Mi alzai un pò intorpidita. Scesi in cucina. Non c'era ancora nessuno. Ah!!!!!CHE GENITORI CHE HO!!! Dopo un pò sentii qualcuno scendere dalle scale. Mia madre. I suoi si che erano capelli post coito. Non riuscii a trattenere le risate quando entrò mio padre.
"Perchè ridi?", mi domandò mia madre leggermente imbarazzata.
"Quando il gatto non c'è I topi ballano",commentai sarcastica.
"Abbiamo diritto anche noi",disse mio padre serio.
"Certo, certo"
Mia madre cambiò subito discorso.
"E ieri sera com'è andata?"
"Siamo andati al ristorante"
"Ah, al ristorante?"
"Si, non per niente avevo messo il vestito"
"Ehm, solo al ristorante?"
"Si, sono tornata alle 11,30"
Mia madre divenne rossa in faccia quando capì che li avevo sentiti davvero.
"Ah, bene. È stato premuroso. Orario impeccabile",commentò mia madre ancora imbarazzata.
"Comincia a piacermi",commentò mio padre.
"Riccardo è fantastico"
"Eh, la ragazza è innamorata"
"Mamma, sempre la stessa storia. Si, mi piace un casino. Stessa cosa prova lui per me"
"Ne siamo entrambi felici. Continuamo a chiederti però che lo vogliamo conoscere", commentò mio padre.
"È quello il problema"
"Cosa è?",commentò acido mio padre.
"È brutto?",mia madre provò a indovinare.
"Cazzo mamma la bellezza è soggettiva. Non è quello il problema. Anzi"
"E allora che c'è?"
"L'ho conosciuto in un ambito in cui I ruoli erano ben stabiliti"
"Che vuoi dire?"
"Lui è un..."
"Un??Cazzo parla"
"Un professore",mi tremava la voce.
"Oh. E qual'è il problema?"
"Il problema non sussiste. Lui è un uomo. Io una ragazza in piena fase adolescenziale. Il problema è questo. Lui non ha fatto niente che non volevo. Niente. Se gli altri lo scoprono lui potrebbe perdere il posto di lavoro. Non ha nessuno ascendente su di me. Non esercita nessuno pressione su di me. Non mi costringe a fare cose che non voglio. Io lo amo a prescindere. Lui mi ama a prescindere. Lo amerei anche se fosse il peggiore uomo sulla terra, mi amerebbe se fossi la peggiore donna sulla terra. Rischia per me ogni giorno. Sono Innamorata"
"Ma noi ti capiamo. L'importante è che non ti faccia del male"
"Non lo farebbe mai"
"Bene. Che professore è?"
"Il mio professore di italiano"
"Bene. Stasera deve venire a cena da noi"
"Lo chiamo e glielo dico"
"Si"
Andai in camera e lo chiamai.
"Buongiorno amore"
"Buongiorno"
"Che hai?"
"Ho discusso con I miei"
"E?"
"E gli ho detto tutto"
"Come tutto?"
"Si"
"E loro?"
"Non hanno avuto niente in contrario"
"Veramente?"
"Si"
"Oddio che bello"
"Stasera a cena dai miei"
"CHE COSA??"
"Si, amore mio. Ti vogliono conoscere"
"No. Vabbè. Ma sei seria?"
"Si Riccardo. Su questo non si discute"
"Va bene amore"
"Stasera alle 7:30"
"Va bene"
"Ti amo"
"Pure io"
Riattaccai. Scesi in cucina e trovai mia madre che preparava I pancake.
"Che ha detto?"
"Che viene"
"A che ora?"
"Gli ho detto alle 7:30"
"Bene. Devo andare a fare la spesa"
"Si. Non cucinare per un plotone"
"Non ci sperare"
Mia madre corse a prepararsi per uscire. Io andai in bagno a farmi la doccia.
Mi chiusi a chiave. Cominciai a spogliarmi. Mi guardai allo specchio. Vidi I segni. I segni dei suoi baci, dei suoi morsi, I succhiotti sulla pelle. Lui era stato dentro di me. Lo avevo sentito dentro. Sentivo lui. Sentivo ogni cosa. Mi aveva sentita ansimare, mi aveva visto piangere, ridere. E ora. E stasera doveva venire a casa. Non poteva essere. Io e lui. Insieme.
