Capitolo 16

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<<Usciamo?>> chiesi, <<fa un po' fresco ma è una serata stupenda, ci prendiamo il nostro caffé fuori?>>

<<Si certo>> fu la risposta, <<con piacere.>>

Avevamo terminato la nostra cena, nella quale, come al solito, un gran numero di pietanze erano arrivate e sparite dal piatto di Giuda, e molte domande si creavano nella mia mente, volevo approfittare della serata per continuare la nostra conversazione.

Presi due caldi maglioni dall'armadio, quando non ero costretto, per motivi di lavoro, a vestire come un pinguino, amavo indossare capi caldi e soprattutto molto comodi: prendevo sempre le taglie più grandi che trovavo, anche se sembrava ci cadessi dentro.

Ne passai uno a Giuda, che lo indossò rapidamente, e quindi, preso il bricco con il caffé appena fatto e due tazze, mi avviai alla porta.

Non appena fuori, lo spettacolo mi tolse il fiato.

Nel cielo, limpido come cristallo, miliardi di stelle luccicanti, di fronte a noi il lago, immobile e silenzioso, rifletteva tutta quella meraviglia come uno specchio nero.

Solo alcune luci della città, più lontano, facevano ricordare che eravamo ancora in un luogo della nostra vecchia, cara Terra.

Giuda mi seguì silenzioso e si fermò dietro di me, quasi a non disturbare il magico momento che stavo vivendo.

Io lasciai che quella visione riempisse i miei occhi e nutrisse il mio spirito, poi, quando ne fui in qualche modo sazio, mi voltai verso il mio speciale amico:

<<Bellissimo, vero?>> chiesi mentre mi accingevo a versare del caffé per entrambi.

<<Bellissimo>> mi rispose Giuda, <<ma vorrei dirti che per quanto questo mondo esistano spettacoli meravigliosi, non sono neppure paragonabili alla bellezza dei mondi spirituali.>>

A quelle parole socchiusi un attimo gli occhi, come a cercare di immaginarmi ciò di cui Giuda mi stava parlando, e mi trovai per un momento ad invidiare il mio nuovo amico per l'essere stato ammesso ad una elite tanto esclusiva.

Ma fu il pensiero di un secondo, che sparì velocemente come era venuto.

Sapevo che c'era un tempo per tutto, e che se ero ancora così legato alla realtà materiale era perché non avevo ancora terminato il mio percorso.

Un giorno, prima o poi, avrei visto con i miei occhi ciò di cui ero stato messo a conoscenza da Giuda.

Riempimmo le tazze, mi chiusi con la zip il colletto del maglione per proteggermi dal fresco della sera, e ci incamminammo lentamente verso il pontile.

<<Ho delle domande, ci sono cose che vorrei sapere...>> dissi.

<<Tutto ciò che vuoi>> fu la risposta, <<chiedi pure ciò che vuoi.>>

<<Che successe quando tornasti sulla Terra come Giuda, che successe al tempo in cui eri al fianco di Gesù in un corpo umano, ti ricordavi la ragione per cui eri qui o l'hai appresa successivamente?>>

Giuda prese un breve sorso dalla sua tazza, quindi iniziò il suo racconto:

<<Io fui mandato sulla Terra prima di Gesù, mi incarnai alcuni anni prima e lo attesi per tutto il tempo, finché anche Lui non si fece uomo.

Sin dal mio primo vagito, era chiara e presente in me la totale consapevolezza di chi fossi e della ragione del mio essere in quel luogo ed in quel tempo.

Naturalmente crebbi come un bambino qualunque, sviluppando nel tempo le normali capacità umane, ma non ci fu mai alcun dubbio o incertezza dentro di me.

Un Angelo di nome GiudaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora