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Mi riaccompagnò a casa. Era tranquillo, per tutto il viaggio aveva cercato di discutere con me, io avevo risposto in modo gentile, ma ero intimorita.
"Sono arrivata"
"Si"
"Ci vediamo allora"
"Stasera ti posso chiamare?"
"Eh, si. Scusa mi ero dimenticata proprio"
"Di cosa? Che esistano degli affari chiamati cellulari?"
"Si, penso proprio di si"
"Ti amo, vai. I tuoi saranno preoccupati"
"Si, ti amo"
Chiusi la portiera. Mi avviai verso casa. Aprii la porta e mi avviai in camera per posare il cappotto.
Entrai nel soggiorno e vidi mia madre e mio padre seduti sul divano.
Mi sedetti e aspettai che dicessero qualcosa.
"Ci devi delle spiegazioni",cominciò mia madre.
"Si, ne avete il pieno diritto"
"Ieri sera cosa è successo, il tuo ragazzo ci ha chiamati ed era preoccupato"
"Niente di che. Io e lui avevamo litigato un paio di giorni fa. Non ci eravamo lasciati ma quando mi chiedeva di uscire io ero sempre impegnata ed ero molto fredda. Poi ieri sera ho deciso di uscire in comitiva e di andare al pub. Ho ignorato alcune sue telefonate e si è molto preoccupato. Lui è molto premuroso"
"E come mai non sei tornata a casa?"
"Era l'una passata quando mi è venuto a prendere, mi sono addormentata nella sua macchina, e mi ha portato a casa sua"
"E cosa c'è stato?"
"Nulla, lui è un ragazzo serio"
"Vogliamo sapere un pò di lui"
"Si chiama Riccardo, è più grande di me"
"Di quanto?"
"8 anni. È veramente perfetto"
"Lo vorremmo conoscere"
"Voglio mettere prima chiarezza. Quando sarò certa di ciò che provo"
"Va bene. Ma non farci più preoccupare"
"Certo mamma"

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