Mi misi sotto la doccia e mi cominciai a lavare. Mi continuai a ripetere che doveva andare bene.Uscii dopo un pò dalla doccia. Mia madre era già tornata. Decisi di aiutarla. Mi misi il grembiule e mi avvicinai ai fornelli.
"Come mai?"
"Non ti posso aiutare?"
"Non mi aiuti mai"
"Eh vabbè queste sono le eccezioni della vita"
"Queste sono le eccezioni di Riccardo"
"Eh si"
Cominciammo a cucinare. Io mi misi ad armeggiare con le zucchine, con le carote e con gli ortaggi. Mia madre mi scrutava. Di tanto in tanto ridacchiava. Io sbuffavo e tornavo a cucinare, se così si può definire. Verso le 13 mio padre cominciò a lamentarsi.
"Capisco che siete tutte in fermento perchè stasera viene Riccardo, ma vorrei mangiare!"
"Shh...Deve andare tutto bene stasera"
"Ho capito vado a farmi un giro"
"Bravo"
Continuammo fino alle 5:30. O perlomeno io. Mia madre mi fece ricordare che il ragazzo è il mio e quindi dovevo essere MOLTO carina. Andai a farmi la doccia. Decisi di essere comoda. Un jeans, una camicetta, gli anfibi. Mi truccai in modo leggero.
Sostituii madre in cucina. Apparecchiai. Dopo un pò arrivò anche mio padre.
Dopo un pò arrivò anche Riccardo. Quando suonò al campanello mia madre mi fece l'occhiolino e mi fece cenno verso la porta. Andai ad aprire. Me lo trovai dinanzi. Era bellissimo. Aveva la giacca e in mano una bottiglia di vino. Lo feci entrare. Mi baciò e mi cinse il bacino con le braccia. Continuammo a baciarci, trasportati dalla passione sino a quando sentii mia madre tossire.
Mi girai di scatto e divenni rossa in faccia vedendo mia madre che sorrideva come una scolaretta. Riccardo sorrise imbarazzato.
"Buonasera",disse Riccardo imbarazzato.
"Benvenuto",disse mia madre raggiante.
"Si accomodi in salotto",fece serio mio padre.
Mentre raggiungevamo il salotto Riccardo mi sussurrò nell'orecchio:
"Bella figura per essere la prima volta"
"Stai tranquillo"
Gli feci segno di accomodarsi sul sofà. Lui eseguì calmo. Si ricordò di avere in mano una bottiglia di vino.
"Ecco. Scusatemi. Ho portato una bottiglia di vino per allietare la serata"
"Grazie, lo assaggeremo più tardi"
Io mi limitai ad annuire.
"Tu non ti devi nemmeno avvicinare al vino",mi sussurrò.
Mia madre ridacchiò e Riccardo divenne tutto rosso.
"Allora, quando ti sei accorto di esserti innamorato di mia figlia?",fece serio mio padre.
"Beh, dal primo momento che l'ho vista. Semplicemente meravigliosa"
"Benissimo. E dove avete approfondito?"
"Beh,2 volte ci siamo visti in biblioteca. E poi. Beh, ci siamo baciati in bagno"
Diedi una ginocchiata a Riccardo. Lui mi prese la mano e me la strinse. Mia madre mi vide imbarazzata.
"Ragazzi è pronto"
"Grazie signora"
Ci accomodammo. Lui era vicino a me. Già al primo lasciai il piatto pieno.
"Mamma non ne voglio più"
"Va bene"
"Mangia",mi fece Riccardo serio
"Va bene"
Finii ciò che avevo nel piatto.
"Beh, se riesci a far mangiare mia figlia, sei ben accetto"
Riccardo rise e puntò I suoi bellissimi occhi nei miei. Sussurrai un ti amo. Riccardo mi strinse ancor di più la mano.
