CAPITOLO 37

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Questa notte è stata una notte di fuoco. Io ed Alex non ci siamo fermati per niente. Ci siamo amati così intensamente, che tutto il suo affetto ora come ora, è come una droga. Quella droga di cui un tossicodipendente non può farne a meno. Quella dose di eroina necessaria per riuscire ad affrontare una giornata. Quella droga che ti logora dentro. Ecco Alex è la mia droga. La mia droga preferita. E adesso mi è esplosa dentro la consapevolezza, che il suo amore per me è una cosa davvero unica. Me lo sta dimostrando in tutti i modi possibili, e io non potevo continuare ad ignorare questo suo comportamento. Non potevo continuare a comportarmi come se di lui non mi importava niente. Ho tentato di essere forte, di imporre delle condizioni, dei limiti. Ho anche creato un muro difensivo, per proteggermi dai sentimenti. Ma questo muro è caduto nello stesso momento in cui ho capito di averlo perso per sempre. Per questo adesso sono qui. Voglio riprendermi ciò che è sempre stato mio. Lui. Alexander Montemajor. Meglio conosciuto come Alex. Molti da fuori potranno pensare che lo voglio soltanto perché è ricco ed ha una posizione sociale elevata. Ma come a lui, a me non è mai importato niente di questo particolare. A me è sempre importato di lui. Dell'uomo che si è mostrato a me per quello che è. Con pregi e difetti. L'uomo che sta sotto quella corazza; la corazza da duro, presuntuoso ed arrogante. L'uomo che ha pianto per la disperazione quando gli ho detto di non volerlo più al mio fianco. Ecco a me importa di questo uomo. Dell'uomo innamorato di una donna che ha sofferto per troppo tempo nella sua vita. Una donna spezzata dentro. Una donna ferita nel profondo. Una donna che si è vista portare via la cosa più importante della sua vita. Dopo tutti gli avvenimenti successi in passato, i litigi, gli addii, adesso siamo qui. Insieme, nello stesso letto. Abbracciati stretti stretti. La sua gamba mi circonda tutta, e il suo braccio mi trattiene. Mi sento come se fossi sotto l'attacco micidiale di una piovra. La piovra Alex. Sorrido. Chi l'avrebbe detto che mi sarei ritrovata nuovamente in questa posizione? Eppure sono qui. E ne sono immensamente felice. Mi sento a casa, con lui. Non so spiegare nel dettaglio perché mi santa così, ma è cosi e basta. Certe cose non si spiegano. Mi muovo un po', voglio alzarmi , ma non voglio svegliarlo. Sento caldo. Il suo corpo è una stufa. Lui stringe la presa. < dove pensi di andare, cosi di fretta? > ops, missione fallita. < sento caldo, volevo solo andare nella parte fredda del letto. > dico ridendo. < e perché mai? > < sei una stufa ambulante > ride, ma mi lascia andare. Mmm si così va un po' meglio. < meglio? > < si, decisamente > mi guarda attentamente. < mi sei mancata > < anche tu, Alex, anche tu > Ci guardiamo negli occhi e ... < ti amo piccola. Ti amo così tanto. Che ringrazio Dio continuamente, per aver permesso di nuovo un avvicinamento così tra noi ... Sai non credevo possibile, che un giorno ti avrei stretta forte e me di nuovo e che ci saremmo amati come stanotte. Pensavo che dopo quello che avevo fatto, io meritassi di restare isolato da tutti. Di restare solo. Pensavo che non sarei più riuscito ad essere felice. Perché sai, non avrei amato più nessuno con la stessa intensità con cui amo te. Non sarei più riuscito a instaurare un rapporto speciale come quello che condividiamo adesso noi ... È vero ho sbagliato, e non sai quante volte mi penta ogni giorno, per quello che ho fatto. Non solo ho tradito, ma ho contribuito anche se indirettamente alla morte del ... del ... del mio bambino. Il frutto del nostro amore ... > Sta piangendo. Lo vedo combattere una battaglia interiore. La sofferenza gli si legge negli occhi. Ma non si ferma col suo discorso. Gli accarezzo il viso per rassicurarlo, mentre gli asciugo le lacrime < E questo non me lo perdonerò mai. Non sai con quanta intensità ho desiderato stringerlo a me, quando ho appreso la notizia che sarei diventato padre. Lo desideravo così tanto ... Finalmente sarei riuscito ad essere un uomo realizzato. Un uomo migliore. Un uomo con una donna al suo fianco e con un bebè al seguito ... Ma non è stato possibile, perché ho ceduto ad un arpia. Una strega che dal principio ha voluto separarci. E c'è pure riuscita ... Ma adesso che abbiamo recuperato, e ricucito lo squarcio che c'era nel nostro rapporto, ti faccio una promessa amore mio. Prometto di amarti ed onorarti sempre. Di non tradirti più. Di renderti la donna fiera di stare al fianco di Alex. Prometto che avremo un futuro meraviglioso, perché si! è quello che avremo. Di certo non sarà tutto rose e fiori, ma tralasciando gli alti e i bassi di una normale relazione, saremo felici. Voglio costruirmi una vita insieme a te, voglio metterti incinta ed avere un figlio. Perché so che saresti una brava mamma. Voglio crescerlo ed educarlo per come si deve. Nel rispetto delle donne e degli uomini anche. Ma questo voglio farlo solo se tu ti aspetti questo da me. > lo guardo negli occhi. Adesso quella che piange sono io. Non avrei mai pensato che Alex tenesse dentro tanta sofferenza e voglia di vivere allo stesso tempo. Con questo discorso mi ha spiazzata. Ma mi ha anche fatto capire che vuole me, e soltanto me. E che se non fosse stato per il fratello non si sarebbe messo con Rebecca. E a quest'ora le cose sarebbero alquanto diverse. Ma adesso non voglio pensarci più. Ormai è passato. Devo pensare al futuro. Il mio futuro con Alex. < amore io ... non so che dire. Mi hai spiazzata. Sentirti parlare del bambino ... > non riesco a continuare. Per me è una sofferenza atroce, ripensare a tutto quello che ho sofferto e perduto. Calde lacrime rigano il mio volto, e lui prontamente mi asciuga il viso, con un tocco delicato. < ha suscitato emozioni forti ... so quello che provi perché anche io l'ho vissuto. Adesso che siamo qui non voglio più sprecare altro tempo. Quindi si. Alex voglio un futuro con te. Voglio litigare e fare pace con te. Voglio rimanere incita e crescere con te nostro figlio. Voglio amarti con tutto il mio cuore, dimostrarti che l'intensità del sentimento che provo per te non è scemato via via che i giorni passavano. Voglio dimostrarti che insieme siamo più forti. Che possiamo affrontare tutto e tutti. E che possiamo ricominciare da capo. A patto che tu non ricada in tentazione. Perché se mai dovesse succedere, stavolta non potrei più riprendermi. > lo guardo negli occhi. E vedo che nei suoi passano mille emozioni. < non succederà mai più. Lo prometto. Sono stato un coglione a farlo. Io non voglio più perderti. Tu sei la mia vita, il mio cuore e il mio respiro. Se perdessi te, sarebbe come morire. > dice sincero. Si solleva su un braccio mentre con l'altro mi trascina sotto di se. Adesso è a due centimetri dal mio viso. < non ti lascerò mai più. Tu hai un valore inestimabile. Neanche tutto il patrimonio che possiedo potrebbe eguagliare il tuo valore. Sarei un bastardo a farlo accadere per la seconda volta. Quindi no. Non succederà. > < promesso? > < si, promesso > e mi bacia con trasporto. Questo bacio da il via alle danze. Ci possediamo a vicenda. Ancora, ancora e ancora. Una volta stanchi sul serio, ci alziamo dal letto e ci dirigiamo in bagno per una doccia. < amore mi passi lo shampoo? > < si, tieni > mi lavo con molta calma. Mi rilasso i muscoli tesi reduci da una notte ed una mattinata di sesso sfrenato. Una volta che sto per insaponarmi, mi ricordo che oggi devo passare in clinica. Ho in programma un intervento. < Cazzo! > Alex che era intento a farsi la barba, si gira a guardarmi. < che succede? > < devo correre in clinica. che ore sono? > < mmm, vediamo ... sono le undici e mezza perche? > < cazzo, cazzo, cazzo! È tardissimo! Ho in programma un intervento e me ne sono dimenticata! Devo sbrigarmi! > esco dalla doccia. Mi avvolgo un telo e