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Arrivai a casa di Angelo. Suonai il campanello. Lui mi aprì gentilmente.
"Piccola mia"
"Angelo"
"Entra"
Entrai. Casa sua era bellla. Molto bella. Mi tolse gentilmente il giubbino dalle spalle. Mi fece strada e mi accompagnò in cucina.
Notai che la tavola era apparecchiata. C'erano le candele.
No. No, vabbè. Non è giusto, non è giusto nei suoi confronti. Lui è innamorato davvero.
"Ho pensato che non avessi mangiato e quindi ho cucinato per te"
"Grazie", dissi lievemente imbarazzata.
Mi fece accomodare. La tavola era apparecchiata veramente bene.
"Hai apparecchiato tu?"
"Si, ma non solo ho anche cucinato"
"Sei un bravo cuoco?"
"Lo constaterai tu"
"Va bene"
Come antipasto aveva messo del prosciutto e della mozzarella e l'aveva accompagnata con l'insalata. Ci sapeva fare.
"La cucina è arte",rispose alla mia domanda inespressa.
"Hai ragione. Sei stato bravissimo"
Si alzò per prendere il primo.
Pasta con il pesce.
"Sai, a me il pesce non piace ma sono sicura che me lo farai piacere"
"Lo spero"
Mi guardava come se fossi un giudice. Assaggiai.
"Cavolo com'è buono!"
"Sono contentissimo"
La sua espressione si distese.
"Il tuo parere era il più importante"
"Dai non esagerare"
"A me importi solo tu"
"Angelo..."
"Continuamo a mangiare, ti devo far vedere dell'altro"
"Mhhh, sono curiosa. Verrò a mangiare più spesso da te"
"Oh, lo spero"
Portò la carne. La mangiammo in silenzio.
"Ma come mai sai cucinare così bene?"
"La cucina è una mia passione"
"Beh, la tua passione la potresti far diventare un lavoro"
"Tu dici? "
"Certo che si. Hai talento. Io poi verrei a scroccare pranzi gratis"
"Saresti ben accetta"
"Mhh, questa me la segno!"
"Certo, tu per me sei sempre ben accetta"
"Angelo"
"Manca Il dolce!"disse trionfante.
"Mhhh, mi sto già leccando le dita"
Si alzò. Aveva in mano una coppetta.
"La mousse!!!",dissi traboccante di gioia.
"Ti piace?"
"È il mio dolce preferito"
"Bene"
Si accomodò di fronte a me. La cosa cominciava a farsi imbarazzante. Mi piaceva stare con lui. Era un bel ragazzo. Ma stasera no. È stato bello, ma lo voglio rivedere.
Mi passo un cucchiaino e cercò di imboccarmi.
"Angelo"
"Ti prego", mi guardò come un bambino.
"Non fare così, sono stata bene questa sera. Voglio rivederti. Ma non ti voglio illudere"
"Va bene"
Prese a mangiare la mousse. Io li accarezzai la guancia, gli tolsi gli occhiali e lo continuai ad accarezzare.
"Angelo, sai che se non fossi stato tremendamente carino e dolce io non ti avrei detto che saremmo usciti di nuovo. Sei speciale. Ma non stasera. È troppo presto. Te lo dico perchè ci tengo"
"Okay",sussurrò e continuò a guardarmi negli occhi.
Finimmo la mousse.
"Adesso ti aiuto  a lavare I piatti"
"Un aiuto sarebbe gradito"
"Perciò"
Andai in cucina e vidi tutti quei piatti. Sbiancai. Ma avevo deciso di aiutarlo e allora lo dovevo fare.
"Angelo, so che è inopportuno, ma ti devo chiedere una cosa"
"Certo, dimmi"
"Posso togliermi le scarpe?"
"Ma certo. Le tolgo anche io quando lavo I piatti"
Me le sfilai. Il tappeto era così morbido.
"Io li lavo, tu me li passi"
"Tu li lavi, io te li metto vicini, così pulisco il fornello"
"Bene"
Lavai tutto velocemente. Ero una maga a lavare I piatti. L'ujica cosa che facevo a casa era quella. Riuscivo a lavare 100 piatti in mezz'ora. Vabbè, 100 piatti no, comunque.
Al termine vidiche tutto era splendende e che Angelo mi fissava.
"La mamma sarà contenta"
"Mia madre è morta"
"Oddio"
"Si, io vivo da solo. Sono sempre da solo"
"Angelo mio"
Lo abbracciai instintivamente. Lui mi afferrò per il bacino.
Ci lasciammo. Presi le scarpe e andammo nel salotto.
Mi sedetti sul divano per rimetterle.
"Mia madre è morta in un incidente stradale"
"Quando?"
"6 anni fa"
"E tuo padre?"
"Mio padre e mia madre si sono lasciati tanto tempo fa. Io vivevo con mia madre e mio fratellino"
"Quanti anni ha?"
"Ora ne ha 7"
"E ora dov'è?"
"Alla morte di mia madre, mio padre se lo portò con se"
"E tu?"
"A me disse di fare l'uomo. L'uomo che non è stato lui. L'uomo che ci ha lasciati perchè mia madre era di nuovo incinta. Per lui I soldi erano pochi. Non poteva badare ad entrambi"
"E tu cosa hai fatto?"
"Sono stato con I miei zii"
"E ora perchè sei solo?"
"Come regalo per la maggiore età I miei zii mi regalarono la casa dove ho vissuto l'intera mia vita. La casa di mia madre"
"Gioia mia"
Lo abbracciai forte. E instintivamente lo baciai. Era inaspettato. Era così inaspettato. Lui dischiuse le labbra e mi assecondò. Cinse la mia schiena con le sue braccia. Non era un bacio passionale, era molto casto.
"Grazie amore mio"
Annuii. Me lo sentivo. Sentivo una sensazione alla bocca dello stomaco. Una sensazione piacevole. Lo volevo baciare e l'avevo fatto.
"Ora devo proprio andare"
"Si, ti accompagno"
"Va bene"
Uscimmo di casa ed entrai nella sua macchina. Angelo era maggiorenne, era più grande di me soltanto di un anno, anche perchè io fra pochi mesi li compivo I 17 anni.
Aveva una Panda bianca, vecchio modello. Era così carina.
Arrivammo davanti casa mia.
Mi diede un bacio sulla guancia.
"A domani piccola"
"A domani Angelo"
La serata era stata magnifica. Lui era magnifico. Ma Riccardo era ancora dentro di me.

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