Mia madre ridacchiò ancora e guardò mio padre che si fece sfuggire un sorriso. Alla fine della cena Riccardo commentò:
"Grazie per la meravigliosa cena"
"E di che. Grazie per la meravigliosa serata"
Mi girai verso l'orologio.
"Sono solo le 10,15",commentai sorpresa.
"Beh, se vuoi, e se Riccardo e d'accordo, la serata la potete passare assieme"
"In che senso? ",commentai sorpresa
"Che puoi rimanere a casa sua"
"Per me va bene",si apprestò a dire Riccardo.
"E allora buona serata"
"Grazie"
Presi il cappotto e uscii di casa. Fremevo.
Arrivai davanti macchina sua ed entrai.
"Cazzo amore pensavo di morirci. I tuoi sono tosti"
"Eh..."
"Stanotte ti faccio..."
"Stanotte non trattenerti"
"Stanotte non so che combino"
Arrivammo davanti casa sua. Nemmeno il tempo di aprire la porta che eravamo già in camera.
"Non lo dovremmo fare così spesso",mi limitai a dire mentre lui giocava con I miei seni.
Emise un suono gutturale. Mi inarcai al suo tocco. Lui capì. Giocò ancor di più con I miei seni. Prese tra le labbra I capezzoli. Cominciai a gemere. Lui continuava ancor di più. Mi inarcavo sempre di più. Mi spingevo sempre di più contro di lui. Lo sentivo fremere a ogni mio sussulto.
"Amore mio, stasera non mi controllo"
"Stai tranquillo"
Si tolse I pantaloni e I boxer. Si avvicinò al comodino e io intanto ne approfittai per spogliarmi. Mi tolse le mutandine e mi slacciò il reggiseno. Mi mordicchiò il collo e fu dentro di me. Gemetti forte. Cominciò ad aumentare il ritmo. Mi avvinghiai al lui per farlo andare più in fondo. Lui gemette. Mi baciava il seno e lo succhiava. E io mi contorcevo e gridavo il suo nome. Grondava sudore. Era tutto sudato. Lo ero anche io. Venne gridando il mio nome. Mi accasciai sul letto. Ma non era stanco ancora. Si mise sopra di me. Cominciò a baciarmi e scese fin giù. Verso la mia intimità. Io cominciai a riprendere fiato fin quando lui non mi mise due dita dentro.
"Cazzo Riccardo"
"Ti ho fatta male?"
"No. Ma Dio"
Cominciai a gridare più forte man mano che lui aumentava il ritmo. Cominciò a scendere con la bocca. Prima mi baciò l'ombelico, poi scese piano piano. Arrivò fin giù. Cominciò a usare la lingua. Gli presi I capelli. Come lui dava piacere a me volevo dare piacere anche a lui. Dopo che venni lui si distese. Mi misi a cavalcioni su di lì. Non sapevo con precisione cosa dovessi fare ma l'istinto mi guidò. Glielo presi fra le mani e piano piano cercai. Sentii che ansimava. Forse lo stavo facendo bene. Mi avvicinai al cassetto lo aprii e presi una bustina. Non avevo mai preso in mano un profilattico. Lo aprii e glielo infilai. Mi misi sopra di lui e cominciai a muovermi. Lui mi prese dai fianchi e cominciò ad accompagnare il mio movimento. Io ero sopra di lui. Cominciai ad aumentare il ritmo. Poi mi bloccai. Lui mi spostò e mi fece mettere a pancia in giù.
"Voglio provare una cosa"
"Va bene"
"Se non ti piace dimmelo"
"Va bene"
Con molta calma entrò dentro di me. Non dalla porta principale però. Il dolore era stato meno della prima volta. Cominciai ad ansimare quasi subito. Lui capì e andò più veloce. Al termine lui venne e anche io. Si alzò. Abbassò le finestre, mi prese in braccio e mi mise sotto le lenzuola. Mi accoccolai a lui.
"Ora si che sono stanco"
Ci addormentammo.
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Presa da te
RandomSara è una giovane ragazza di 16 anni. Si trasferisce da Palermo per venire ad abitare in un piccolo paese della Basilicata. Ma non sa che la nuova scuola le riserverà belle sorprese...