mi precipito in stanza ancora con i capelli gocciolanti. Alex che mi segue divertito. < ehi, piccola calmati! Mica sarà cosi terribile, arriverai in leggero ritardo. > scherza? < leggero ritardo? Vuoi scherzare? Dovevo essere la un'ora fa! > lui ride vedendo la mia espressione. < smettila subito! > < di fare cosa? > < di prenderti gioco di me! > < ma sei così buffa. Dovresti vederti! Hai i capelli gocciolanti, la pelle ancora umida, ma ti appresti a vestirti. Stai indossando dell'intimo che non si abbina proprio; cerchi di infilarti dentro un paio di jeans a sigaretta e dentro un mini top. Sei più affannata adesso che quando smetti di scopare. Sei divertente. Fottutamente sexy, ma divertente. > lo guardo storto. < non mi aiuti cosi! Alex, aiutami devo andare ... dannazione questo jeans non ne vuole sapere di entrare! > < se vuoi ... al posto dei jeans posso entrare io > dice con voce sexy. < no. Cazzo. Devo andare. E tu mi istighi a rimanere. Non è professionale da parte mia arrivare in ritardo. Che penseranno quelle persone? Cosa penserà Phoebe? Che non so fare il mio lavoro? > . Si passa le mani tra i capelli e si appoggia alla porta. < che vuoi che pensino? Che sei una veterinaria sexy! Che sei arrivata in ritardo perché può capitare a tutti di dimenticarsi di qualcosa. > lo guardo, ma a questo punto non so cosa rispondere perché ha ragione. Decido di rinunciare al jeans e al top. < che fai? Accetti il mio invito a scopare di nuovo? Non dovevi andare? > < non mi entra! Sono bagnata! > lui scoppia a ridere. < quanti doppi sensi amore mio. > < stronzo! > < ti amo anch'io piccola. > vado a sedermi sul letto. < non ho niente da mettermi. Come faccio ad arrivare a lavoro anche se in ritardo? > < veramente, hai cosa metterti. C'è un armadio pieno di vestiti tuoi. Li ho fatti comprare da una personal shopper. Sono in quella cabina armadio > mi indica col dito. < aprilo e scegli qualcosa di più facile da indossare. Tipo un vestitino a mezze maniche. > resto a bocca aperta. < e come mai hai fatto una cosa del genere? > fa spallucce. < beh ... perché ne avevo voglia e volevo regalarti qualcosa. Dai su vestiti e asciugati i capelli, io vado a lavarmi e a vestirmi. Ti accompagno io. > una volta detto ciò, si gira e torna in bagno. Io mi alzo dal letto e mi dirigo all'armadio. Apro e resto shockata. Qui dentro c'è di tutto! Dai costumi ai pigiami, dai vestiti da sera a quelli più casual. Jeans, pantaloncini e scarpe. Tante scarpe. Questa personal shopper ha davvero gusto. Mi giro intorno e tra tutti i vestiti scelgo un vestitino nero con fantasia rosa. Molto leggero e comodo da indossare per una giornata di lavoro. Lo indosso e subito mi precipito ad asciugare i capelli. Una volta pronta vado a prendere dei sandaletti, con zeppa e cinturino. Li indosso ed esco dalla stanza. < Alex, vado di sotto. Ti aspetto li > lui risponde  solo con un < arrivo >. Vado in salotto e lo trovo con mia sorpresa immacolato, tutto è al suo posto. E non c'è traccia della festa di ieri sera. Proseguo verso la cucina e mi prendo un caffè e un cornetto. Una volta arrivato Alex, ci dirigiamo verso la sua auto. Saliamo e partiamo. Nel frattempo controllo il cellulare. Noto un sacco di chiamate tutte di Phoebe. Il silenzioso è una modalità orribile. < Phoebe mi ucciderà appena arrivo. > < non è vero sa cavarsela > mi guarda con tenerezza. < si lo so, ma lei non opera. Quello aspetta a me > < lo so, ma sa intrattenere > sorrido. Immagino Phoebe con un vestito da clown, la parrucca e il naso rosso, che intrattiene i clienti fino al mio arrivo. Rido, ma scaccio subito questa orribile visione. < ecco amore, ci siamo. > si ferma davanti alla clinica. mi giro verso lui e gli stampo un bacio a fior di labbra. < a più tardi. > < a più tardi piccola. > scendo e di corsa mi precipito dentro. Quando arrivo in saletta trovo la proprietaria dell'animale infuriata. Ops. < signorina Rodriguez! Le sembra questo il momento di arrivare? Ha ben due ore di ritardo! Non ho tutta la giornata a disposizione sa? Quindi adesso si sbrighi e faccia il suo dovere! > < mi scusi signora Sunchez, mi sono addormentata > le affibbio la prima cosa venuta in mente. < si come no! A chi vuoi darla a bere!? Ho visto con chi sei venuta! Non dormivi eri bella sveglia signorina! > divento rossa fino all'attaccatura dei capelli. Che vergogna. < ehm ... > < dai, tesoro, sbrighiamoci, ho davvero altri impegni oggi. > < ehm ... si. La chiamo tra un istante. > entro in sala operatoria già vestita di camice e trovo Phoebe arrabbiata. < Nina! Perché questo ritardo? Quella li dentro è una matta. Ha fatto due ore di bordello. E io non sapevo più come comportarmi. > < scusa ho avuto da fare > sorrido un po' timida. < lo so, ma fino a quest'ora? Siete peggio dei conigli > sbuffa ridendo. < si più o meno. > dico io ridendo. < dai sbrighiamoci, preparo l'occorrente. > < ok > vado in saletta e dico alla signora < signora Sunchez, siamo pronti. Saluti il suo cagnolone, tra poco potrà correre di nuovo. > la signora si china sul suo labrador e gli fa le feste. Aki, questo è il suo nome soffre di una malformazione genetica. La displasia dell'anca. Adesso è ad un livello molto grave, infatti devo operarlo ed impiantare una protesi. L'operazione prevede la sostituzione della testa del femore e della cavità che lo accoglie, con degli appositi materiali protesici specifici. Questo da modo di ricreare l' articolazione, che non causerà più dolore all'animale. Entro in sala col cane. Io e Phoebe lo mettiamo sul tavolino d'acciaio e iniziamo con il prelievo e l' anestesia. Nel frattempo che Phoebe fa il suo lavoro, io controllo le lastre appese sul muro. Una volta che Aki si è addormentato inizio il lavoro. In tutto l'intervento dura un bel po' di tempo. Ci sono state complicazioni ma prontamente Phoebe mi ha saputa aiutare. < sei in gamba amica mia. > elogio Phoebe. < grazie, ma è merito tuo, se non ci fossi tu a guidarmi, non saprei cosa fare > < bugiarda > rido. E lei mi segue a ruota. Una volta ricucito l'animale lascio tutto alle mani di Phoebe. Io vado a rinfrescarmi un po' e a comunicare che l'intervento è andato a buon fine. < signora Sunchez, Aki sta bene. Deve solo svegliarsi. > < oh grazie Nina! > < di nulla. Ma devo informarla che al momento lo terrò qui in osservazione. Dopo sarò io stessa a immetterlo nella riabilitazione. Le contatterò un centro specializzato> < davvero farebbe questo? > < si signora > dico sorridendole. < grazie ancora bambina mia > mi da un buffetto sul viso e torna a sedersi, mentre io torno in saletta. Prendo il cellulare e chiamo Alex. Risponde dopo due squilli. < amore ho finito. È stato complicato ma ci siamo riuscite. > < lo sapevo tesoro. Siete in gamba ... adesso che programmi hai? > < niente. Perché? > < perché ho voglia di te > di riflesso stringo le gambe. Lo voglio anche io . < vieni a prendermi allora > < arrivo > chiude la chiamata. Prendo le mie cose e saluto Phoebe. < devo andare, Alex sarà qui a momenti, c'è la fai tu da sola qui? > < si, tranquilla. Metto in ordine, controllo Aki e vado via. Mi aspetta Drew > mmm furbetta. < ma voi due ...? > < poi ti racconto. Ti dico solo che è fantastico stare con lui > sorrido. < lo so, per questo è il mio migliore amico. È speciale. Sarei davvero felice se vi metteste insieme. > arrossisce. < vedremo, per adesso ci stiamo conoscendo. Quello che nascerà si vedrà in futuro. > < hai ragione > Sento suonare Alex. < adesso vado. E mi raccomando dacci dentro anche tu! > < smettila, ancora non siamo arrivati a questo punto! > dice ancora rossa in viso. Sbuffo < si come no! > dico ridendo. Dopo questo mi dirigo da Alex. Entro in macchina e mi salta a dosso tutto eccitato. < non c'è tempo da perdere, devo farti mia > ci guardiamo e ridiamo come due scemi. Ah ... quanto mi è mancato.

Lui... la mia rovina!!!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora