhiaie spaventose. La mia vocina interiore non mi torturava dalla famosa notte. Andai a farmi la doccia. Mi truccai. Misi così tanto correttore che sembrava che avessi una maschera. Che cazzo me ne fotteva più. Misi I jeans, una maglia nera e le converse. Arrivai in classe. Alle prime due ore avevo italiano. Volevo vedere I suoi occhi mansueti cercare I miei sorrisi. Volevo vedere I suoi occhi blu. Entrò in classe il vice.
"Ragazzi volevo avvisarvi di alcune notizie"
Fa che non sia per Riccardo, fa che non sia per Riccardo...
"Riguarda il vostro professore di italiano"
Cristo Santo, che cazzo.
"Il vostro professore, in seguito a dei problemi familiari, ha chiesto di essere trasferito"
"Come trasferito?",interruppe una delle 4 stronze.
"Si. Domenica mattina mi ha chiamato e mi ha comunicato ciò che vi ho appena riferito. Gli ho chiesto almeno di venire a darvi la triste notizia ma ha detti che mercoledì doveva partire"
"Oh, ci dispiace" continuò la troia.
"Tuttavia cerchermo di trovare un sostituto all'altezza"
"Va bene", dicemmo in coro.
Bene. Benissimo. Ottimo. Fantastico. Lo avevo fatto andare via. Uscito il vice una delle 4 stronze si apprestò per mettersi al centro.
"Siamo tutti felici di sapere che I tuoi voti non saranno più gonfiati"
"Maria smettila, per favore"
"Che c'è? Non gliel'hai fatta vedere?"
"Cristo Maria, ti prego, non è giornata"
"È triste perchè l'amore della sua vita non c'è più"
"Porca troia. E tu chi sei? Tu chi sei? Una bambina delle elementari che è più abituata ad avere un cazzo in mano che una penna. No. Io non sono come te. Io non sono una lurida troia. E mi fai schifo. Mi fai una pena assurda. Perchè quando sarai in mezzo a una strada. Sfondata. Che chiedi un pò di soldi. Io sarò a casa. In una casa calda, confortevole, a svolgere il mio lavoro. Ad essere un ingegnere",sbottai.
"Lurida troia",e si avventò contro di me. Mi prese per I capelli. Le assestai un pugno in faccia e lei continuò a mugolare frasi senza senso. Il bidello entrò in classe e chiamò il vice.
"Cosa sta succedendo?!",tuonò il vice in classe.
"Salerni e Baldini si stavano picchiando.
"In presidenza"
Dai anche sospesa.
Ci sedemmo davanti al preside.
"Baldini cominci"
La troia cominciò a parlare.
"Beh signor preside. La signorina si è avventata contro di me. Io mi ero messa al centro della classe e stavo esprimendo tutto il dolore e la commiserazione per la perdita del professore di italiano. E lei si è avventata contro di me"
"Come primo impara a parlare. Due racconta I fatti cone stanno"
"Allora signorina Salerni come primo abbassi I toni, secondo ci racconti com'è andata sua eccellenza"
Tanto Maria gliela da. Ad un vecchio come lui. Mi sospendono.
"Ha cominciato a insultarmi. Diceva che tutti erano contenti che il professore se ne fosse andato"
"Oh mio Dio. Non è assolutamente vero. Cosa dici?",mi interruppe la troia.
"La signorina Baldini che non era dispiaciuta che il professore se ne fosse andato? È palese che lei menta. Prenderemo seri provvedimenti con lei"
"Va bene. Fate pure. Va bene. Tanto era palese che ero nei guai. Tanto I favori vi piacciono. Amate I servizietti che vi fa questa lurida troia. Ma va bene. In questa scuola di merda, dove ci sono professori di merda, la merda comincia dagli alti piani"
"Ah, così è? Pensavo che un richiamo scritto bastasse. Beh una bella sospensione con tanto di nota scritta andrà bene per lei"
"Ma se ne andasse a fanculo"
Uscii dalla porta, preparai lo zaino. Lasciai I miei cari compagni con questo lieto annuncio:
"Cari miei compagni. In questa classe c'è di tutto e di più. Troie, accannati, drogati, alcolizzati. Bene, una bella prospettiva della società. Spero che stiate bene una settimana senza di me grandisdine teste di cazzo. Ma quando tornerò me la pagherete cara"
Uscii sbattendo la porta.
Grandissimi figli di puttana, tuonò la mia voce interiore.
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Presa da te
RandomSara è una giovane ragazza di 16 anni. Si trasferisce da Palermo per venire ad abitare in un piccolo paese della Basilicata. Ma non sa che la nuova scuola le riserverà belle sorprese...