Nightmare

110 18 1
                                    

Caro diario...

Sono passati più o meno cinque giorni, dall'ultima volta che ho scritto qualcosa qui, non è vero?

Ti starai chiedendo il motivo di questa mia lunga assenza, credo.

Ora ti spiego tutto dall'inizio.

Quattro giorni fa, la mamma mi ha svegliata con delle carezze, (cosa stranissima) e sono sicura che fosse molto presto, o non saprei, a me dava quell'impressione dato che tutti i dottori si stessero stiracchiando, o stessero sbadigliando.

Uno di loro aveva addirittura il camice sporco di marmellata rossa, che buffo! Quando l'ho indicato con la mano, la mamma ha annuito, e mi ha spiegato che deve aver mangiato una brioche alle fragole per colazione. Le ho anche chiesto perchè a me non ne avessero mai data una, però lei era troppo presa a parlare con gli altri...

Abbiamo percorso un sacco di corridoi, tutti uguali, tutti spaventosamente bianchi da far venire i brividi, e mi è toccato respirare con la bocca a causa della puzza di medicine che aleggiava nell'aria. Mi veniva da vomitare... come diavolo fanno i dottori a lavorare chiusi là dentro per chissà quanto tempo??

"Siamo abituati."

Mi disse il Dottor Yonozashi come se mi avesse letto nel pensiero, pulendosi gli occhiali con un logoro pezzettino di stoffa grigia pieno di macchie, per poi afferrarmi il braccio e portarmi davanti ad un enorme portone scorrevole.

Pochi secondi, che mi parvero una vita.

Poi, una luce accecante.

Ero così emozionata, diario... sentivo una sensazione dentro al mio petto, che non ho mai provato prima di allora. Mai.

Era come se il cuore stesse per scoppiarmi dalla gioia, come se fino a quel momento non avessi vissuto realmente, come se... fossi rinata grazie al sole sul mio viso e all'aria profumata che mi purificava ad ogni respiro.

Ero circondata da alberi fittissimi, le cui chiome tentavano invano di nascondere un cielo dalle mille sfumature di rosso e arancio, come se stesse andando a fuoco.

L'erba mi solleticava i piedi, facendomi venire una voglia fortissima di correre tra i fiori colorati che spiccavano tra i fili verdi.

Ero senza parole. Fuori da quell'inferno... mi attendeva una vita piena di sorprese,  come nei cartoni animati di quando ero piccola.

O almeno, era ciò che speravo. 

Non è stato così.

Ho aspettato ancora tanto tempo a bordo di una scatola con le ruote, seduta vicino al Dottor Yonozashi, che... puzzava da morire, e mi toccava la gamba in continuazione.

Anche mamma se ne è accorta, e gli ha detto una cosa tipo:

"Signor Yonozashi, la prego di non bere durante il periodo in cui mia figlia resterà da lei. Non voglio che la sua salute mentale venga compromessa ulteriormente."

Beh, forse avrebbe dovuto ripeterglielo più di una volta...

Adesso sono qui, in questa casa dalle pareti in legno graffiato.

Non posso ancora andare a scuola, inizio fra due giorni, e... e non vedo l'ora.

Sono stanca, dovrò abituarmi agli orari da studentessa, e per questo intendo chiedere al Dottor Yonozashi perchè non anticipiamo i giochi al pomeriggio, dato che ogni notte mi chiede di giocare con lui fino a tardi!

Non ne posso più... a volte mi fa anche male... oppure mi chiede di fare delle cose... e se non voglio, lui mi picchia. Giusto ieri, mentre era ubriaco, mi ha lanciato una bottiglia addosso... meno male che sono riuscita a scappare in camera mia e a chiudermi dentro.

Ora devo andare...

Mi sta chiamando... ho paura...

Questa non è la libertà che speravo.

Questo è un incubo.

Love or Despair?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora