Passai i due giorni consecutivi nella monotona routine. Ogni tanto pensavo ad Aria, ma alla fine il mare è pieno di pesci, e avrei dovuto dimenticarla. Ma quella ragazza aveva lasciato un qualcosa di strano in me, un'insolita sensazione che ti faceva tremare le gambe e gorgogliare lo stomaco.Era peggio di una droga, ti svegliava la notte e non ti faceva chiudere più gli occhi.
Finalmente arrivò sabato e un sacco di persone a me sconosciute mi contattavano su Facebook o WhatsApp per chiedermi cosa facevo il sabato sera. Andavo a una festa, alla festa di Chiara. Con Marco, Rosario e il nuovo cantante.
Quel sabato mattina decisi di saltare la scuola con Marco e Rosario. Eravamo sul balconcino di un piccolo pub che si affacciava sulla Nazionale, con una sigaretta e una cola alla spina in mano. Parlavamo di noi e delle nostre sconfitte. Parlavamo dei nostri sogni e aspirazioni come se fossero qualcosa di lontano e irraggiungibile. Eravamo condannati a rimanere così,senza prospettive, privi di emozioni. Quei discorsi mi innervosivano,mi ero fumato una decina di sigarette per l'intera mattinata, era l'unico modo per calmarmi, per farmi dimenticare di tutto,solo per un attimo,mi bastava solo un attimo.
Il pomeriggio tornai a casa, Rosalina aveva preparato delle lasagne. Eravamo io e lei e Honey. Come sempre in fin dei conti. Odiavo i miei genitori. Odiavo la loro assenza. E quando erano presenti erano impegnati a risolvere le loro faccende. Alcune volte penso che io sia il frutto di un preservativo rotto. Mi hanno cresciuto come se fossi di plastilina, un pezzo di plastilina modellabile a proprio piacimento che può essere messo all'angolo quando non serve più. Plastilina. Un pezzo di plastilina.
Era arrivato il momento delle audizioni. Con una mezz'oretta di ritardo mi recai alla palestra vicino al Mancini, c'erano una cinquantina di persone che ripassavano una canzone o riscaldavano la voce. Mi recai verso il tavolo dove c'erano Marco e Rosario e mi sedetti.
"Dov'eri? E' mezz'ora che ti aspettiamo" disse Marco irritato.
"L'autobus ha fatto tardi."
"Sisi,ci credo."
"Devo fumarmi una sigaretta."
"Andrea. Non abbiamo tempo!"
"Le persone importanti si fanno aspettare."
Andai sul retro della palestra e trovai Aria fumare e giocare con una catenina d'argento con un ciondolo appeso. Era davvero lei. Non potevo crederci.
"Aria!"
"Ancora tu?" Disse lei accennando un sorriso.
"Sono qui per l'audizione..." Dissi impacciato.
"Wow sai anche cantare?"
"In verità..."
"Credo abbiano iniziato,che vinca il migliore" Disse lei dandomi uno schiaffetto sulla guancia.
Anche lei partecipava. Era un sogno. Non potevo crederci.
Non avevo neanche acceso la sigaretta che ritornai da Marco e Rosario.
"Possiamo iniziare."
Le ragazze erano brave,ma non mi convincevano.E Aria non si faceva ancora viva. Per un attimo ho creduto che avesse rinunciato. Quando,finalmente, la vidi avvicinarsi.
Quando mi vide dietro il tavolo sgranò gli occhi. S'irrigidì.
"Ciao!Come ti chiami?" Disse Rosario.
"Mi chiamo Aria."
"Parlaci un po' di te."
"Ho 15 anni, abito nei pressi di Mercogliano, leggo spesso... e poi boh."
"Quale scuola di musica hai frequentato?"
"Beh,in verità non ho mai avuto la possibilità di frequentare scuola di canto, sono autodidatta, ma una volta ho vinto una gara canora."
"Ah." Disse Rosario. "Scusaci un attimo dobbiamo parlare in privato." Continuò.
Aria con un sorriso timido si allontanò dal tavolo.
"E' perfetta." Dissi.
"Andre,ma ti si è andato di volta il cervello?Non ha mai fatto scuola di canto,non conosce le note gli accordi!" Disse Rosario.
"Andre, ha ragione." Intervenne Marco.
Senza pensarci mi alzai e dissi: "Vado a fumarmi una sigaretta."
"Okok. Diamole una possbilità." Disse Rosario roteando gli occhi.
Sorridente mi avviai verso il tavolino e mi sedetti.
"Scusaci Aria,ora puoi venire."
Aria si avvicinò al microfono.
"Cosa ci canti?" Chiese Marco.
"Sweet Dreams degli Eurythmics. A cappella:"
Era la mia canzone peferita. I miei occhi si illuminarono.
Appena Aria iniziò a cantare il mio cuore si sciolse. Aveva una voce così dolce ma allo stesso tempo graffiante. Rosario rimase stupito. Marco spalancò gli occhi.
Aria appena cessò di cantare venne il silenzio.
Marco disse.
"Conosci Stay With Me di San Smith?"
"ehm si..." rispose lei.
"Puoi cantarla?"
"ehm... okay..."
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volevamo solo crescere
Teen Fictionlei aveva la strana sensazione di non sentirsi mai abbastanza.Per me invece era perfetta così com'era, nei suoi modi di fare c'era qualcosa che sapeva di felicità,della mia.