capitolo 2

56 4 0
                                    


Non mi ero mai sentito a disagio con qualcuno. Ma quegli occhioni che mi erano addosso mi facevano tremare le mani, non riuscivo nemmeno a parlare.

"ehm...oi... ma ce l'hai la lingua?" Disse lei irritata.

Non sapevo davvero cosa dire. L'ultima volta che mi ero trovato in quella situazione era stato quando ero piccolo e i tipi più grandi mi picchiarono. Così mi limitai a porgele l'accendino, senza emettere alcun suono.

"Oookaaay. Grazie." disse ruotando gli occhi e se ne andò. La aspettavano più in là un folto gruppo di amici. La vidi allontanarsi,diventare sempre più piccola, fino a quando non scomparve in mezzo a tutta quella gente. Non so quanto tempo rimasi lì, fermo. A svegliarmi fu la suoneria del telefono. Marco mi stava chiamando. Risposi.

"Andre..."

"Dimmi" risposi

"Ho fatto l'annuncio sul blog,abbiamo già 50 visualizzazioni. Ho fissato le audizioni sabato, vicino a quel locale vicino alla fermata"

"Marco, ma oggi è giovedì..."

"Andre,non mi interessa, è urgente. E poi è sabato, non hai impegni"

"Sisi, ciao." E attaccai bruscamente a telefono.

osservavo da lontano la strana ragazza,era immobile, aveva un'espressione stanca,rassegnata. Poi, da un momento all'altro tutti gli altri se ne andarono, la ragazza rimase sola e fece una telefonata. Dopo un'accesa conversazione attaccò il telefono e scoppiò a piangere. Si accorse della mia presenza. E con le lacrime agli occhi mi guardava. Per me era una sconosciuta, ma avevo un motorino, e forse non aveva il modo di tornare a casa. Così decisi di avvicinarmi...

"Tutto okay?" le chiesi

"Si. Tutto Okay." Rispose, brusca.

"Sicura? Guarda che io sono solo, e ho il motorino. E due caschi. Beh anche se i caschi non se li inculano nessuno, ma volevo solo dirti che se avevi bisogno di qualcosa, potrei aiutarti. Tanto oggi non ho nulla da fare..."

In verità avrei dovuto dare un'occhiata al blog, avrei dovuto farmi tutti i compiti per domani, avrei dovuto portare a passeggio il cane, avrei dovuto avvisare Rosalina-la domestica- , avrei dovuto fare benzina. Ma non importava. Non volevo che piangesse.

"Davvero faresti tutto questo per me?" i suoi occhi si illuminarono.

"Ehm... si... se vuoi posso portarti a casa tua o possiamo andare a fare un giro."

"Grazie, sei dolcissimo. Avrei davvero bisogno del tuo aiuto, ma non voglio disturbarti. Quindi se vuoi potresti accompagnarmi a casa?"

"Certo. Dimmi dove abiti."

" A cinque isolati da qui."

Salimmo sul motorino e ci mettemmo i caschi. Accesi il motore. Il veicolo partì. Lei aveva paura della velocità, mi stringeva sempre più forte. Questo mi piaceva. Arrivati a destinazione mi fermai e la feci scendere. Abitava in un enorme palazzo giallo, con l'intonaco quasi rovinato e un parcheggio enorme.

La ragazza frugò nel suo zainetto di cuoio le chiavi di casa, e con il viso stanco si appoggiò al cancello che divideva il cortile del condominio con la strada.

"Non hai le chiavi?"

Lei mi guardò quasi imbarazzata e rispose : " Ho solo un pacco di Vivident, un biglietto del pullman e cinque euro..."

"Tranquilla... oggi hai qualcosa da fare?"

"Ehm...no..."

"Ti va di andare al cinema?"

"Lo devo prendere come un appuntamento?"

"Io lo prenderei come due persone annoiate,che nella loro vita monotona, hanno deciso di andare al cinema."

Lei accennò un timido sorriso e abbassò gli occhi. Era strano come cambiasse il suo comportamento da persona in persona. Ma alla fine è normale.Noi tutti siamo influenzati dagli ambienti e dalle persone,e siamo vincolati a comportarci in un determinato modo, altrimenti, resti nessuno.

"Non voglio disturbarti."

"Non voglio che tu rimanga sola. Quindi salta su. E andiamo al cinema. E' uscito Il Re Scorpione 3 , voglio vederlo."

"Vada per Il Re Scorpione 3" disse abbassando nuovamente gli occhi.

volevamo solo crescereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora